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De Lillo (Omceo Roma): “Medici e pediatri di base garantiscono assistenza continua”

"Necessaria una riforma delle scuole di specializzazione"

Pubblicato:19-08-2024 16:03
Ultimo aggiornamento:19-08-2024 16:39

Stefano De Lillo
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ROMA – “Innanzitutto voglio tranquillizzare i pazienti e la popolazione, perché i servizi essenziali sono totalmente attivi e medici e pediatri di base garantiscono pienamente l’assistenza continua, fatta a proprie spese grazie ai sostituti. Ecco, quindi, che non ci sarà certamente alcun tipo di disservizio”. Lo afferma il vicepresidente dell’Ordine dei Medici-chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Roma, Stefano De Lillo, commentando l’allarme ‘carenza di medici di base in Italia, ormai cronica intorno al 30%’, lanciato oggi dal Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (Snami).
“Quello che è certo e che giustamente ha sottolineato lo Snami- prosegue- è che per colpa di un errore di programmazione si sta verificando quello che abbiamo denunciato da tempo, ovvero la carenza strutturale di medici e specialisti“.
Cosa fare? “Da un lato- risponde De Lillo- il governo ha raddoppiato le iscrizioni alla facoltà di Medicina e aperto nuove sedi universitarie. Tutto questo, ovviamente, avrà bisogno di tempo per andare a regime ed è importante che gli organici vengano ampliati ed il Ssn reso più attrattivo. Anche in questo caso mi sembra che la Regione Lazio stia provando a rispondere grazie ai nuovi piani di assunzioni”.
“Un tema che mi sento di porre in evidenza- ricorda inoltre il numero due dell’Omceo Roma– è anche quello di una necessaria riforma delle scuole di specializzazione: quello che a cui assisteremo sempre più sarà, infatti, la carenza di specialisti. Per questo l’esecutivo dovrebbe cercare di porre mano alla riforma dell’attuale sistema delle scuole di specializzazione che, a causa del concorso unico nazionale, vedono determinarsi la non copertura di circa il 20% delle specializzazioni”.
“D’altro canto- conclude Stefano De Lillo- è necessario trovare forme di incentivazione per quelle specialità più in difficoltà. Anche in questo caso c’è bisogno dell’intervento del governo attraverso riforme strutturali: mi riferisco a quella della depenalizzazione dell’atto medico e all’aumento degli stipendi dei medici. Solo così si potrà tentare di porre un argine al fenomeno della fuga dei medici dai nostri ospedali e, soprattutto, alla fuga verso l’estero dei nostri giovani medici”.

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