G7, Giannini (Unesco): “La scuola etica è anche digitale, la sfida è in Africa”

Non solo un'educazione di qualità, equa e inclusiva, ma anche globale, che garantisca a tutti il pieno accesso ai benefici della tecnologia e la massima possibilità per lo sviluppo del proprio potenziale

Pubblicato:19-07-2024 14:55
Ultimo aggiornamento:19-07-2024 14:56

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GENOVA – Non solo un’educazione di qualità, equa e inclusiva, ma anche globale, che garantisca a tutti il pieno accesso ai benefici della tecnologia e la massima possibilità per lo sviluppo del proprio potenziale.

Il G7 dell’Istruzione, ospitato dal 27 al 29 giugno scorsi a Trieste, nell’anno della presidenza italiana, prova ad andare oltre all’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 dell’Onu e renderlo ancora più attuale rispetto alle sfide del nostro tempo.

Per la prima volta in un meeting internazionale dei “sette grandi del mondo” è stata invitata anche l’Unione africana ed è proprio sulla necessità di ridurre il gap di accesso all’istruzione tra i Paesi avanzati e quelli del Terzo mondo che si concentra buona parte degli obiettivi finali della dichiarazione condivisa dai ministri dell’Istruzione.

“Essere cittadini globali oggi significa anche essere cittadini digitali e avere dalla scuola quelle competenze e quella conoscenza degli strumenti tecnologici innovativi che consentono una personalizzazione dei percorsi educativi e un aiuto a chi è più in difficoltà o a chi ha disabilità”, afferma all’agenzia Dire l’ex ministra Stefania Giannini, vicedirettrice generale dell’Unesco per l’educazione, tirando le somme dei lavori del G7, a cui ha partecipato in prima persona.

Anche l‘Unesco ha tra le sue proprietà il sostegno agli Stati africani per raggiungere un’educazione primaria e secondaria generale e l’accesso a un’educazione superiore di qualità e a opportunità di ricerca. “Gli Stati membri dell’Unesco- ricorda Giannini- hanno adottato due anni fa il primo trattato internazionale, una raccomandazione, sull’etica dell’intelligenza artificiale che include un capitolo importante sull’educazione e sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’educazione.

Avere un approccio etico significa non perdere mai di vista la centralità dell’insegnante, l’importanza di dare competenze a studenti e insegnati per usare la tecnologia al servizio dell’essere umano e non il contrario”. E una decina di Stati sta già implementando questa raccomandazione a livello nazionale. Ma non basta. “C’è anche la dimensione del dialogo necessario e inevitabile con il mondo delle imprese: le piattaforme informatiche sono gestite, prodotte e possedute da grandi gruppi privati, che sono dentro all’equazione, ma devono condividere questo sistema valoriale”, afferma l’ex ministra.

Attenzione, però. “Se non si supera il divario” tra Paesi avanzati e Paesi in difficoltà “con investimenti infrastrutturali- avverte Giannini- sarà difficile arrivare all’obiettivo: il Sud del mondo rischia di restare fuori da questo processo rivoluzionario” La realtà, infatti, parla di un’Africa in cui “l’80% degli studenti non ha accesso a Internet, a fronte di una media globale che si attesta a circa il 50%. Sempre in Africa, c’è una carenza di 17 milioni di insegnanti qualificati da oggi al 2030, se vogliamo essere seri nell’ottenere gli obiettivi di istruzione di qualità e inclusiva per tutti. E’ un tema assolutamente urgente da affrontare”.

In quest’ottica, la vicedirettrice dell’Unesco loda l’invito al G7 dei rappresentanti dell’Unione africana “non solo per ascoltare, ma per portare le istanze del continente. Il ministro Valditara ha lanciato una proposta: un piano per l’Africa che dagli Stati membri del G7 possa portare tutti questi temi a un tavolo internazionale. L’Unesco ha l’Africa come priorità globale, quindi siamo pronti a collaborare”.

E un aiuto, in questo senso, può arrivare anche dagli studenti. “Credo che gli studenti abbiano ben chiaro che l’istruzione è un diritto fondamentale e inalienabile- sostiene l’ex ministra- se non si può andare a scuola, non è qualcosa di superfluo che ci viene tolto, ma di essenziale per lo sviluppo del potenziale umano e per una vita decente. Credo che gli studenti oggi siano molto più consapevoli di essere cittadini globali e questo è ciò a cui la scuola deve veramente mirare”.

D’altronde, ricorda Giannini, “l’obiettivo dell’Agenda 2030 di un’istruzione di qualità, veramente per tutti e inclusiva è un obiettivo ambizioso”. Ma solo in questo modo è possibile mettere in pratica quanto è stato condiviso nei giorni triestini, ovvero la necessità di “valorizzare il potenziale umano, il potenziale intellettuale di ogni studente: significa veramente mettere gli studenti al centro del processo educativo”.

E la scuola, in questa fase, ha sete di innovazione. “La scuola vuole aprirsi alle comunità, al mondo delle imprese, alla rivoluzione tecnologica che può portare molti benefici, ma anche dei rischi contro cui abbiamo strumenti per intervenire- conclude la vicedirettrice dell’Unesco- nella scuola gli studenti devono poter trovare soluzioni e risposte. La scuola deve continuare a sviluppare i valori e una visione del mondo centrata sullo sviluppo sostenibile e sull’idea che la transizione ecologica e digitale sono due parti della stessa storia. Una storia che la scuola deve essere in grado di anticipare”.

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