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Energia, Terna: “Uscita dalle fonti tradizionali avvenga con gradualità”

ROMA - "E' necessario che l'uscita dalle fonti di energia tradizionali avvenga con gradualita' controllata", ad esempio "il termoelettrico a

Pubblicato:19-09-2018 09:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:34
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ROMA – “E’ necessario che l’uscita dalle fonti di energia tradizionali avvenga con gradualita’ controllata”, ad esempio “il termoelettrico a 77mila megaWatt del 2012 e’ un lontano ricordo, ora sta scendendo sotto i 60mila MW”, perche’ “con il crescente ruolo delle rinnovabili elettriche le termiche abbandonano”. Ma questo fenomeno “va controllato, e per evitare conseguenze preoccupanti serve un margine di riserva, per i momenti di stress”, quando non vi fosse potenza da rinnovabili e si rendesse necessario immettere elettricita’ nella rete, ad esempio attivando una centrale. Pero’ “ora la riserva si e’ ridotta di molto” e l’attuale “riserva da 6mila MW equivale all’import, quindi significa siamo nelle mani dell’import, ma non possiamo mettere la sicurezza energetica dell’Italia nelle mani di Paesi fornitori, che esportano solo per convenienza economica, per spread fra i prezzi” fra noi e loro. Luigi Michi, responsabile Sviluppo e dispacciamento di Terna, lo dice in audizione alla commissione Industria del Senato.

Da stagionale, con picchi estivi e invernali, “oggi il momento di stress si presenta progressivamente nei momenti in cui il solare tende ad abbandonare fisiologicamente, con il tramonto- segnala Michi- e a quel punto e’ necessario avere risorse adeguate e programmabili per sostenere la domanda di energia in modo consono e coerente, e in modo che i cittadini non si accorgano di niente” anche di fronte a “fenomeni repentini che richiedono riserve adeguate”.

“SERVONO ALTRI 5.000 MW ACCUMULI A SUD PER RINNOVABILI POMPAGGI E BATTERIE SONO CHIAVE PER RAGGIUNGERE TARGET CON ADEGUATA RETE”


“I pompaggi e gli accumuli sono un elemento chiave e fondamentale per conseguire i target sulle fonti rinnovabili”. Luigi Michi, responsabile Sviluppo e dispacciamento di Terna, lo dice in audizione alla commissione Industria del Senato. Pero’ “servono altri 5mila megaWatt di storage, soprattutto pompaggi ma anche batterie elettrochimiche, e servono nel sud Italia”, dove si concentrano larga parte dell’eolico e del fotovoltaico, spiega Michi, tenendo presente che un tale aumento di capacita’ di stoccaggio nel Meridione “consente di sfruttare meglio una risorsa molto intensa al Sud”. In tutto cio’, ribadisce, guardando al futuro “noi su 50 mila MW di rinnovabili traguardiamo altri 5mila MW di accumuli, pompaggi e batterie”. Sul fronte delle rinnovabili “l’Italia non e’ messa male, siamo a un buon punto di partenza per una penetrazione forte delle rinnovabili”, dice il responsabile Sviluppo e dispacciamento di Terna, “partiamo da 30mila MW di rinnovabili non programmabili, non programmabili almeno secondo certi criteri”. Si tratta di “20mila MW di fotovoltaico 10mila MW di eolico” con il quale si toccano “gia’ oggi punte penetrazione delle rinnovabili intorno al 40% mensile, oltre il 60% giornaliera e fino al 90% per la singola ora”.

Insomma, “si puo’ fare, la decarbonizzazione e’ a portata di mano, si puo’ ottenere con piani strutturati su risorse”, dice Michi. In tutto cio’ “gli accumuli devono creare le condizioni perche’ l’energia sia stoccata e poi distribuita in modo programmato e programmabile per il beneficio del sistema elettrico”, prosegue Luigi Michi, responsabile Sviluppo e dispacciamento di Terna. “Lo storage e’ una risorsa chiave in tutte sue modalita’, che vanno scelte in base a peculiarita’- spiega Michi- Serve una grande intensita’ concentrata per l’eolico? Serve un pompaggio. Serve una capacita di storage per comunita’ di autoproduttori distribuite? Serve l’elettrochimico. C’e’ un ruolo della stagionalita’? L’acqua e’ disponibile solo in certi periodi”. Con gli accumuli “le risorse possono essere beneficiate anche a distanza”, dice il responsabile Sviluppo e dispacciamento di Terna, ma “serve una adeguata magliatura di rete per distribuirle” e da questo punto di vista “l’accumulo e’ una risorsa principe nella transizione energetica” perche’ “puo’ contribuire a rendere programmabile nello spazio e nel tempo la risorsa rinnovabile”.

Cio’ detto “il pompaggio ha cambiato molto il suo ruolo e impiego, eravamo abituati inizio 2000 a cicli di pompaggio molto incisivi”, segnala Michi, si tratta di “una macchina straordinaria che ha un rendimento del 70%”, quindi recupera fino al 70% dell’energia dell’acqua che cade. “Il pompaggio in condizioni di mercato funzionera’ solo quando il prezzo di vendita e’ superiore del 40% al prezzo che ha pagato l’energia necessaria per pompare in alto l’acqua”, e allora “se c’e’ questa distanza, come capitava nel 2008 con un costo 100 a mezzogiorno e 30 di notte, allora si pompa, e chi ha pompaggi lo faceva”. Oggi, invece, “questa differenza di prezzo non c’e’ piu grazie alle rinnovabili- spiega Michi- quindi il pompaggio perde il ruolo sul prezzo ma acquisisce quello importantissimo per la stabilizzazione e lo stoccaggio, e questo e’ un servizio che non puo’ innescare il mercato ma che viene innescato da un operatore mercato come siamo noi”.

“Con i pompaggi dei quali non siamo proprietari ma che oggi sono a nostra piena disposizione, facciamo quel che vogliamo e li manovriamo”, prosegue Luigi Michi, responsabile Sviluppo e dispacciamento di Terna, “su 7mila megaWatt in Italia mille sono nelle nostre mani”, ma “purtroppo sono tutti nel nord Italia, pero’ il fotovoltaico e’ a sud”. Vanno quindi realizzati impianti dove servono, “ma deve essere tutto parallelato” e “serve una cabina di regia per uno sviluppo adeguato”, perche’ “se vanno avanti solo le rinnovabili le congestiamo e non servono, ma se vanno avanti solo i pompaggi spendiamo, e se va avanti solo la rete non va”, dice il responsabile Sviluppo e dispacciamento di Terna. Insomma, “se c’e’ una chiave di lettura da tener presente nella transizione energetica e’ che se vogliano passare efficacemente alla decarbonizzazione, a una pluralita’ di risorse distribuite, se lo vogliamo dovremo impostare il nostro modo agire e operare su piani paralleli: non una risorsa alla volta ma il parallelismo di piu’ risorse che concorrono a questi obiettivi”, conclude Michi, “serve uno sforzo sia dei gestori, che dei fornitori, che della politica”.

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