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Smog, scattano misure di emergenza in tutta l’Emilia-Romagna

Misure eccezionali per tutte le province ad eccezione di Ravenna

Pubblicato:19-10-2017 13:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:48

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BOLOGNA – Lo smog non allenta la sua tenaglia e così tutte le province dell’Emilia-Romagna, esclusa Ravenna, passano alle misure emergenziali. Da domani a lunedì compreso scatta l’allerta di primo livello a Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini e di secondo livello a Piacenza, dove gli sforamenti sulle Pm10 proseguono da più tempo. In questi ultimi quattro giorni, spiega Arpae in una nota, in Emilia-Romagna sono stati registrati valori elevati di Pm10 sempre superiori ai 50 microgrammi per metro cubo.

VALORI RESTERANNO ALTI ANCHE PER TUTTA LA PROSSIMA SETTIMANA

Nei prossimi giorni il tempo rimarrà stabile, “e si prevede che le concentrazioni di Pm10 rimangano su valori medio-alti in gran parte della regione. Un miglioramento della qualità dell’aria è atteso solo a partire dal fine settimana”. Ed ecco allora che le misure emergenziali vengono estese a Parma, Reggio Emilia, Modena, Carpi, Castelfranco Emilia, Formigine e Sassuolo (Modena); Bologna, Argelato, Calderara di Reno, Casalecchio di Reno, Castel Maggiore, Castenaso, Granarolo, Imola, Ozzano dell’Emilia, San Lazzaro di Savena e Zola Predosa (Bologna); Ferrara e Cento; Forlì, Cesena, Rimini e Riccione. Per Piacenza, visto il superamento dei limiti per il Pm10 per dieci giorni consecutivi, scatta l’allerta di secondo livello.

STOP ALLE AUTO, TERMOSIFONI AL MINIMO E NIENTE FALO’ O BARBECUE

L’allerta di primo livello prevede il blocco della circolazione per i veicoli diesel fino all’euro 4 compreso (in aggiunta al blocco dei veicoli più inquinanti già in vigore da inizio ottobre), l’abbassamento del riscaldamento fino a un massimo di 19 gradi (più due di tolleranza) nelle case, negli uffici, nei luoghi per la attività ricreative o di culto, nelle attività commerciali, nelle attività sportive e, fino a 17 gradi (due di tolleranza), nelle sedi di attività industriali e artigianali. Sono esclusi dal provvedimento ospedali, cliniche, case di cura ed edifici scolastici. Sono vietate inoltre tutte le combustioni all’aperto per qualsiasi tipologia (falò, barbecue, fuochi d’artificio, ecc…) compresi i piccoli cumuli di residui vegetali.


Vietato inoltre utilizzare generatori di calore a biomassa (legno, pellet, cippato, altro) per il riscaldamento domestico in presenza di un impianto alternativo con classe di prestazione energetica ed emissiva inferiore a tre stelle.

di Mirko Billi, giornalista professionista

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