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Anche il modello ‘win-win’ con l’Africa nella politica estera italiana che verrà

Le linee guida emerse oggi dalla conferenza stampa del ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani

Pubblicato:19-12-2022 19:06
Ultimo aggiornamento:19-12-2022 19:06
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ROMA – Un modello italiano nel settore estrattivo improntato a un’ottica “win-win” con l’Africa e opposto allo sfruttamento, che passi per un “coinvolgimento delle nostre imprese con manodopera e aziende locali” anche nell’ottica di acquistare “materie prime strategiche come il litio a costi più favorevoli”. A delinearlo il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, durante una conferenza stampa in Farnesina.

Rispondendo a una domanda sulla situazione nella regione dei Grandi Laghi e nella Repubblica democratica del Congo e sullo sfruttamento delle risorse locali, Tajani ha affermato che l’Italia “vuole favorire il lavoro delle imprese italiane nel settore estrattivo, promuovendo però la raffinazione della materia prima in Africa e l’impiego di manodopera locale”. L’ottica è anche quella di “facilitare un partenariato vincente per entrambi e di lavorare sul nostro approvvigionamento di minerali come il litio, fondamentali per le batterie elettriche”.

Tajani ha ribadito l’importanza dell’Africa per l’Italia ma ha aggiunto però che “per ottenere risultati concreti nel continente serve tempo”.


TAJANI: CONVOCHERÒ L’AMBASCIATORE APPENA POSSIBILE

Il ministro ha poi toccato il nodo dei rapporti con l’Iran. “Non appena entrerà nell’esercizio delle sue funzioni convocherò l’ambasciatore iraniano in Italia per esprimere il nostro disappunto su quanto sta avvenendo nel Paese e per reiterare la nostra condanna della pena di morte”, ha affermato Tajani.

Mohammad Reza Sabouri è stato nominato ambasciatore di Teheran in Italia lo scorso agosto ma non è ancora entrato nell’esercizio delle sue funzioni. Sollecitato dai cronisti sulla lunghezza del processo di assegnazione delle credenziali e sulla possibilità di convocare nel frattempo un altro funzionario della diplomazia iraniana in Italia, il ministro ha detto che la prima questione “è dipesa soprattutto dalla degenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella a causa del Covid-19”. Rispetto al poter interloquire con funzionari di rango inferiore, Tajani ha detto che “non servirebbe perchè è necessario dare un messaggio forte”. In questo senso, il ministro ha ricordato il suo recente “rifiuto a incontrare l’omologo di Teheran Hossein Amirabdollahian, che è infatti ha cancellato il suo viaggio a Roma a inizio dicembre, organizzato inizialmente per partecipare ai Med Dialogue”.

Tajani ha detto che l’Italia “resta comunque favorevole a delle trattative sul nucleare”, come quelle in corso con Teheran da anni nel solco degli accordi di Vienna raggiunti nel 2015, ma ha ribadito che “ci sono questioni che per noi restano dirimenti, come a esempio la pena di morte”.
Negli ultimi giorni l’Iran ha giustiziato due persone arrestate durante le proteste contro il governo che sono cominciate a settembre.

TAJANI: DEDICHIAMO GIORNATE AMBASCIATORI AD ATTANASIO

La conferenza di oggi è stata l’occasione anche per un annuncio in vista della Conferenza con gli ambasciatori italiani nel mondo, in programma giovedì e venerdì sempre in Farnesina. “Le giornate di lavoro con gli ambasciatori dei prossimi giorni saranno dedicate al ricordo dell’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio e del carabiniere della sua scorta Vittorio Iacobacci”, deceduti in un agguato nel Nord Kivu a febbraio 2021 insieme all’autista del Programma alimentare mondiale (Pam/Wfp), Mustapha Milambo.

Il ministro ha inoltre reso noto che nei prossimi giorni “la scalinata che si trova nelle immediate vicinanze dell’edificio della Farnesina verrà dedicata ad Attanasio mentre a Iacobacci verrà dedicata una sala operativa dell’Unità di crisi. Alla cerimonia di inaugurazione saranno presenti i familiari delle vittime”.

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