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E quando sarà vera crisi di Governo? Risate e battute… nessuno ci crederà

L'editoriale di Nico Perrone, direttore dell'Agenzia di stampa Dire, per DireOggi | Edizione del 19 luglio 2019

Pubblicato:19-07-2019 15:24
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:32

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ROMA – Una giornata di furiosi scontri, a suon di accuse di tradimento e di coltellate alla schiena. Di parole dure: «Non mi fido più di Di Maio…» e velenose repliche: «Salvini voleva un posto da Commissario europeo…». Dopo 24 ore è tempo di pasticcini e caffè. Anzi, caffè meglio di no, non si sa mai.

Tra Di Maio e Salvini oggi si cerca la strada del dialogo. Capito l’andazzo, che probabilmente non ci sarebbero state subito le urne ma la ricerca di un’altra maggioranza di Governo, i due ‘fratelli coltelli’ hanno deciso che forse è meglio proseguire insieme. Qualsiasi altra soluzione, infatti, partirebbe da «Quei due no», quindi meglio tirare avanti.

Per i ‘grillini’ va tutto bene, interpellati si mostrano tranquilli e baldanzosi: «Salvini solleva questo “can can” – spiega una fonte del M5S – per tener basso il “Russiagate”. Loro friggono ma noi siamo tranquilli, sappiamo che si va avanti, anche con le litigate il Governo non è a rischio».


Questo in casa dei ‘grillini’, ma dentro al corpaccione della Lega, tra i militanti che su al Nord corrono a sentire i dirigenti locali, la rabbia è tanta, fortissima la voglia di mandare il M5S a spalare nei campi. Lo stesso Governatore del Veneto, Luca Zaia, ad esempio, ogni giorno è costretto a urlare il suo schifo contro il M5S perché è in gioco la sua faccia. Si è speso per l’Autonomia rafforzata e ogni giorno, nonostante Salvini al Governo, vede il M5S picconare a tutto spiano il suo progetto.

Alla fine «sarà Autonomia raffazzonata», scherza un parlamentare dell’opposizione. Ce la farà Salvini a reggere l’urto interno? Anche la figuraccia fatta fare al sottosegretario Giancarlo Giorgetti, in pole position per diventare Commissario europeo e poi costretto a ritirare la sua candidatura, avrà il suo peso.

Perché Giorgetti è in linea con l’anima della Lega ed è da tempo che spinge per stracciare il contratto dei No. Ma il leader della Lega preferisce ingoiare i rospi, pur di non ritornare all’opposizione con Silvio Berlusconi. Per questo diventa vitale un ‘rimpasto’ di Governo, con qualche ministro della Lega in più.

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