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Il Dalai Lama a Firenze: “Quando uccidi non sei religioso, sei solo un terrorista”

Partecipa al festival delle Religioni al Mandela Forum

Pubblicato:19-09-2017 09:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:42

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FIRENZE – Il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso è oggi a Firenze. Partecipa al festival delle Religioni al Mandela Forum.

“SE UCCIDI NON SEI PIÙ MUSULMANO, MA TERRORISTA”

“Sentiamo spesso ai giorni nostri affiancare il termine terrorista a quello di religioso. Sono molto contrario a denominare così un religioso, poiché nel momento in cui uccidi non sei più musulmano o buddista, sei semplicemente un terrorista“, afferma il Dalai Lama Tenzin Gyatso nel corso del dibattito ‘La libertà nella regola’ moderato dalla presidente Rai, Monica Maggioni.

Il Dalai Lama ha riportato alcune associazioni che si fanno oggi fra musulmani, ma anche tra buddisti e terrorismo.


“L’attività principale del praticante musulmano è di amare tutto il creato di Allah- replica-. Nel momento in cui uccidi qualcuno smetti di essere musulmano. I capi di governo, invece, manipolano le religioni per mettere gli uni contro gli altri“.

Il capo spirituale dei monaci buddisti lancia un messaggio di ottimismo sul ruolo della fede nel mondo. “Per esempio, ci dobbiamo fare una domanda- chiarisce-: è possibile stabilire in modo certo l’armonia religiosa nel mondo? Al mille per cento vi dico di sì”.

Un esempio, a suo avviso, “è l’India, un continente in cui convive più di un miliardo di persone, dove ci sono tanti problemi interni eppure tutte le filosofie e religioni stanno in contatto le une con le altre”.

D’altro canto, il Tibet stesso ha un’esperienza positiva di convivenza pacifica con altre comunità religiose, specie con quelle islamiche. “Il V Dalai Lama accolse una piccola comunità musulmana- afferma-. Gli fece costruire una moschea, e i tibetani hanno imparato tantissimo dai musulmani sul commercio e su tante altre cose, credo che anche loro abbiano appreso qualcosa. I musulmani erano pacifici”.

Una piccola comunità, al tempo, arrivò anche dalla Cina. “Erano più belligeranti- evidenzia-, forse perché laggiù si occupavano della macellazione”.

“TERRIBILE CHE LE RELIGIONI VENGANO USATE PER CONFLITTI”

“Ci sono conflitti religiosi. È una cosa terribile che le religioni che sono portavoce della compassione vengano usate col fine di alimentare le divisioni. Ad esempio, in Egitto fra cristiani e musulmani, ci sono poi scontri fra musulmani. È completamente ridicolo, inutile usare la religione come metodo di conflitto“, spiega il Dalai Lama.

“I conflitti religiosi sono avvenuti, recentemente anche fra differenti gruppi di buddisti e fra i tibetani, questo è veramente terribile perché la religione insegna altro all’uomo. Il settarismo- prosegue- nasce per mancanza di comprensione del valore dell’altra persona, dell’altro modo di pensare”. In altri termini, sottolinea, “la differenza è indispensabile, non deve diventare un problema. Chiunque sia religioso- sostiene- dovrebbe essere responsabilizzato per andare veramente in fondo alla pratica della fede, senza prenderla superficialmente”.

LA CONSEGNA DEI SIGILLI DELLA PACE

Il sindaco di Firenze, Dario Nardella ha consegnato in apertura del festival delle religioni in corso al Mandela forum i sigilli della pace al XIV Dalai Lama.

“Ho l’onore di consegnarle questa storica onorificenza adottata nel XV secolo dalla magistratura fiorentina come simbolo di pace e libertà, perché non c’è libertà senza pace- spiega il primo cittadino-. Questo sigillo nel recente passato è stato consegnato a personalità di levatura internazionale. È un onore per una città che costruisce ponti e abbatte i muri”.

La strada del dialogo, aggiunge, “passa dalla cultura, come vero antidoto dell’ignoranza, quindi della paura e dell’indifferenza. Sempre di più deve esserci un contatto col diverso, con lo straniero, con il debole”. Firenze, sottolinea Nardella, “è stata la prima città ad aver cancellato la pena di morte dall’ordinamento penale. Questa testimonianza- sostiene- non può essere legata solo al passato. Richiama tutti i popoli ad vere rispetto della vita“.

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