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Genova, in primo tratto funivia per i forti si salirà con biglietto bus. Ma agli abitanti non piace

Il vicesindaco: "Trasporterà un milione di persone all'anno. Obiettivo chiudere Parco dei forti alle auto". I cittadini: "Il Lagaccio non è Cortina"

Pubblicato:19-10-2022 19:16
Ultimo aggiornamento:19-10-2022 19:16

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GENOVA – Il primo tratto della futura funivia dei forti di Genova, cioè quello che condurrà da via Fanti d’Italia (tra la stazione Principe e la stazione Marittima) al ponte don Acciai del Lagaccio, sarà integrato nel trasporto pubblico cittadino, ovvero ci si potrà salire con il biglietto dell’autobus. Diversa sarà la situazione per il secondo tronco, quello che dal Lagaccio porterà a Forte Begato, a vocazione più prettamente turistica. Ad annunciarlo nel corso di una partecipatissima commissione comunale dedicata all’illustrazione del contestato progetto, il vicesindaco Pietro Piciocchi. Diverse anche le opere di compensazione allo studio per il quartiere che sarà sorvolato dall’opera.

PICIOCCHI: PORTERÀ UN MILIONE DI PERSONE L’ANNO, LAGACCIO VETRINA CITTÀ

“E’ un progetto strategico nella logica dell’integrazione tra i monti e la città. Ma è anche un’opera per il quartiere del Lagaccio- sostiene Piciocchi- deve portare valore aggiunto perché si porta dietro interventi accessori e complementari per la soluzione di problematiche annose. Contiamo che questa infrastruttura possa portare un milione di persone all’anno“. Per il vicesindaco “il quartiere del Lagaccio diventerà la vetrina di Genova: questo è il motivo ulteriore che permetterà di attrarre molte risorse in un processo di rigenerazione complessiva. Ho letto che qualche esponente politico ha scritto alla Commissione europea: il progetto sarà sottoposto a Via, ma non temiamo nulla perché va esattamente nella direzione della sostenibilità ambientale”. L’obiettivo finale è di vietare alle auto l’accesso al parco dei forti “ma per farlo dobbiamo pensare a come portare su le persone”, aggiunge Piciocchi.

IL PROGETTO: TRE STAZIONI E QUATTRO PILONI, CABINE VETRATE E SILENZIOSE

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Il progetto è finanziato complessivamente con 70 milioni del piano complementare al Pnrr, di cui circa la metà sarà destinata alla realizzazione della sola funivia e gli altri per la riqualificazione dei forti. Come spiegato dall’architetto genovese Carlo Cillara Rossi, progettista del consorzio Dopplemayr e Collini che si è aggiudicato la progettazione, “la funivia sarà del modello vai e vieni: le due cabine partono da posizioni contrapposte nello stesso tempo e arrivano nelle posizioni diametralmente opposte nello stesso tempo. Si tratta di uno degli impianti più sicuri al mondo”. L’impianto sarà fermato con vento superiore a 70 chilometri all’ora. Previste sette toccate a terra: tre stazioni, le due di testa più quella intermedia, e due piloni a testa per ciascuna delle due tratte in cui sarà spezzato il percorso. Il primo tronco, da Principe al Lagaccio, sarà lungo 1,2 chilometri. Il secondo tronco, dal Lagaccio a Begato, sarà lungo 1,3 chilometri.


Le cabine, climatizzate e con l’impossibilità di gettare oggetti all’esterno, saranno interamente vetrate, con una capienza di 60 persone e la possibilità di trasportare bici e altra attrezzatura sportiva. L’impianto avrà una portata di 800 persone all’ora e viaggerà a non meno di 30 metri sopra gli edifici. Infine, la stazione di arrivo a Begato al momento è prevista che sia sotterrata.

LA PROTESTA DEL QUARTIERE: ‘LAGACCIO NON È CORTINA’

In contemporanea alla discussione in commissione, cittadini e comitati del Lagaccio, in parte auditi in aula, hanno dato vita a una manifestazione di protesta contro l’opera all’esterno del Comune. “Loro sopra le nostre teste, noi con i piedi per terra”, si legge in uno degli striscioni esposti. I contestatori definiscono l’opera “impattante e inutile”. Anche perché, come si legge nei volantini sparsi per il quartiere: “Lagaccio non è Cortina”.

Lucia Tringali, portavoce della “Casa nel parco”, la casa di quartiere sorta nell’ex caserma Gavoglio, sottolinea che “il progetto che ci è stato illustrato oggi in aula non è ancora stato discusso con gli abitanti, è mancato un percorso chiaro e trasparente prima che venisse aggiudicata la gara. Risulta difficile che un’opera così impattante possa migliorare la vivibilità del quartiere: serviranno 25 minuti a piedi dalla parte bassa del Lagaccio per arrivare alla stazione intermedia. Si parla di futuro del Lagaccio, ma il futuro per il nostro quartiere sarebbe farlo attraversare dalle persone, magari poi facendogli prendere la cremagliera esistente per Granarolo, e non facendolo sorvolare”.

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