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Di Maio arriva a Bologna, i riders si preparano: “Lo fischieremo”

Incontrare i ragazzi che fanno le consegne in biciclette è stato il primo atto di Di Maio da ministro. Ma i Riders Union di Bologna sono stanchi delle sue promesse non mantenute e sabato 29 giugno glielo diranno

Pubblicato:19-06-2019 16:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:26
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BOLOGNA – “Il tempo delle promesse e delle parole è finito”. E’ la premessa con cui i ciclofattorini di Bologna organizzano una contestazione per sabato 29, alle 9.30 in piazza della Costituzione; giorno e luogo non sono scelti a casa: quel sabato il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, sarà a Bologna in occasione dell’assemblea regionale del Movimento 5 stelle. Occasione ghiotta per i riders stufi degli annunci del capo politico del M5s. “I teatrini della campagna elettorale sono finiti, le chiacchiere stanno a zero e ognuno raccoglie ciò che ha seminato”, scrive Riders Union di Bologna nell’evento su facebook con cui invita la cittadinanza a partecipare alla protesta.

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Il malcontento nasce appunto da una serie di promesse che, secondo i ciclofattorini, non sono state mantenute dal ministro che per questo viene paragonato a Pinocchio. Sabato 29 quindi, Di Maio dovrà fare i conti con “i fischi e la rabbia di lavoratrici e lavoratori che continuano a pedalare a cottimo, senza diritti e senza tutele nonostante le morti e gli infortuni sul lavoro”.

I riders spiegano i motivi della loro protesta partendo proprio dalle parole dette dal ministro il 4 giugno di un anno fa: “Il mio primo atto da ministro è stato quello di incontrare i lavoratori che consegnano cibo in bicicletta: sono il simbolo di una generazione abbandonata, che non ha tutele e a volte nemmeno un contratto”. Da qui, i ciclofattorini ricostruiscono le ‘promesse’, secondo loro, non mantenute.

 



Per prima cosa, “il Governo aveva proposto un intervento per estendere l’area di applicazione del lavoro subordinato anche alle piattaforme del food delivery. Doveva entrare nel Decreto dignità. Lo abbiamo visto? No”.

Poi, continuano i riders di Bologna, “si è deciso di aprire un tavolo tra governo, riders e piattaforme che si è protratto per mesi e non ha portato a niente”. A questo punto il Governo, preso atto “atto del fallimento del tavolo” si “impegnava a intervenire con un emendamento per estendere le tutele da inserire nel decreto attuativo di reddito e quota 100”. Ma i ciclofattorini continuano: “lo abbiamo visto? No”. Si arriva ad oggi, quando “l’ennesima promessa è di inserire il provvedimento all’interno della legge sul salario minimo“. Una promessa a cui i riders non credono e per questo organizzano la protesta contro le ‘bugie’ del ministro Di Maio.

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