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Rifiuti, Anpar e Cmr insieme per edilizia verde ed economia circolare

Tra i temi trattati le strategie europee e la funzione di driver esercitata dai nuovi appalti verdi

Pubblicato:19-07-2017 14:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:32

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ROMA – Un incontro tra istituzioni, operatori del settore e rappresentanti delle imprese per verificare la concreta possibilità di avviare pratiche di economia circolare nel settore dell’edilizia e delle infrastrutture. Anpar, Associazione nazionale produttori aggregati riciclati, aderente a Fise Unire, insieme al Cmr, Centro materia rinnovabile, ha organizzato a Roma presso la Regione Lazio il convegno dal titolo ‘Appalti verdi ed economia circolare dell’edilizia e nelle infrastrutture’.

L’evento è stato promosso in collaborazione con Remtech expo e con la partecipazione delle associazioni Ance, Cna, Confcooperative, Confartigianato, Lega cooperative, Atecap. Tra i temi trattati le strategie europee, l’importanza del protocollo europeo per la gestione dei rifiuti inerti nel contrasto alla diffidenza, nell’uso degli aggregati riciclati e la funzione di driver esercitata dai nuovi appalti verdi, le prospettive specifiche del settore degli aggregati riciclati e artificiali.

BARBERI (ANPAR): “VINCERE SCETTICISMO SU RIUTILIZZO E NORME DESUETE”

“L’Anpar, associazione nazionale dei produttori degli aggregati riciclati, rappresenta in Italia circa 100 aziende che dal riciclaggio dei rifiuti inerti ricavano prodotti che possono essere utili e vengono utilizzati normalmente nelle costruzioni infrastrutturali e nell’edilizia”. Lo ha dichiarato Paolo Barberi, presidente Anpar, intervistato dall’agenzia Dire a margine del convegno. “Sono materiali che possono essere utilizzati egregiamente in alternativa alle risorse naturali– ha continuato- e per i quali c’è una sempre maggiore fiducia al loro utilizzo, soprattutto in alcuni casi e in alcuni territori. La giornata parla in generale dell’economia circolare applicata all’edilizia e alle infrastrutture, e serve a sensibilizzare sicuramente le autorità per l’utilizzo e per la crescita del settore, ma anche a raccontare quanto di buono già è stato fatto. Perché sia a livello locale, sia a livello centrale, alcune iniziative sono state prese. Parlo dei Cam edilizia (Criteri ambientali minimi) che sono stati approvati con un recente decreto, ma parlo anche dei Cam strade, il cui decreto è in emanazione presso il ministero dell’Ambiente. E poi i provvedimenti di Roma Capitale per incentivare e favorire il controllo della produzione dei rifiuti inerti e per favorire l’uso dei materiali riciclati”.


Il convegno però non è stato solo utile per discutere di buone pratiche, ma anche un’occasione per confrontarsi sulle criticità, come ha evidenziato Barberi: ”È chiaro che poi ci sono anche dei problemi: problemi legati a capitolati che non vengono scritti in maniera moderna e adeguati alle normative europee e alle normative nazionali, parliamo della diffidenza che c’è in generale all’utilizzo di prodotti che derivano dal riciclaggio dei rifiuti e purtroppo di una crisi che comunque continua a coinvolgere tutta l’Italia e che sicuramente frena anche la crescita nell’uso dei prodotti riciclati”.


COIZET (CMR): “SU EDIILIZIA VERDE DOBBIAMO FARE SISTEMA”

“Il Cmr, Centro materia rinnovabile, è un centro di ricerca che non è legato a interessi specifici di nessun settore. Stiamo cercando di lavorare su più materia perché l’idea è di favorire tutti i processi che rendono rinnovabile la materia in diversi settori”. Queste le parole di Roberto Coizet, presidente di Cmr, intervistato dall’agenzia Dire.

“Adesso nell’edilizia- ha continuato- stiamo facendo un lavoro di aggregazione degli interessi e delle esigenze delle diverse associazioni di categoria che sono implicate nella problematica dell’edilizia. Dai costruttori ai gestori di rifiuti ai riciclatori a tutti coloro che concorrono a far si che dei materiali diventino delle infrastrutture. L’obiettivo generale- ha concluso- è quello di costruire sistema, cioè di fare in modo che anche per l’edilizia come è avvenuto per altri settori dei rifiuti si possa costruire un sistema di imprese coordinate che arriva ad autogestirsi nel miglioramento delle proprie prestazioni”.

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