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La filosofa Saraceno: “Un nuovo welfare della cura libera le donne e tutti”

La studiosa, presente al FestivalFilosofia di Modena, riflette sul tema della cura e del welfare: "Non è solo una questione familiare, ma anche sociale"

Pubblicato:19-09-2021 15:45
Ultimo aggiornamento:19-09-2021 15:45
Autore:

chiara saraceno
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MODENA – “La cura intesa solo per le persone che non possono accudire se stesse”, “come responsabilità solo femminile”. Sono queste le criticità messe sotto la lente dalla filosofa Chiara Saraceno, che al FestivalFilosofia ha portato una lezione dedicata al welfare e al genere, un’analisi che ha a che vedere non solo con le libertà delle donne che hanno il desiderio di essere anche altro e di non dover essere solo destinate alla cura, ma anche con il benessere di tutti.

“Finora il welfare – ha chiarito Saraceno alla Dire, a margine della sua lezione – soprattutto in Italia si è basato sul lavoro gratuito delle donne con costi molto alti per la loro libertà”, un tema rilevante quello di “ampliare libertà alla metà della popolazione che ha desiderio di fare anche altro“, ha precisato. Ma non è tutto. “Si tratta anche – ha aggiunto – di mettere al centro la cura come questione che non può essere sequestrata dentro la famiglia, ma che è sociale, che deve diventare un punto centrale dell’agenda politica per garantire il benessere non solo economico delle persone. Intendiamo la cura solo relativa a quelle persone che non possono accudire se stesse e come una responsabilità femminile”, finché resterà così “i bisogni rimarranno marginali e – ha concluso la filosofa – non si vedrà il bisogno che c’è in società di dare e ricevere cura”.


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