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I sindaci e l’obbligo del coprifuoco spariscono dal testo del nuovo Dpcm

Si tratta di una modifica suggerita dalle vibranti proteste dei sindaci, con il presidente Anci Antonio Decaro in testa

Pubblicato:19-10-2020 08:33
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:04

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ROMA – Così cambia quello che i sindaci hanno battezzato il “coprifuoco” ma che in realtà è un divieto di assembramento in strade e piazze dopo le 21.

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A dire il vero, ‘era’ un divieto. Perché il testo del dpcm nei concitati minuti che hanno preceduto la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte e la firma è  mutato, al punto che la parola ‘sindaci’ e’ scomparsa e quello che sembrava un ordine perentorio (‘i sindaci dispongono’) ed è diventata solo un possibilità (‘può essere disposta la chiusura al pubblico’).


Ecco i testi a confronto. La bozza del dpcm all’articolo 2 bis recitava: “I sindaci dispongono la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.

Il testo definitivo del dpcm 18 ottobre invece riporta: “Delle strade e piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico dopo le ore 21, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.

Si tratta di una modifica suggerita dalle vibranti proteste dei sindaci, con il presidente Anci Antonio Decaro in testa che della prima possibilità non erano stati informati.

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“Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo”, aveva detto Decaro subito dopo la conferenza stampa.

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