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Borsellino, la figlia Lucia: “Ancora senza giustizia dopo 25 anni”. Mattarella: “Troppi errori”

la primogenita Lucia è intervenuta nella seduta del Csm dedicata alla figura del magistrato ucciso nella strage di via D'Amelio

Pubblicato:19-07-2017 11:17
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:32

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ROMA – “Noi figli avremmo continuato a mantenere” la dimensione privata del dolore “se non fosse accaduto di scoprire che a distanza di 25 anni giustizia non è stata ancora fatta“. Lo dice Lucia Borsellino, primogenita di Paolo Borsellino, intervenendo nella seduta del Csm dedicata alla figura del magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio. E sottolinea che “la conoscenza del processo ‘Borsellino quater’, celebrato sulle rovine conseguenti alla demolizione di due precedenti processi che consacravano false ricostruzioni e condannavano falsi colpevoli, ci ha profondamente scosso e indignato, aggiungendo sofferenza ad altra sofferenza oltre che sollevare interrogativi di non poco conto”.


Dal dispositivo del processo Borsellino quater, aggiunge, “è emersa tra le altre gravi anomalie l’induzione alla calunnia del pentito considerato chiave, Vincenzo Scarantino. Costui ha certamente calunniato se stesso e altri ma si constata che è stato indotto a farlo. Facendo eco alle parole di mia sorella Fiammetta chiedo in questa solenne occasione e di fronte a questo altissimo consesso istituzionale, che a fronte delle anomalie emerse riconducibili verosimilmente al comportamento di uomini delle istituzioni che si intraprendano le iniziative necessarie per fare luce e chiarezza su quello che accadde veramente nel corso delle indagini che precedettero i processi Borsellino 1 e Borsellino bis. Ciò vi chiedo con la massima deferenza e rispetto istituzionale, presidente, perchè si tenga conto di comportamenti quanto meno anomali”.

Lucia Borsellino ricorda inoltre che dopo la strage di Capaci “non si era avvertita la necessità di approntare qualche doverosa misura in più, come la chiesta rimozione delle auto in via D’Amelio“.

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MATTARELLA: TROPPI ERRORI IN RICERCA VERITÀ

“La sua tragica morte, insieme a coloro che lo scortavano con affetto, deve ancora avere una definitiva parola di giustizia. Troppe sono state le incertezze, gli errori che hanno accompagnato il cammino della ricerca della verità sulla strage di Via D’Amelio. E ancora tanti sono gli interrogativi sul percorso per assicurare la giusta condanna ai responsabili di quel delitto efferato”. Lo dice il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del plenum straordinario del Csm.

“Paolo Borsellino non si è mai arreso, non ha mai rinunciato a sviluppare il suo progetto di legalità anche quando era ormai diventato consapevole di essere vittima predestinata della mafia“, dice ancora Mattarella. “Come disse a un giornalista- ricorda il presidente della Repubblica-, Paolo Borsellino sapeva di camminare con la morte attaccata alle suole delle scarpe”.

BOLDRINI: RICORDO SACRIFICIO VIVO IN TUTTI NOI

“L’attentato – verificatosi 57 giorni dopo quello di Capaci in cui perirono Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e la scorta – suscitò sgomento e commozione in tutti gli italiani e le italiane che di Paolo Borsellino avevano imparato ad apprezzare la professionalità e il rigore del magistrato, ma anche l’insopprimibile fiducia nella capacità di riscatto civile e morale della Sicilia e dell’Italia. Il ricordo del sacrificio di questo servitore dello Stato è ancora molto vivo in tutti noi. Altrettanto profondo deve continuare ad essere l’impegno delle Istituzioni, della società civile e dei singoli cittadini nel contrasto alla criminalità organizzata”. Lo dice la presidente della Camera, Laura Bodlrini, in aula.

“Il Parlamento, nella legislatura in corso- aggiunge-, si è mosso in questa direzione, rafforzando il quadro legislativo in tema di lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione. Ma ciò non basta. Per il successo della battaglia contro la mafia occorre – come diceva Paolo Borsellino – che nei cittadini, soprattutto quelli più giovani, si radichi la cultura della legalità e dell’integrità e il rifiuto della logica del ricatto e del malaffare. Sta anzitutto a noi esortare le giovani generazioni a non disperdere nell’indifferenza o nella superficialità il senso di questo insegnamento”. “È un impegno che – come ho avuto già modo di ricordare in occasione della commemorazione della strage di Capaci lo scorso 23 maggio – dobbiamo continuare ad attuare in modo fermo ed incondizionato anche nell’attività parlamentare e più in generale politica, attraverso i provvedimenti che adottiamo e i comportamenti individuali che teniamo”, conclude la presidente.

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