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Nel 2023 nuova telecabina Pila-Couis, 2.400 persone all’ora

Pubblicato:19-12-2021 11:38
Ultimo aggiornamento:19-12-2021 11:38
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(DIRE – Notiziario Turismo e Sport) Aosta, 19 dic. Vedrà la luce nel 2023 la nuova telecabina Pila-Couis, che collegherà direttamente la zona di arrivo dell’esistente telecabina Aosta-Pila, nel Comune di Gressan, con la Platta de Grevon, a 2.723 metri di quota, sullo spartiacque tra la conca di Pila e la valle di Cogne. Il nuovo impianto, presentato al teatro Splendor di Aosta, sostituirà le esistenti seggiovie Pila-Gorraz e Couis-Drink, costruite nel 1988: si comporrà di una cabinovia a 10 posti e sarà suddiviso in due tronchi con stazioni motrici intermedie in località Couis e una stazione intermedia in località Gorraz. Avrà una portata massima di 2.400 persone all’ora e “camminerà” ad una velocità di 6 metri al secondo, percorrendo l’intero tragitto di 3,8 chilometri e 923 metri di dislivello in 16 minuti. Il progetto porta il nome del team capitanato dallo studio di architettura De Carlo-Gualla di Milano, ed è stato selezionato attraverso un concorso di idee che vedeva in totale cinque finalisti. L’opera sarà in parte finanziata con i 25 milioni di euro che il Consiglio Valle ha recentemente stanziato a favore della Pila spa.

Per Michel Martinet, sindaco di Gressan, si tratta di un “progetto importante e ambizioso” che “permetterà a tutti quanti di raggiungere dal centro di Aosta in 31 minuti i 2.800 metri della Platta de Grevon da cui si potranno ammirare tutti i quattro i 4.000 della Valle d’Aosta”. Ha parlato di “importante attrazione turistica che competerà con l’altra nostra meraviglia la Skyway”, l’assessore al Turismo della Regione Valle d’Aosta, Jean Pierre Guichardaz: “Intercetterà l’interesse non solo degli sciatori- ha aggiunto- ma anche dei semplici pedoni che vogliono farsi una gita e potrà essere ulteriormente valorizzata in funzione della vicinanza con Cogne”. Questi investimenti, ha affermato infine Luigi Bertschy, assessore regionale allo Sviluppo economico “devono andare oltre lo sci e devono inserirsi in una strategia che permetta ai nostri impianti di lavorare oltre le 120 giornate della stagione invernale, ampliando la platea dei loro possibili fruitori e diventando così il perno di un’economia da rilanciare”.


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