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Nel M5S cresce il malcontento, basta con Di Maio capo politico

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di stampa Dire, per Direoggi | Edizione del 19 settembre

Pubblicato:19-09-2019 15:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:43

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ROMA – Nel Pd c’è maretta, si ragiona su cosa fare per superare le difficoltà create dall’uscita di Matteo Renzi. Sarà un via vai: ogni giorno qualcuno arriverà nel nuovo partito Italia Viva, e qualcun altro entrerà nei Dem.

Anche nel M5S monta la rivolta: è a rischio la poltrona di Di Maio come capo politico del movimento. Oggi è arrivata una secca smentita alle ‘voci’ raccolte dal collega de ‘Il Messaggero’, ma in Italia una smentita è dare due volte la notizia. E comunque, è vero che anche nel Movimento c’è rabbia, ed anche la voglia di vendetta di quanti sono stati bistrattati dal capo politico nella partita del Conte 2.

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Diversi gli esponenti che si sono messi in moto, a cui si è aggiunto anche Di Battista: pure lui promette battaglia perché del Pd non si fida. Vero che sono diversi gli orientamenti politici ma potrebbero saldarsi nella richiesta a Di Maio di mollare la guida del Movimento. In quel caso, è chiaro, che la nuova area si metterebbe in moto per organizzare una nuova maggioranza che spinga e sostenga, per il prossimo futuro, la leadership del premier Giuseppe Conte.

A quel punto, il Movimento diventerebbe grande, senza troppe urla movimentiste, puntando a far crescere chi ha competenze e maturato esperienza nei campi istituzionali. Di queste figure ce ne sono già tante e finora, spiega una fonte del M5S, «sono state scaricate e messe in disparte senza un motivo valido, solo per far posto agli amici stretti». Sullo sfondo, par di capire, dopo lo scossone arrivato con la mossa di Renzi, anche nel Movimento qualcuno pensa ad attrezzarsi al meglio per il prossimo giro elettorale.

Tenendo conto che ci sarà una legge proporzionale senza quota maggioritaria, è chiaro che dentro ogni singola forza politica non conteranno più solo le amicizie ma chi nei vari territori ha consenso vero.

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