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La DIRE intervista la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello

Eletta il mese scorso, Dureghello sta affrontando i primi passi del suo mandato

Pubblicato:19-07-2015 13:34
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:27

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ROMA –  “Dalle cose meno buone c’è sempre la possibilità che ne nascano di buone. La chiusura dell’ex Ghetto, nata in un momento di particolare esigenza di sicurezza che la città viveva, ne ha determinato in qualche modo una rinascita”. Lo ha detto la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, parlando della questione sicurezza nel corso di una intervista con l’agenzia Dire. Dureghello spiega che “vorremmo contribuire noi per primi a una riqualificazione del quartiere e impegnarci per quello che ci è possibile, insieme ovviamente alle ammministrazioni locali. Credo che questo metodo di lavoro, di collaborazione tra Comunità, cittadini e istituzioni, possa essere trasmesso per applicare il senso civico e di responsabilità”. Per quanto riguarda le problematiche legate alla sicurezza delle strade e delle strutture, “per noi si tratta di un fattore normale, forse per altri è più difficile capire perché un bambino che va scuola la mattina deve trovare una macchina della Polizia. Siamo molto grati alle forze dell’ordine che ci proteggono ma dobbiamo affrontare la vita con serenità”.

“MARINO SERENO E SOLIDO” –  “In questa settimana ho incontrato il sindaco, è stato un incontro estremamente piacevole: l’ho trovato sereno, molto solido nella sua posizione”, commenta Dureghello. Con Ignazio Marino “abbiamo parlato dei temi che ci coinvolgono e delle grandi questioni sociali che in questo momento sono la mia prima preoccupazione”. Eletta il mese scorso, Dureghello sta affrontando i primi passi del suo mandato: “Mi sto occupando di tantissime cose, devo dire con grande soddisfazione. Sto affrontando già quelli che sono i bisogni della mia comunità, ma soprattutto i temi culturali e quello che rappresentiamo per la città”.


IL VIAGGIO A GERUSALEMME  – Durante l’incontro con il sindaco di Roma, Ignazio Marino, “abbiamo lanciato la possibilità di fare un viaggio insieme a Gerusalemme alla fine dell’anno giubilare, per portare a termine il messaggio di partecipazione, di mantenimento di un legame che va ben oltre le Nazioni e gli Stati, ma che lega nel cuore”.  Proprio in occasione dell’Anno santo della misericordia, “credo che il messaggio che il Papa voglia dare sia assolutamente necessario nella società civile, un senso di rinnovamento e di partecipazione, un messaggio di pacificazione e soprattutto valoriale. La Comunità è molto serena, ci dedicheremo a dare il nostro contributo come sempre”.

MEMORIA, “BISOGNA CONTINUARE A RICORDARE” – “Bisogna continuare a ricordare, a educare la gente al ricordo, in particolare gli studenti, ma bisogna guardare anche al presente e al futuro. Il viaggio della memoria deve essere un segnale forte per prendere dal passato ma riportarci verso la nostra responsabilità nel mondo futuro”.

MUSEO DELLA SHOAH – Del museo della Shoah “abbiamo parlato anche con il sindaco Ignazio Marino. Non posso dare grandi risposte” sulla sua realizzazione, “perché queste spettano ad altri. Ma posso sicuramente dire che per l’Italia sarebbe davvero un segnale importante riuscire a concludere questa impresa. Noi cercheremo di aiutare e sostenere il più possibile ma è una responsabilità del Paese”, spiega Dureghello.

 

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