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Ebav arriva in soccorso di imprese e lavoratori: 4 milioni contro il caro energia

Contributi una tantum sono frutto delle relazioni con sindacati e categorie, che hanno segnalato le difficoltà

Pubblicato:19-10-2022 18:06
Ultimo aggiornamento:19-10-2022 18:06

Ebav sindacati e categorie
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VENEZIA – Aiutare le imprese, i lavoratori, e anche chi si trova in cassa integrazione, ad affrontare l’aumento dei costi dovuto al caro energia. Questo l’obiettivo della ‘Campagna straordinaria caro-energia‘ messa in campo da Ebav (Ente bilaterale artigianato veneto), presentata oggi a Marghera da Alessandro Conte, presidente Ebav, Claudia Scarzanella, vicepresidente di Confartigianato Imprese Veneto, Matteo Ribon, segretario Cna Veneto, Piergiovanni Maschietto vicepresidente Casartigiani Veneto, i segretari generali di Cgil e Cisl del Veneto, Tiziana Basso e Gianfranco Refosco, e Giannino Rizzo, responsabile artigianato Uil Veneto.

400 EURO UNA TANTUM ALLE IMPRESE E 200 EURO AI LAVORATORI

Nello specifico, la ‘Campagna’ si basa su due accordi, che mettono in campo un totale di quattro milioni di euro. Il primo prevede un contributo di 400 euro una tantum per le imprese aderenti Ebav, con una copertura di un milione di euro, e un contributo una tantum di 200 euro ai lavoratori con Isee fino a 20.000 euro, con una copertura di 1,5 milioni di euro.

CONTRIBUTI ANCHE PER CHI È SOSPESO IN FONDO SOLIDARIETÀ

Il secondo accordo è invece pensato per sostenere i lavoratori che si trovano in cassa integrazione. Si tratta di un contributo una tantum ‘sospensione Fsba’, per i dipendenti aderenti a Ebav sospesi per l’intervento del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato nel periodo che va da novembre 2022 a giugno 2023.In questo caso l’importo può variare da un minimo di 100 euro per 10 giornate di Fsba a un massimo di 300 euro per 20 o più giornate, con un plafond di 1,5 milioni.


“LA BILATERALITÀ FUNZIONA MA SERVONO MISURE STRUTTURALI”

Questa iniziativa è “il segnale concreto che la bilateralità funziona”, afferma Scarzanella. “Le parti sociali hanno saputo unirsi e dare questo segnale utile anche per rinfrancare noi imprenditori“, ma “servono misure strutturali che oggi mancano nel nostro Paese”, per scongiurare gli scenari peggiori: “secondo le stime del nostro centro studi 76.500 imprese venete rischiano di chiudere prima della fine dell’anno. L’emergenza è grande”.

SECONDO CONFARTIGIANATO 76.500 IMPRESE RISCHIANO DI CHIUDERE ENTRO L’ANNO

Gli accordi presentati oggi sono “un concreto e importante segnale, facciamo qualcosa di immediato ma non risolviamo i problemi“, evidenzia Ribon. “Speriamo di non essere soli, ci attendiamo che da istituzioni, Regione e Governo, ci sia concretezza”.

“REGIONE E GOVERNO DOVRANNO SOSTENERCI NEI PROSSIMI MESI CHE SARANNO DRAMMATICI”

Il Veneto “è un laboratorio”, rincara Maschietto. “Quello che diamo è una piccola cosa ma le piccole cose messe insieme possono essere un aiuto”. Certo, però, “Regione e Governo dovranno sostenerci in maniera adeguata” perché “i prossimi mesi saranno drammatici”.

QUELLA DI EBAV È LA PRIMA OPERAZIONE DI QUESTO TIPO IN ITALIA

A sollecitare l’intervento sono stati i sindacati, che infatti Conte, presidente Ebav, ringrazia. “Per noi sono importanti questo tipo di indirizzi”, afferma, sottolineando che si tratta della prima operazione di questo tipo in Italia. “Il Veneto con le sue associazioni e il sindacato arriva sempre per primo nelle iniziative che vanno a imprese e lavoratori ma anche al territorio”, continua, ricordando che tra il 2020 e il 2021 l’Ente bilaterale ha erogato servizi per circa 37 milioni.

“LA VERA ECCELLENZA DEL VENETO È LA RELAZIONE, SENZA NON SI SAREBBE ARRIVATI A INTERVENTI CONCRETI”

Il valore della contrattazione è poi al centro dell’intervento di Gianfranco Refosco, secondo cui l’eccellenza del Veneto è proprio la relazione. “Noi abbiamo deciso, invece di combatterci, di avere un tavolo dove decidere insieme le cose e questo ci consente oggi di stanziare quattro milioni senza che debba arrivare qualcun altro a dirci cosa fare”, dichiara, elencando tre parole chiave. “Condivisione, grazie al tavolo di confronto costante che consente di leggere nell’immediatezza i problemi e organizzare le iniziative da mettere in campo; sussidiarietà, che ha fatto sì che oggi si sia arrivati non a un documento congiunto per chiedere a Regione o Governo di intervenire, ma a un intervento concreto che mette in campo delle risorse; messaggio alla politica, perché non ci si può limitare in questo Paese a lamentarsi e a chiedere che qualcuno intervenga”.

“LE RISORSE NON SONO MAI SUFFICIENTI MA QUESTA È UNA PRIMA RISPOSTA”

Posto che “le risorse non sono mai sufficienti”, questo “è già un primo segnale, riteniamo sia una prima risposta alle bollette che stanno arrivano ai lavoratori e anche alle imprese”, conclude Giannino Rizzo.

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