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Ergastolo a padre omicida, la mamma di Laura Russo: “Fatta giustizia”

Laura Russo fu uccisa nel 2014, a 12 anni, dal padre Roberto nella loro casa a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania

Pubblicato:19-07-2019 06:20
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:32
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ROMA – “Laura non tornerà, ma ora possiamo andare avanti. Non ho mai perso la speranza e la mia bambina oggi ha avuto giustizia“. Sono le parole colme di emozione di Giovanna Zizzo, mamma coraggio di Laura Russo, uccisa nel 2014, a 12 anni, dal padre Roberto nella loro casa a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania.

Intervistata dall’agenzia Dire a poche ore dalla sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna all’ergastolo dell’assassino che aveva presentato ricorso, Zizzo ha definito l’uomo “un mostro di cui non ci eravamo accorti”. Laura fu colpita dal padre con un coltello in pieno petto mentre dormiva, la sorella Marica si salvò per miracolo dalla mattanza: una vendetta contro la moglie Giovanna che aveva scoperto la relazione extra coniugale del marito e aveva messo in discussione il rapporto con l’uomo.

L’assassino non ha mai avuto un segnale di pentimento

“All’inizio- spiega Giovanna- mi domandavo dove avessi sbagliato, cosa non avessi capito e gli ho chiesto in carcere di assumersi la responsabilità di quello che aveva commesso. Non lo ha mai fatto, non ha mai chiesto perdono. Quindi oggi sono felice perché giustizia è stata fatta. Ora devo capire cos’è l’ergastolo in Italia: uscirà prima ogni tanto per buona condotta o sconterà il ‘fine pena mai’? Ho altri tre figli, devo tutelarmi e la Stato non mi deve abbandonare”.


Il sostegno di Reama, la rete di Fondazione Pangea onlus

Negli ultimi due anni al fianco di Giovanna Zizzo c’è stata Reama, la rete di Fondazione Pangea onlus. “Da quando l’abbiamo conosciuta due anni fa- ricorda la vicepresidente Simona Lanzoni- le siamo stati vicino e continueremo perché troppo spesso nei casi di femminicidio non ci sono le necessarie competenze e figure per prendere in carico persone che li hanno vissuti. Non si tratta solo di fondo per gli orfani di femminicidio, ma di offrire un sostegno a tutto il nucleo che si ritrova a convivere con questo dolore e queste persone vengono lasciate sole”.

Quanto alla sentenza: “La Cassazione ha detto no a qualsiasi sconto di pena, gli sconti sembrano ridicolizzare il reato e quindi le vittime di violenza hanno bisogno della certezza della pena”. È comunque fondamentale monitorare questo aspetto altrimenti “poi ci ritroviamo come la signora di Savona e con un uomo che è diventato recidivo appena uscito”.

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(Foto tratte dal flash mob di ieri mattina a Roma in attesa della sentenza)

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