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Chikungunya, quello di Roma è un focolaio autoctono

E oggi il Comune di Roma ha di nuovo respinto le accuse: "I nostri trattamenti hanno funzionato meglio di quelli di altri"

Pubblicato:19-09-2017 16:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:42

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ROMA – A quanto apprende l’agenzia Dire da più fonti sanitarie, Roma è considerata focolaio autoctono di chikungunya, il virus trasmesso dalle zanzare tigre infette. Tra i 7 casi finora accertati nella Capitale ce ne sono alcuni che riguardano persone che non hanno soggiornato nel comune di Anzio (anch’esso focolaio autoctono, ma di grande dimensione) o in altre aree del Lazio, ma si sono ammalate a Roma. Oggi la commissione Ambiente del Comune di Roma ha invece rigettato “l’accusa”, sostenendo – anche con un foglio diffuso durante la seduta – che ‘il focolaio non è a Roma’.

Al momento i casi accertati hanno riguardato il quadrante Est e Sud della Capitale, ma non è escluso che nelle prossime ore ci siano nuove segnalazioni anche da altre zone. Secondo quanto previsto dal piano nazionale di sorveglianza e controllo, nelle aree dove sono stati segnalati casi autoctoni singoli – come a Roma – o focolai epidemici di antivirosi in presenza del vettore, è necessario intervenire con “trattamenti adulticidi (1 ciclo), spaziale con prodotti abbattenti, della vegetazione (erba alta, siepi, cespugli) fino a un’altezza di 3-4 metri; trattamenti su suolo privato e pubblico, all’interno di un’area compresa entro 200 metri di raggio intorno all’abitazione del caso; trattamenti dei focolai larvali non rimovibili con prodotti larvicidi; replica di tutti gli interventi in caso di pioggia; in caso di epidemia ripetere comunque l’intero ciclo dopo la prima settimana, poi seguendo le indicazioni del monitoraggio di larve e adulti; follow-up previsto per tutta la stagione a rischio”.


di Alessandro Melia, giornalista professionista

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