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La mela aiuta a prevenire e combattere il cancro, il Cnr spiega perchè

I ricercatori per prima volta sono andati a studiare in modo specifico quali molecole antiossidanti vanno ad agire e su quali specifiche proteine della cellula

Pubblicato:19-10-2016 11:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:11

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ROMA – Che la mela sia un concentrato di antiossidanti utili alla salute è noto e da qualche tempo sappiamo che alcune molecole del frutto hanno anche proprietà antitumorali. Oggi, grazie a una nuova ricerca, conosciamo in che modo agiscono sulle cellule malate. A firmare la scoperta, su Scientific Reports, un gruppo di ricerca coordinato dall’Istituto di scienze dell’alimentazione del Consiglio nazionale delle ricerche (Isa-Cnr) in collaborazione con il Dipartimento di chimica e biologia dell’Università di Salerno. “Da diversi anni è riportato in letteratura che il succo di mela ha effetti di prevenzione sul cancro al colon retto, ma non è chiaro il meccanismo molecolare, ossia il modo in cui i polifenoli presenti nel succo operano in funzione antitumorale- spiega Angelo Facchiano, ricercatore Isa-Cnr e tra gli autori del lavoro-. Noi abbiamo studiato per la prima volta in modo specifico proprio quali molecole antiossidanti vanno ad agire e su quali specifiche proteine della cellula”.

mele2I ricercatori hanno analizzato tre tipi di melaAnnurca, Red Delicious, Golden Delicious- per identificare e quantificare i principali composti antiossidanti: “I polifenoli della mela ostacolano in particolare la replicazione ed espressione del Dna nelle cellule cancerose del colon, in particolare questo impedisce loro di duplicarsi e far crescere la massa tumorale– prosegue Facchiano-. Inoltre, abbiamo scoperto che le proteine su cui i polifenoli potrebbero agire sono le stesse su cui agiscono alcuni farmaci antitumorali recentemente sviluppati. L’ipotesi, su cui sarà necessario effettuare ulteriori studi, è quindi che alcuni composti presenti nelle mele abbiano un effetto preventivo agendo proprio sugli stessi meccanismi che vengono colpiti dai farmaci”. Sapere che un certo tipo di cellula è il bersaglio a cui mirare “è importante, ma non è sufficiente. Per avere una visione completa e mettere a punto eventuali terapie è necessario conoscere quali sono i meccanismi molecolari e quali proteine sono coinvolte. Oltre che di tecniche di chimica analitica, ci siamo avvalsi di bioinformatica e simulazioni molecolari. È stato possibile riprodurre al computer un gran numero diesperimenti‘ per individuare quali interazioni avvengano tra i composti antiossidanti presenti nelle mele e le proteine dell’uomo: una metodologia che offre grandi potenzialità e opportunità, tra cui quella di limitare la necessità di esperimenti di laboratorio che richiederebbero l’uso di reagenti costosi e strumentazioni complesse”, conclude il ricercatore dell’Isa-Cnr.


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