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Parte da Napoli la rivolta contro i rincari: tutti in piazza il 5 novembre

"Insorgiamo al Sud" è la mobilitazione promossa dai disoccupati per mettere in campo l'opposizione sociale e politica al nuovo governo

Pubblicato:19-10-2022 16:32
Ultimo aggiornamento:19-10-2022 16:32

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NAPOLI – Movimenti di disoccupati, ma anche studenti, precari e giovani per la difesa del clima: un mare magnum di gruppi attivi sul territorio napoletano protesterà insieme il 5 novembre in città per denunciare tutte le emergenze a cui il nuovo governo dovrà dare risposte.

Una mobilitazione nazionale per chiedere di fermare il caro bollette, ma non solo. Ciascuna delle sigle aderenti alla manifestazione, proclamata dal movimento dei disoccupati 7 novembre, esporrà le ragioni della lotta contro le problematiche emerse dopo la pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina.

L’intento della mobilitazione popolare è “costruire immediatamente un’opposizione a qualunque tipo di governo verrà messo in piedi” perché “chiunque sarà chiamato a governare questa crisi nella crisi non potrà che far abbattere i suoi costi su chi già ha pagato aspramente le difficoltà degli ultimi anni”, spiegano i promotori, annunciando per domani (alle 17:30 in piazza San Domenico, a Napoli) un’assemblea pubblica organizzativa e di lancio della manifestazione “Insorgiamo al Sud” contro “guerra, carovita e disoccupazione” per “iniziare a mettere in campo l’opposizione sociale e politica al nuovo governo”. L’invito ad aderire rimbalza anche su alcune pagine Telegram, primo tra tutti il gruppo “Noi non paghiamo”, che raccoglie iscritti in tutta Italia.


Numerose le sigle che di giorno in giorno stanno aderendo all’appello del movimento disoccupati. Gli ultimi ad annunciare la propria partecipazione sono stati gli attivisti di Fridays for Future, pronti a scendere in piazza a Napoli il 5 novembre.

“Napoli è, secondo i dati più recenti, la città più povera d’Italia e, insieme ad altri comuni della Campania, una delle città più inquinate d’Italia. Siamo convinti e convinte – spiegano disoccupati e giovani per il clima – che mai come in questo momento sia necessario fare emergere come crisi sociale e crisi climatica siano collegate, specie in questo paese. Un paese dove quelle poche misure e residui di welfare sono state completamente cancellate – o peggio ancora osteggiate dopo essere state attuate, come sta a dimostrare l’attacco al reddito di cittadinanza – e dove nulle o esclusivamente di facciata sono le azioni messe in campo dai governi per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici”.

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