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La figlia di Totò Schillaci: “Sapeva avrebbe perso la sua ultima partita, ma se l’è giocata fino in fondo”

Jessica Schillaci, primogenita del 59enne, racconta Totò come uomo e come padre in una lettera pubblicata su Repubblica

Pubblicato:19-09-2024 13:00
Ultimo aggiornamento:19-09-2024 13:00

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Foto credits: dal profilo Instagram di Barbara Lombardo, moglie di Totò

ROMA – “Era un uomo semplice e la semplicità è una virtù, la stessa virtù che mio padre mi ha lasciato in eredità”. Inizia così il ricordo di Totò Schillaci che oggi, su Repubblica, scrive sua figlia Jessica. La ragazza, infermiera residente a Verona, era tornata a Palermo per stare vicino al 59enne scomparso ieri dopo una lunga battaglia contro il cancro al colon retto.

“Conosco la trafila del fine vita ma intraprendere questo cammino con il proprio padre, con un padre giovane, è davvero lacerante“, spiega la primogenita dell’ex calciatore. “Tre giorni fa, al suo capezzale, io e mio fratello Mattia gli abbiamo detto che davanti all’ospedale c’erano già le tv– scrive- Ci ha risposto: ‘A me importa solo di voi’. E ci ha chiesto scusa perché ha pensato di non essere stato presente tutte le volte che avrebbe voluto, che noi avremmo voluto”.


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“È STATO UN GRAN PADRE”

Un campione partito dal basso, icona del calcio e di quelle Notti Magiche che oggi tutti citano ricordandolo, Schillaci era questo: “Non aveva l’ambizione di tenersi alla larga dalla fama, ma non l’ha nemmeno coltivata, alternando momenti di popolarità a momenti in cui è completamente scomparso dai radar dei mass media. Ed è soprattutto in quei momenti che mio padre è stato un grande padre“.

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“ABBIAMO RICORDATO I MOMENTI PIÙ BELLI DELLE NOSTRE VITE”

Prima che la situazione si aggravasse, “abbiamo parlato, abbiamo anche scherzato finché è stato possibile. Abbiamo ricordato i momenti più belli delle nostre vite, quelli che non si potranno mai dimenticare, che nessuna morte potrà mai portarmi via. Quando papà svoltò, quando fu acquistato dalla Juventus, io avevo due anni e mio fratello Mattia era appena nato. Papà da bambino tifava proprio per la Juve e ci raccontò dell’emozione provata quando incontrò Boniperti, della stretta di mano con il presidente. ‘Per me era un sogno indossare la maglia bianconera’, ci raccontava”.

Tra le righe confessa: “Certamente, non è stato facile dirgli addio. Il suo quadro clinico non lasciava nessuna speranza ma io avrei voluto salvarlo, non è stato possibile. Mi restano i ricordi: le serate felici di una bambina figlia di un calciatore importante e poi di una ragazza che ha il padre chiamato di tanto in tanto in televisione. Come l’anno scorso per ‘Celebrity chef’ di Alessandro Borghese”.

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L’ULTIMA ESTATE INSIEME

Dello scorso luglio gli ultimi ricordi: “Siamo andati al mare a Isola delle Femmine, avrebbe voluto portarmi in barca ma faceva già tanta fatica. Ci siamo accontentati di un bagno al mare e di un super pranzo a base di pesce”.

“UNA PARTITA CHE SAPEVA GIÀ DI AVER PERSO”

Il finale della lettera riprende un post scritto su Facebook nella giornata di ieri: “Papà stavi giocando l’ultima partita della tua vita, sapevi già che l’avresti persa ma te la sei giocata benissimo”. Così ribadisce: “Papà ha iniziato a giocare una partita che sapeva già di avere perso. Ma se l’è giocata fino in fondo pensando non a sé stesso ma alle persone che ha amato e che continuerà ad amare ovunque si trovi adesso. Ovunque siano i suoi occhi fuori dalle orbite”.

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