ROMA – L’ozio creativo, il diritto alla felicità, la vita oltre il lavoro. Il pensiero del sociologo Domenico De Masi nel libro “Conversazioni sul futuro”, scritto col direttore di The Post Internazionale, Giulio Gambino. Il volume sarà presentato lunedì 21 alle 19 al Tempio di Adriano in piazza di Pietra, ospite Giuseppe Conte.
Intervistato dall’agenzia Dire, Gambino precisa subito che dal pensiero di De Masi non emerge “un processo al lavoro”, ma un discorso ampio che investe vita privata e occupazione. “Il libro- spiega- è il frutto di due anni di dialoghi informali in cui parlavamo del pensiero da intellettuale che ha scandito la sua carriera“. Da lì “la necessità di cogliere alcuni fra i suoi più importanti studi e portarli avanti per arrivare a quella che lui chiamava necessità di un nuovo modello di sviluppo, che vada oltre quello su cui sono imperniati la nostra vita e il nostro lavoro. L’idea di andare oltre, da qui il titolo ‘Conversazioni sul futuro'”.
Oltre c’è, appunto, un nuovo modello di coniugare vita e lavoro. “Da un lato c’è l’esagerazione di un modello che spinge sui mantra della nostra era: la produttività, la necessità di essere sul posto del lavoro, l’ossessione nel controllo, il mito del successo a tutti i costi. Tutte cose che oggi vedono un netto taglio generazionale. Dall’altro- sottolinea Gambino- De Masi si è sempre distinto per alcune sue provocazioni che hanno trovato spazio in un pensiero sempre più politicamente schierato“. Ma non così facile da incasellare: “De Masi era un uomo molto vicino anche alle imprese, un mondo che più distante non c’è dai supporter del reddito di cittadinanza, di cui è pur stato un fautore. De Masi aveva un doppio volto, capace di saper dialogare e tenere insieme le cose”.
Ozio creativo e felicità, due idee del sociologo scomparso un anno fa. “L’ozio creativo è un qualcosa di serio- osserva il direttore di The Post Internazionale- non è necessario lavorare così tanto per aumentare la produttività“, come dimostrano alcuni dati: “In Italia lavoriamo 1800 ore l’anno, in Germania 1400, eppure la produttività è molto più alta in Germania e la disoccupazione in Italia”.
Si può cambiare modo di vivere e lavorare? “Avere la possibilità di lavorare da casa o avere del tempo per sé possono essere un valore aggiunto, una liberazione per l’essere umano e il lavoratore. Da questo punto di vista è stato un visionario. La possibilità di lavorare meno, meglio, passando più tempo con i propri cari, producendo le stesso e guadagnano lo stesso, se non di più, è un obiettivo da porsi. E’ la possibilità di essere felici”.
Gambino precisa che il pensiero di De Masi “non è un processo al lavoro”, ma “l diritto a essere felici è fondamentale”. È impossibile non notare che “tante persone sono schiacciate in una bolla di semi infelicità per non dire frustrazione rispetto al lavoro”. Ecco allora l’attualità del diritto alla felicità: “Tante generazioni nuove ritengono insensato perseguire il modello di vita seguito da genitori e nonni, lavorare tutto il giorno. Tanti giovani ritengono che c’è una vita oltre al lavoro“.







