NEWS:

Visco: “Mai detto che andava tutto bene, lanciai i primi allarmi a fine 2012”

Oggi il governatore della Banca d'Italia è in audizione in commissione di inchiesta sul sistema bancario

Pubblicato:19-12-2017 10:51
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:00

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Nell’opinione di alcuni la Banca d’Italia avrebbe sempre detto che “andava tutto bene” e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero”. Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, lo dice nel corso dell’audizione in commissione di inchiesta sul sistema bancario.

“Nelle mie prime ‘Considerazioni finali‘, quelle del 2012, avvertivo che il sistema creditizio stava subendo i contraccolpi di due forti recessioni in tre anni e che la qualità del credito stava peggiorando. L’anno successivo segnalavo che non andavano sottovalutati i timori degli analisti sulla solidità dei bilanci delle banche italiane”, ricorda.

I. Visco

Il governatore sottolineava “il rischio che tra le banche italiane potessero emergere situazioni problematiche”. Nel 2014, prosegue il numero uno di Bankitalia, “riferivo di 17 nuovi casi di difficoltà emersi dall’inizio del 2013, spesso associati con debolezze dei sistemi di governo societario e con episodi di mala gestio; ricordavo che, dal 2009, 10 intermediari erano stati posti direttamente in liquidazione e 55 in amministrazione straordinaria e che nel corso delle 340 verifiche ispettive condotte nel biennio precedente su banche a cui faceva capo l’80 per cento del totale dei fondi intermediati erano emerse, in 45 casi, irregolarità di possibile rilievo penale, tempestivamente portate a conoscenza dell’autorità giudiziaria”, conclude.


LEGGI ANCHE:

Visco: “Renzi mi chiese di Banca Etruria, non risposi. Da Boschi no pressioni”


“MAI FATTE PRESSIONI PER FAVORIRE POPOLARE VICENZA”

“Aggiungo in modo chiaro che la Banca d’Italia non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorire la Banca Popolare di Vicenza o sollecitarne un intervento. Mai”. Lo garantisce il . “Ho ricordato più volte che le banche sono imprese e come tali vengono trattate dalla Vigilanza- spiega- nel pieno rispetto della loro autonomia di gestione, della quale hanno sempre la più completa responsabilità. La Vigilanza interviene per indicare alle banche le misure necessarie per una conduzione sana e prudente, ma non può stabilire le modalità operative con cui gli specifici interventi devono essere adottati. Per questo noi segnaliamo la necessità di una aggregazione; sta alle banche individuare la controparte con cui effettuarla”, conclude il numero uno di Bankitalia.

“DA PARTE DI ALCUNE BANCHE CI FU ‘MALA GESTIO’, VIGILANZA FU ATTENTA”

“A determinare l’evoluzione del sistema finanziario italiano non è stata una vigilanza disattenta ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro paese. La mala gestio di alcune banche, comunque, c’è stata e l’abbiamo più volte sottolineato; le gravissime condizioni dell’economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche”. Lo dice il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso dell’audizione in commissione di inchiesta sul sistema bancario.

“CON RENZI MAI UNO SCREZIO, SOLO VALUTAZIONI DIVERSE”

“Ho avuto rapporti di collaborazione ovviamente pienissimi con il governo Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. Pienissimi. Nei miei colloqui con i presidenti del Consiglio non c’è mai stato uno screzio, valutazioni diverse, non solo con Renzi, su come affrontare certe situazioni“. Sempre “rapporti sul merito che hanno riguardato l’economia italiana e su cosa fare per superare le crisi di tutte le banche italiane” dice il governatore della Banca d’Italia rispondendo a una domanda del presidente della Bicamerale, Pier Ferdinando Casini.

 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it