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Incendi, ora c’è rischio frane; boschi ricreati in 15 anni; denuncia di SI su unità per incendi

Edizione del 19 luglio 2017

Pubblicato:19-07-2017 10:32
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:32

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INCENDI, DOPO LE FIAMME ECCO IL RISCHIO FRANE

Nei boschi distrutti dal fuoco dopo il dramma dei roghi si può verificare quello delle frane. La cenere infatti è un materiale molto fine che satura tutti i pori del suolo rendendolo impermeabile, quindi le acque superficiali scorrono molto velocemente su questi terreni resi impermeabili e non riescono ad andare in profondità. Ruscellando molto violentemente e velocemente possono raccogliere vari materiali e creare enormi quantità di detriti che possono dar vita a colate detritiche e di fango, come è successo di recente in Portogallo. Lancia l’allarme Gilberto Pambianchi, presidente dell’Associazione italiana di geografia fisica e geomorfolgia. Dunque grosso rischio e degrado per l’ambiente da un punto di vista geomorfologico perché si potrebbero innestare una serie di fenomeni franosi che potrebbero portare poi a un dissesto idrogeologico diffuso.

INCENDI, SERVIRANNO 15 ANNI PER RICREARE I BOSCHI

Ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Lancia l’allarme la Coldiretti segnalando che oltre alla drammatica perdita di vite umane gli incendi hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità, con piante distrutte e animali uccisi, e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del Paese, concorrendo ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Ogni ettaro di macchia mediterranea, precisa la Coldiretti, è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali che a seguito degli incendi vanno perse.

INCENDI, LIPU: POSTICIPARE APERTURA DELLA CACCIA

La richiesta dello stato di emergenza da parte di varie regioni, dopo la spaventosa serie di incendi che sta colpendo gran parte del Paese, non puo’ che estendersi agli animali selvatici. È piena emergenza anche per loro ed è necessario agire: governo e regioni emanino subito i provvedimenti di posticipo dell’apertura della caccia per dare sollievo alla fauna duramente provata. Così la Lipu-BirdLife Italia. Oltre ai danni al patrimonio e alle persone, ad essere colpiti sono stati habitat naturali come boschi e arbusteti, spiega la Lipu, causando conseguenze negative per numerose specie di uccelli e altre specie animali come rettili e piccoli mammiferi che in quegli habitat trovano luoghi essenziali per la propria riproduzione e sopravvivenza.


SINISTRA ITALIANA: SU INCENDI DA 2MILA UNITÀ A 360

Lo smantellamento della Forestale e i gravi ritardi delle Regioni sui piani Anti incendio boschivo e nel sottoscrivere le convenzioni con i Vigili del fuoco peggiorano le cose. E’ una situazione che affonda le sue radici nella riforma Madia della Pubblica amministrazione a causa della quale mancano mezzi e competenze. E’ la dura denuncia che formula Sinistra italiana. Con lo scioglimento del corpo 6.400 unità della Forestale sono finite ai Carabinieri e solo 360 ai Vigili del fuoco, dice la senatrice Loredana De Petris. La forestale aveva 32 elicotteri di cui circa 30 specializzati nell’antincendio boschivo, prosegue, ma 13 sono finiti ai Carabinieri e solo 17 ai Vigili del fuoco, e se nel 2016 sugli incendi erano attive 2mila persone oggi sono poco più di 300 e neanche tutte impiegate per questo scopo, conclude l’esponente di Si.

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