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Report della commissione Finanze del 19 luglio

SAN MARINO - Un'ora e mezzo di seduta, prima della riapertura della sessione consiliare, per i

Pubblicato:19-07-2017 10:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:32

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SAN MARINO – Un’ora e mezzo di seduta, prima della riapertura della sessione consiliare, per i membri della Commissione consiliare Finanze, tornata a riunirsi questa mattina per la presentazione del Programma economico 2018 da parte del Segretario di Stato Simone Celli. Data la ristrettezza dei tempi, i commissari concordano sulla proposta del Segretario per le Finanze di rinviare il dibattito e l’approfondimento sul documento in una sessione successiva, a settembre.

Nel suo riferimento Celli indica l’obiettivo del Programma economico, ovvero il pareggio strutturale di bilancio nel 2019. “Vogliamo evitare interventi draconiani con impatto ulteriormente recessivo- spiega- ma perseguiamo una riduzione graduale e progressiva del disavanzo con correzioni che introduciamo già dal 2017, ulteriori ce ne saranno nel 2018, per portare poi il bilancio in pareggio nel 2019”. In aggiunta però, “la crescita- sostiene- sarà fondamentale per ottenere questo risultato”. A riguardo, “il governo- anticipa- deve fare scelte per creare un tessuto attrattivo per chi vuole investire nel nostro Paese”.

Il segretario di Stato affronta anche i punti critici da affrontare per portare in equilibrio i conti: quindi una percentuale troppo elevata di spesa corrente, “siamo ancora molto vicini al 90%”, chiosa, e la gestione della liquidità. “C’è chi, in questi mesi- ricorda Celli- ha sottolineato come si sia creato un allarmismo diffuso sulla liquidità di cassa- ovvero della tesoreria dello Stato- ma, al netto delle parole utilizzate, il problema esiste ed è strutturale”. E ancora, l’incidenza degli interventi per la tutela dei risparmi e le esigenze di ricapitalizzazione di Cassa di risparmio “avranno un impatto sulla gestione dei conti pubblici”, ammette. Ma per conoscere quanto peserà questo impatto “al momento non quantificabile”, bisognerà attendere di avere un quadro più delineato, “dopo l’estate”, assicura il segretario di Stato.


I lavori della Commissione quindi terminano per consentire la riapertura della sessione consiliare e riprenderanno lunedì pomeriggio con l’esame dei due progetti di legge sullo sviluppo presentati rispettivamente da Pdcs e Governo.

Di seguito gli estratti del dibattito odierno.

Comma 3. Riferimento in merito alla presentazione del Programma economico 2018 da parte del Segretario di Stato per le finanze e il bilancio.

Simone Celli, segretario di Stato per le Finanze

Ringrazio per convocazione entro i termini di legge che prevedono la presentazione del programma economico entro il 20 di luglio. Visto la limitazione dei tempi, che non consentono un approfondimento e dibattito, do la mia disponibilità a un momento di confronto successivo sul programma economico, sia in Commissione o in Consiglio, l’importante è svolgere una discussione ampia su un documento particolarmente importante, sarà facoltà dei commissari dire se si vorrà fare, nel mese di settembre, un dibattito specifico in Commissione Finanze o in Consiglio Grande e generale.

Il programma economico 2018 si inserisce in contesto complesso, non solo da un punto di vista finanziario, ma in generale economico. I dati macroeconomici indicano un andamento orientato sì alla crescita, ma una crescita ancora troppo debole e incerta. I dati a disposizione indicano infatti un macro-scenario di crescita dell’1% sia per 2017 che per i prossimi anni e questo denota un quadro complessivo che può essere definito di stagnazione, dopo 8 anni di profonda recessione che ha fatto perdere oltre 30 punti di Pil dal 2008 al 2016, una crescita di questo genere non può essere considerata soddisfacente inoltre è una crescita non strutturale e rivela margini di incertezza che devono essere tenuti in considerazione.

Finanza pubblica: gli indicatori delineano un quadro stabile dal punto di vista entrate tributarie ed extra tributario, anche se già in sede di assestamento si è rilevata una lieve flessione su Igr e imposizione indiretta. C’è un aumento dei rimborsi monofase che fa sì che il saldo attivo tra entrate e uscite si riduca, e questo comporta una lieve flessione delle entrate tributarie, anche se di modeste dimensioni ancora.

Bilancio: la struttura è ancora caratterizzata da una percentuale troppo elevata di spesa corrente, siamo ancora molto vicini alla percentuale del 90% e questo rappresenta un dato di riflessione su cui il governo già nelle prossime settimane avvierà azioni concrete. Verrà infatti ripreso il lavoro compiuto con lo spending team nella precedente legislatura in vista della predisposizione del bilancio previsionale 2018, un lavoro che mira alla riduzione dell’incidenza della spesa corrente e su cui ci sarà confronto con forze politiche, categorie.. Riteniamo che l’opera di riqualificazione della spesa pubblica non sia solo auspicabile, ma possibile, questo per liberare le risorse a disposizione per gli investimenti. Su questo il governo sarà determinato.

Gestione della liquidità: C’è chi, in questi mesi, ha sottolineato come si sia creato un allarmismo diffuso sulla liquidità di cassa- ovvero della tesoreria dello Stato- ma, al netto delle parole utilizzate, il problema esiste ed è strutturale. In una interpellanza della Dc di qualche settimana fa ho avuto modo di rispondere spiegando la situazione attuale della tesoreria e le proiezioni che fanno emergere un quadro complesso.

E non è una novità, dal 2014 in avanti in tutti i programmi economici – tutti- hanno evidenziato un andamento estremamente negativo e che avrebbe presentato criticità evidenti nel medio termine sulla liquidità.

Crescita: Dobbiamo individuare nuove entrate per portare a casa il risultato di equilibrio strutturale di bilancio. Come obiettivo, nel programma economico, è indicato il pareggio strutturale di bilancio nel 2019. Vogliamo evitare interventi draconiani con impatto ulteriormente recessivo, ma perseguiamo una riduzione graduale e progressiva con correzioni che introduciamo già dal 2017, ulteriori ce ne saranno nel 2018 per portare poi il bilancio in pareggio nel 2019. La crescita sarà fondamentale per ottenere questo risultato.

Al netto degli esiti del confronto, lo Stato una scelta di fondo l’ha già fatta con il governo, quella di impegnarsi che tutti i depositanti vedano tutelati i loro risparmi e che le esigenze di ricapitalizzazione di Cassa di risparmio verranno adempiute. Chiaramente questi sono temi che avranno un impatto sulla gestione dei conti pubblici che al momento non è quantificabile, lo sarà quando si avrà un quadro più delineato, dopo l’estate.

Ma in parallelo il governo deve fare scelte per creare un tessuto attrattivo per chi vuole investire nel nostro Paese. L’assestamento, con il tema delle residenze, è in questa direzione, si fanno i primi passi per allargare il mercato di riferimento. In questo giocano un ruolo importante le relazioni internazionali e una grande opportunità è l’accordo di associazione con l’Ue, è percorso che va portato avanti accelerando i tempi.

Ci sono poi riforme strutturali su cui governo si sta impegnando, in primis la riforma previdenziale su cui, nei prossimi giorni, il segretario di Stato Santi aprirà il confronto con le forze sociali ed economiche.

Tony Margiotta, Ssd

Visto l’inizio a breve del Consiglio, chiedo ai commissari di decidere se fare il dibattito a settembre, di rinviarlo in Commissione o in Consiglio. C’è qualche commissario che ha intenzione di intervenire?

Francesco Mussoni, Pdcs

La proposta di rinviare il dibattito a settembre è ragionevole per evidenti ragioni di tempo, ma anche un’opportunità politica. Non voglio fare provocazioni ma mi sembra questo programma economico un po’ scarico di proposte e di visione di sistema, al netto dei dati e tabelle che dimostrano che sistema ha tenuto, con anche segnali di squilibrio. Ma mancano visioni politiche, le riforme sono minimamente accennate. Non sarebbe male il dibattito si svolgesse in modo compiuto in Commissione a settembre.

Alessandro Mancini, Ps

Condivido le considerazioni di Mussoni, oggi non c’è tempo materiale di affrontare il dibattito. La sede più adatta per farlo mi pare la Commissione, ma non c’è problema se si farà in Consiglio, l’importante è che sia convocato nella dignità dei tempi che servono. Il dibattito inoltre dovrà farsi sul dato dell’Igr del 30 giugno. Credo poi vada fatto un approfondimento sul famoso passaggio al sistema Iva che era anche nel programma di governo e immagino sia una scelta non più rinviabile.

Roberto Giorgetti, Rf

Per concordare sulla proposta. Ho dato lettura al programma economico, è un documento molto corposo e, a mio avviso, introduce elementi interessanti per fare un discorso in prospettiva sui percorsi legati al bilancio pubblico e, in generale, all’economia del Paese. Sono evidenti criticità strutturali e l’esigenza di collegare un percorso di rilancio dell’economia e di sviluppo- negli anni passati meno trattato- a un processo di aggiustamento dei conti pubblici. Bene l’approfondimento in Commissione o in Consiglio.

Iro Belluzzi, Psd

Siamo al punto di approfondire la programmazione economica e lo sviluppo, in passato sono stati fatti troppo spesso interventi spot che al cambio di legislatura venivano affossati. La liquidità di Stato sappiamo da tempo che è in condizione precaria, non era mai stato reso noto alla comunità internazionale perché è segno di debolezza.

Le aperture inserite in Assestamento verranno appoggiate da mio partito, ma ho paura che non colgano gli effetti che potevano essere colti in determinati momenti del passato. È un rammarico per le forze politiche che non hanno sostenuto questi passaggi prima su certi argomenti allora considerati intoccabili. Ma si cresce. Dovremo avere un approccio non sull’emergenza, cercando soluzione immediata, quando si ha l’acqua alla gola.

Tony Margiotta, Ssd

Possiamo quindi rinviare il dibattito in Commissione a settembre, prendo l’impegno di confrontarmi con tutti i membri per convocare data e orario. Ci rivediamo lunendì alle 15 per riaprire il comma 2.

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