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La psicoterapeuta lancia l’allarme sulle relazioni tossiche: “Intervenire prima che sfocino in gesti estremi o criminali”

Quasi il 20% della popolazione è intrappolata e i più a rischio sono i giovani. I professionisti della salute devono prevenire

Pubblicato:19-10-2022 13:44
Ultimo aggiornamento:19-10-2022 13:44
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ROMA – Violenza, aggressività, comportamenti che rasentano quelli di un disturbo ossessivo-compulsivo: sono solo alcuni dei segnali visibili di una relazione disfunzionale e tossica che può originarsi da un caso di ‘limerenza’ (ultrattaccamento) ignorato. Ad accendere i riflettori su una patologia tanto diffusa quanto ancora sconosciuta perfino dai professionisti della salute, è Maria Cristina Gori, neurologa e psicoterapeuta.
E’ “il 5% della popolazione complessiva, ma secondo gli esperti è una stima sottodiagnosticata e forse quasi il 20% delle persone si trova intrappolata in una relazione tossica“, come riporta in una nota stampa Consulcesi che insieme all’esperta lancia un corso di formazione ‘Limerenza: quando l’innamoramento diventa patologia’.
I più a rischio, secondo quando riferisce l’esperta, sono “gli adolescenti, maggiormente esposti all’influenza dei social media, ottimi facilitatori del processo di idealizzazione alla base di questa patologia”.

Si tratta di uno stadio quasi ossessivo dell’amore romantico. Una condizione che parte dall’innamoramento, forma di delirio sebbene normalizzata e accettata, caratterizzata da un attaccamento e un bisogno di reciprocità estremi e che porta ad una progressiva alienazione da sé stessi e dalla realtà dalle pesanti conseguenze”, racconta Gori cercando di delineare il complesso quadro di un fenomeno “assolutamente mentale” (ossia indipendente dai segnali mandati dall’altro) che può portare ad essere “disfunzionali nella quotidianità”.
Ed ecco i segnali: “Si smette di essere genitori, figli, perfino compagni; si perde interesse nel mondo esterno, nella propria professione e in tutto ciò che non riguarda l’oggetto di limerenza; si diventa incapaci di guardare oggettivamente e razionalmente ai difetti di questo e non ci sarà comportamento o parola in grado di farci distogliere da questo intenso desiderio”, prosegue l’esperta.
“Nei casi estremi, la limerenza può sfociare in atteggiamenti ossessivi e nei fenomeni di aggressività che ritroviamo sulle prime pagine dei giornali”, avverte Gori che ribadisce il ruolo dei medici e di tutti i professionisti sanitari nella prevenzione e nella diagnosi precoce.
Come spiega ancora la dottoressa, l’idealizzazione dell’amore che caratterizza la nostra Storia e che passa attraverso le arti e la letteratura, fa sì che ancora troppo spesso intendiamo l’amore solo in termini romantici, impedendoci di identificare la tossicità di un rapporto prima che questo sfoci in malessere, o peggio, in “comportamenti criminali”.
Conclude la psicoterapeuta: “Sebbene non vi siano ancora dei criteri di diagnosi universalmente riconosciuti, alcuni strumenti sono già disponibili ai professionisti che dovrebbero essere in grado di riconoscere i segni premonitori di questa ed altre patologie della mente prima che queste danno luogo a situazioni limite e che dovrebbero sensibilizzare giovani e adulti all’ ‘arte di amare’, per citare il noto libro di Erich Fromm”.


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