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Maggioranza in affanno Governo Conte a rischio collasso

L'editoriale di Nico Perrone per DireOggi

Pubblicato:19-06-2020 15:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:31

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ROMA – Dopo il pasticciaccio visto al Senato, con la maggioranza di Governo che non riesce nemmeno a garantire il numero legale per votare un decreto molto importante, è allarme rosso sulla tenuta del Governo Conte. Vero che non ci sono alternative in vista, e questo tranquillizza chi fortissimamente non vuole elezioni e il ritorno a casa prima del previsto. Ma è altrettanto vero, visibile, che difficilmente questa allegra armata Brancaleone potrà arrivare a gestire la terribile fase che sta davanti al Paese se non trova al più presto una responsabilità, di tutti, all’altezza del momento. Sul versante delle ‘voci’ che si rincorrono nei Palazzi della politica, molte quelle che segnalano l’affanno, l’irritazione del Presidente del Consiglio per questo batti e ribatti, ed anche quella che si va rafforzando dentro la stessa maggioranza, nei confronti di un Premier che rinvia sempre e non prende posizione su questioni fondamentali, ad esempio i 37 miliardi del Mes per la sanità, giocando sempre sul galleggiamento. I dati economici che arriveranno presto segnaleranno una situazione da incubo. Saranno giorni difficili, soprattutto a livello europeo bisognerà scoprire presto le carte, capire quando e quanto arriverà all’Italia dei fondi promessi per la ripartenza economica. Sul fronte politico, anche il centrodestra ha i suoi guai. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha ricominciato la sua perenne campagna elettorale in giro per l’Italia. I suoi alleati, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, gli stanno addosso e non sembrano aver intenzione di aiutarlo ad uscire dall’angolo, anzi. Ad esempio, sui candidati presidente alle prossime regionali decisi a suo tempo non sembrano voler mollare i loro per mertterci ora quelli più graditi alla Lega. In molti pensano che alla fine Salvini romperà, che correrà da solo. Il rischio, infatti, è di arrivare come centrodestra a vincere sì ma con candidati di Fratelli d’Italia e Forza Italia, segnalando così lo scarso peso politico della Lega attuale. Alla fine, se sarà guerra, allora meglio perdere, mettendo così in evidenza che senza la Lega non si va da nessuna parte.

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