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BOLOGNA – “Eh no: non lo si dica, non lo si dica proprio. Non si dica che è andata meglio dell’altra volta. Non qui, almeno: qui ci sono 30 centimetri d’acqua in più rispetto all’altra volta e continua a piovere. Non si può mandare un messaggio così”. Valentina e suo marito, ieri sera hanno svuotato casa fino alle 2 di notte. Stamattina hanno ricominciato spalando fango. In un attimo hanno visto il parco che si estende di fronte alla porta di casa diventare un lago. È l’area verde che si apre dietro e davanti alla chiesa di Botteghino di Zocca, sul primo appennino bolognese, lambita dal torrente Zena. Zona che era andata sott’acqua a maggio del 2023 e ci è tornata ieri. “Perchè qui non hanno fatto niente. Nulla. E oggi ci ritroviamo sotto qualcosa che sembrano quattro camion di detriti” ‘scaricati’ sul prato appena risistemato (“e senza fondi pubblici: perchè non c’erano fondi per risistemare il verde; è stato fatto tutto a spese della comunità”), racconta Valentina alla ‘Dire’, sfinita e sconsolata.
Sconsolata, soprattutto perchè sente le Istituzioni, la Regione in primis, dire che stavolta non è andata come l’altra, che stavolta c’erano più difese e opere idrauliche contro l’acqua. “Qua da noi, hanno pulito 20 metri prima e 20 metri dopo la passerella” che scavalca lo Zena e unisce i due lati di Botteghino di Zocca, piccolo centro della Val di Zena nel Comune di Pianoro. “Come si fa a dire ‘è andata meglio’? Qua ci sono bambini che hanno visto l’acqua portarsi via le nostre macchine, un trauma… Ma stiamo scherzando? Qui c’è gente che l’anno scorso ha subito danni enormi- continua la testimonianza della donna- ha dovuto fare sforzi enormi per rimettere a posto e ora si trova daccapo, e mentre ve lo dico qui continua piovere. Queste sono le occasioni in cui si dovrebbero misurare le parole, vengano a vedere che disastro che è stato”.
Ieri l’aria’ che tirava la si è capita presto. “Ho visto quanto pioveva, ho visto il torrente salire e ho chiamato la Protezione civile al pomeriggio, nessuno ha risposto; ho chiamato i Vigili del fuoco. Siamo andati sott’acqua in un’ora sola. Ci hanno detto solo ‘andate via’, e come potevamo? Con l’acqua era impossibile”. Impossibile anche solo raggiungere i vicini. Appena fuori casa acqua alta un metro. “E una corrente pazzesca che ha trasportato detriti sul prato. Oggi sembra un ghiaione”. L’acqua in casa di Valentina è entrata “a cascate, a cascate”, ripete. E mica solo da lei. “Meglio non far leggere quello che si scrive sulla chat del paese… Altro che è andata meglio. In un minuto solo l’acqua ha divelto il recinto fatto di plinti, s’è presa tutto: la legna per l’inverno non c’è più“. Resta solo fango da spalare via: come un anno fa.
“Continuiamo a spalare acqua che continua ad entrare, una cosa veramente immane. È peggio dell’altra volta: come si fa, come si fa a fermare l’acqua solo con le mani?”, si sfogava già ieri sera tardi Valentina nei messaggi audio agli amici che le chiedevano notizie. I sacchi di sabbia? “Sono arrivati solo alle 11” di ieri sera. Il giorno dopo è quasi più difficile ricominciare. Si è visto “Luca (Vecchiettini, il sindaco- ndr): lui, bravissimo: è arrivato stamattina a rendersi conto; anche lui sconvolto. Ci ha detto ‘fotografate, fotografate tutto'” per chiedere i danni “e intanto ci dicono che è andata meglio dell’anno scorso: davvero così non ce la si fa proprio. Guardate, scrivetelo: che si sappia, i danni non sono come quelli dell’altra volta, sono di più”, conclude Valentina.
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