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Magi (Sumai Assoprof): “Nella sanità subiamo le scelte organizzative degli altri”

Ribaltare questo rapporto, partendo dai professionisti e dalle loro proposte

Pubblicato:19-10-2022 13:08
Ultimo aggiornamento:12-10-2023 13:08

antonio.magi
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ROMA – “Noi, in qualche modo, subiamo scelte e modalità organizzative fatte da altri, che ci arrivano direttamente attraverso decreti ministeriali. Scelte che cambiano la vita dei professionisti senza che i professionisti, e questo sta succedendo sempre più spesso negli ultimi anni, vengano coinvolti”. Lo ha detto il segretario generale del Sumai Assoprof, Antonio Magi, durante la presentazione dell’Accordo Sumai Assoprof- Università Cattolica, svoltasi a Roma in occasione del 54° Congresso nazionale del Sumai Assoprof, dal titolo ‘Pnrr, Missione 6, specialista dove sei?’, che si chiude domani.

“Fino ad oggi- ha proseguito- tutto questo non è stato fatto e noi vogliamo ribaltare questa modalità e questo rapporto. La nostra idea è quella di partire dai professionisti, coloro che, tutti insieme, propongono proposte e modalità organizzative che servono per portare avanti un Servizio sanitario soprattutto in funzione dei bisogni dei cittadini, ma che ci permetterà anche di lavorare nel migliore dei modi e con maggiore tranquillità”.

“Per fare questo- ha poi sottolineato Magi- abbiamo deciso di cominciare questo percorso come Sumai insieme all’Università Cattolica, anche perché la specialistica ambulatoriale da tempo lavora insieme ad altre professioni sanitarie”. “Antonio Magi ha poi ricordato che “l’Italia è l’unico Paese europeo che ha 54 anni di esperienza di specialisti sul territorio. Si tratta di figure specializzate nella medicina e nella specialistica del territorio che da altre parti non esistono”.


“E poi- ha concluso- noi abbiamo un Servizio sanitario nazionale che accoglie tutti, mentre in altri Paesi ci sono ancora le mutue, c’è il ‘sistema Bismarck’, non ‘beverage’ come il nostro, che è universalistico. Bisognerebbe far capire all’Europa la bontà di questo nostro modello, ma capisco come far cambiare idea a tanti Paesi non sia certamente semplice. Noi, però, dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo”.

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