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Rai, Commissione vigilanza ripropone Foa presidente

Ora tocca ai consiglieri di viale Mazzini votare

Pubblicato:19-09-2018 16:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:34
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ROMA – Via libera della commissione di Vigilanza Rai alla risoluzione che permette al cda Rai di riproporre il nome di Marcello Foa come presidente della radio tv italiana. Ora tocca ai consiglieri di viale Mazzini votare, poi un nuovo voto in Vigilanza, probabilmente martedì prossimo. Il nome di Foa è passato grazie a un accordo tra Lega, Cinque stelle, Fdi e Forza Italia.

Forza Italia, spiega Giorgio Mulè al termine della seduta della Vigilanza Rai, si è astenuta nella votazione di oggi.

FI: AUDIZIONE FOA MIGLIORE GARANZIA DI TRASPARENZA

“Sul vertice Rai, Forza Italia ha posto fin dall’inizio una questione di metodo e non di nomi. La norma vigente dal 2004 impone, saggiamente, un confronto tra maggioranza e minoranze, senza il quale è impossibile raggiungere il prescritto quorum dei 2/3 della Commissione di Vigilanza, necessario per rendere effettiva la designazione del Presidente della Rai da parte del Cda dell’azienda”. Lo affermano in una dichiarazione congiunta i parlamentari di Forza Italia in Commissione di Vigilanza Rai, Giorgio Mulé, Maria Alessandra Gallone, Maurizio Gasparri, Renato Schifani, Patrizia Marrocco, Andrea Ruggieri. “In una prima fase questo confronto è stato insufficiente. Ora, grazie alla approvazione dell’emendamento di Forza Italia alla risoluzione oggi all’esame della Commissione bicamerale, il confronto preventivo, volto a individuare una figura che svolga una funzione di garanzia super partes, si rafforza. Infatti abbiamo chiesto e ottenuto con un atto innovativo, nello spirito della legge del 2004 e rafforzandone la volontà di sottrarre alla maggioranza pro tempore un autonomo potere di scelta, che il presidente designato dal Cda Rai venga ascoltato dalla Vigilanza prima del voto per la eventuale decisiva verifica. In tal modo, come in analoghe procedure parlamentari, la scelta avviene in assoluta trasparenza e conoscendo in quale modo il possibile presidente intenderebbe garantire il pluralismo e l’indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo e gli obiettivi indicati dal contratto di servizio approvato dalla Commissione parlamentare di Vigilanza. Trasparenza e partecipazione consapevole alle scelte, sulla base di contenuti e non solo di nomi. Ciò che Forza Italia ha chiesto da tempo con determinazione. Consentire a maggioranza e opposizioni di ascoltare il Presidente Rai in pectore è la migliore garanzia di trasparenza. E su questo Forza Italia rivendica orgogliosamente il risultato raggiunto”, concludono.


TIRAMANI: “GRAZIE A DIALOGO E MATURITÀ DELLA LEGA SUPERATI I CAPRICCI DEL PD”

Grazie al grande lavoro della Lega finalmente la Rai avrà il suo presidente. Siamo riusciti a sbloccare l’assurda situazione di stallo provocata dai capricci del Pd che con il suo ostruzionismo ha bloccato il servizio pubblico e ora agita l’ipotesi di ricorsi. Contrariamente a quanto vorrebbe far credere il Pd la Lega ha ascoltato le istanze di tutti i gruppi politici, anche quelli di minoranza. Prova ne è che abbiamo approvato emendamenti presentati da FI, Fdi e Leu. Ancora una volta abbiamo dato prova di maturità e dialogo per consentire alla televisione pubblica di avere una guida”. Lo dichiara il deputato della Lega Paolo Tiramani, capogruppo della commissione di vigilanza Rai e primo firmatario della risoluzione.

DELLA VEDOVA (+EU): LA NOTIZIA È CHE FI ENTRA IN MAGGIORANZA

“La Rai avrà il Presidente gradito dalla maggioranza, e non è una notizia. Foa, campione del nazionalismo antieuropeista, è un segno dei tempi; tempi grami, ma questi sono i tempi. La nuova maggioranza Lega, M5S e Forza Italia è invece una notizia. Il Presidente del Parlamento europeo Tajani tace: acconsente?”. Lo scrive su twitter Benedetto Della Vedova, coordinatore di +Europa.

ANZALDI (PD): ABUSO LEGA-M5S CAPOVOLGE LEGGE, MATERIA PER AVVOCATI

“Con questo abuso votato a maggioranza, con il voto contrario delle opposizioni e l’astensione di Forza Italia, Lega e M5s hanno capovolto la legge: non è più il Cda Rai che vota il presidente, ma la Vigilanza che intima ai consiglieri chi devono votare. Si tratta di altro materiale per gli avvocati”. Lo scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. “Per citare la sentenza della Corte dei Conti- prosegue Anzaldi- sul caso Meocci, se ora i consiglieri eseguiranno l’ordine arrivato dai partiti di maggioranza, si renderanno responsabili della ‘manifestazione di una volontà pervicacemente e supinamente adesiva alla volontà politica’. E’ evidente, infatti, che per Lega e M5s Foa deve essere nominato a tutti i costi. Costi che ricadranno, però, sui singoli consiglieri. Foa, infatti, è già stato votato e bocciato, non basta una risoluzione illegittima scritta dai parlamentari di Salvini a modificare questa realtà”.

DE PETRIS: GRAVE VIGILANZA CONTROFIRMI ACCORDI PRESI AD ARCORE

“La commissione di Vigilanza ha votato una risoluzione che è di fatto il via libera alla nomina di Marcello Foa, già bocciato dalla stessa Vigilanza meno di due mesi fa, a presidente del cda Rai. E’ molto grave che la commissione si sia assunta un simile compito invece di lasciare che fosse il cda ad assumersi la proprie responsabilità”. Lo afferma la senatrice di LeU Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto e membro della commissione di Vigilanza Rai.

“Con questo voto la Vigilanza si limita a controfirmare accordi presi al di fuori delle sedi proprie, addirittura nella villa di Arcore, e regala a Salvini, che ottiene la nomina che reclamava e ricompatta il centrodestra, una vittoria che peserà anche nella conduzione dell’azienda e nelle prossime nomine”, prosegue la presidente De Petris. “E’ ancora più incredibile che la trattativa tra Salvini e Berlusconi, che ha portato al rovesciamento di posizioni di Fi, e certo non in cambio di nulla, si sia svolta senza un fiato e con la complicità dell’M5S. Eppure è quello stesso M5S che tuonava contro il conflitto di interessi. Impossibile credere che Di Maio non si sia accorto che mai prima, neppure negli anni dei governi Berlusconi, quel conflitto era stato così immenso e così sfacciato”, conclude la senatrice di LeU.

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