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Biden: “Una tregua a Gaza è ancora possibile”. Tra Blinken e Netanyhau “incontro positivo”

Il segretario di Stato americano è arrivato a Tel Aviv

Pubblicato:19-08-2024 09:36
Ultimo aggiornamento:19-08-2024 14:34

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ROMA – “I negoziati sul cessate il fuoco? Sono ancora in corso, non molliamo, la
tregua è ancora possibile
“. È un Joe Biden speranzoso quello che da Camp David, alla prima convention con Kamala Harris, affronta la questione mediorientale. Sono giorni concitati in cui si lavora con costanza per frenare l’escalation del conflitto nella Striscia di Gaza. “Vogliamo il cessate e il fuoco e vedere liberati gli ostaggi”, ha aggiunto la vicepresidente.

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato a Tel Aviv per incontrare il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il colloquio è durato per quasi tre ore. L’ufficio del premier ha spiegato che è stato “positivo” e che si è svolto in una “buona atmosfera”. L’impegno di Israele nei confronti della proposta delineata a Doha è reale e “tiene conto delle esigenze di sicurezza di Israele, su cui insiste fermamente”.    

La visita è partita con l’incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog. A lui, parlando dell’esito dei negoziati, ha detto: “Questo è un momento decisivo, probabilmente la migliore, forse l’ultima, opportunità per riportare a casa gli ostaggi, per ottenere un cessate il fuoco e per mettere tutti sulla strada migliore per una pace e una sicurezza durature”. Così Blinken, secondo quanto riportano le testate internazionali, ha chiesto al Paese di collaborare per non “far deragliare” gli sforzi di questi giorni.

HAMAS RESPINGE LA PROPOSTA STIPULATA A DOHA

Hamas, in una dichiarazione ufficiale, ha respinto la proposta di mediazione stipulata a Doha nel fine settimana. Un segno – secondo Netanyhau – che l’organizzazione “pone nuove condizioni e richieste” per ostacolare i colloqui e prolungare la guerra a Gaza. A scriverlo è The Times of Israel. Il primo ministro si sarebbe detto pessimista sull’arrivo di un accordo comune a tutti.

Riteniamo Netanyahu  pienamente responsabile per aver ostacolato gli sforzi dei mediatori e per aver ostacolato un accordo”, scrive Hamas, aggiungendo che il  primo ministro è responsabile della vita degli ostaggi tenuti in  ostaggio. Per l’organizzazione l’unica proposta valida è quella lanciata lo scorso 2 luglio: ovvero il ritiro delle truppe dell’Idf, il rilascio degli ostaggi e il cessate il fuoco permanente.

ORDIGNO ESPLODE A TEL AVIV

Le ultime notizie, intanto, segnalano l’esplosione di un ordigno a Tel Aviv. Un uomo di 50 anni, la cui identità non è stata ancora resa nota, è rimasto ucciso. Sarebbe stato lui a portare la bomba in uno zaino e a posizionarla vicino un camion. La polizia non esclude la possibilità che si tratti di un attentato. Hamas ha rivendicato il gesto.

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