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GENOVA – Il “caso Toti” arriva anche in Parlamento. Ci entra dalla finestra, con una interrogazione di Noi Moderati, ma si prende subito la scena con la risposta del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. La richiesta, illustrata dal deputato Francesco Saverio Romano, è mossa dall’intervento di due componenti laiche del Csm di area centrodestra, Claudia Eccher e Isabella Bertolini, per una verifica disciplinare sui magistrati che compongono il Tribunale del Riesame di Genova per “abnormità, illogicità della motivazione ed emissione di un provvedimento restrittivo della libertà personale fuori dai casi consentiti dalla legge”, riguardo all’ordinanza emessa dall’organo collegiale con cui viene confermata la necessità degli arresti domiciliari per il governatore ligure, sospeso dal 7 maggio scorso.
Nordio è intervenuto a gamba tesa: “Siamo convinti che nessuna inchiesta può e deve condizionare la legittimità di una carica politica o amministrativa che è stata determinata dalla volontà popolare. Vi è un’assoluta indipendenza tra i due processi”, ha detto senza esitazione, non prima di aver sottolineato l’assoluta indipendenza della magistratura. Poi, però, il Guardasigilli ha aggiunto: “Non posso né criticare né commentare” l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Genova con cui viene rigettata la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per il presidente della Regione Liguria sospeso Giovanni Toti. “Posso dire che l’ho letta con grande attenzione e che, a suo tempo e anche di recente, ho letto e riletto con grande attenzione la ‘Fenomenologia dello spirito’ di Hegel e sono riuscito a capirla. Ho letto questa ordinanza e non ho capito nulla“. E a sostegno del governatore ligure sospeso e agli arresti domiciliari dal 7 maggio scorso, nell’ambito della maxi inchiesta per corruzione, ha sottolineato: “Siamo convinti che il garantismo consista nell’enfatizzazione della presunzione di innocenza prima della condanna e nella esecuzione della certezza della pena una volta che la condanna è intervenuta“.
La replica è toccata al presidente del partito, Maurizio Lupi, a cui fa riferimento anche Giovanni Toti: “Non è più il ‘caso Toti’, è un caso che riguarda tutti i cittadini, politici o non politici”. Lupi, inoltre, a proposito della manifestazione delle opposizioni, con Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli, che si è tenuta a Genova, has invitato i colleghi parlamentari di “maggioranza e opposizione” a “evitare di fare dibattito politico sull’azione dei magistrati o sulla limitazione della libertà di cittadino, anche se questo si chiama Giovanni Toti ed è presidente della Regione”. Poi, però, anche lui analizza l’ordinanza del Riesame: “Secondo i magistrati, se uno si difende e non si dice colpevole, allora può reiterare il reato: quindi, l’unica possibilità per essere libero in una fase di indagini preliminari, sarebbe quella di dimettersi“.
Lupi, infine, ha chiesto dove si posiziona “il giusto equilibrio tra i legittimi interessi e diritti della magistratura a portare avanti le inchieste e il diritto legittimo di non vedersi privato della libertà in una fase di inchiesta, non nella fase conclusiva di un processo. Dove sta il giusto equilibrio per chi è stato eletto a rappresentare un organo costituzionale?”. Nel frattempo, però, Toti è stato indagato anche per finanziamento illecito legato alla campagna per le elezioni comunali del 2022 a Genova e ha ricevuto una nuova misura cautelare di arresti domiciliari.
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