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Il pianto dei bambini in Messico. Unicef: “Straziante, vanno difesi”

La ong Pro publica ha diffuso online un file audio in cui si sentono i pianti dei bambini

Pubblicato:19-06-2018 10:30
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:16
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ROMA – Il pianto dei bambini divisi dai genitori al confine tra Messico e Usa sta facendo indignare il mondo. In queste ore gira in rete un file audio – pubblicato online dalla ong Pro Publica – in cui si sentono le voci e i pianti disperati dei bambini che sono stati strappati alle braccia dei genitori, finiti arrestati per aver passato illegalmente il confine. I piccoli, come mostrano le foto che circolano da ieri facendo sollevare indignazione e polemiche, vengono tenuti all’interno di gabbie in attesa del verdetto sui genitori. Nell’audio si sentono le grida dei bimbi che dicono ‘mamma‘ e ‘papà‘. Qualcuno dice: “Non voglio che il mio papà sia deportato’.

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Ascolta l’audio:


UNICEF: SEPARAZIONE STRAZIANTE, DIFENDERE BAMBINI

“Le storie di bambini, alcuni dei quali solo piccolissimi, separati dai genitori mentre cercano sicurezza negli Stati Uniti sono strazianti. I bambini, indipendentemente dalla loro provenienza o dal loro status migratorio, sono prima di tutto bambini. Coloro che sono rimasti senza altra scelta che fuggire dalle loro case hanno il diritto di essere protetti, accedere ai servizi essenziali e stare con le loro famiglie, proprio come tutti i bambini. È la realizzazione di questi diritti che offre ad ogni bambino le migliori opportunità per un futuro sano, felice e produttivo”. Così in un comunicato il direttore generale dell’Unicef, Henrietta Fore.

“TRAUMI INDEBOLISCONO BAMBINI”

“La detenzione e la separazione familiare sono esperienze traumatiche che possono rendere i bambini più vulnerabili allo sfruttamento e agli abusi- prosegue Fore di Unicef- e creare stress dannosi che, come hanno dimostrato numerosi studi, possono avere un impatto sullo sviluppo a lungo termine dei bambini. Tali pratiche non sono nell’interesse di nessuno, tanto meno dei bambini che più ne subiscono gli effetti. Il benessere dei bambini è la questione più importante. Per decenni, il Governo degli Stati Uniti e la sua popolazione hanno sostenuto i nostri sforzi per aiutare i bambini rifugiati, richiedenti asilo e migranti colpiti da crisi in tutto il mondo. Che si tratti di guerra in Siria o in Sud Sudan, carestia in Somalia o terremoto ad Haiti, gli Stati Uniti sono stati lì per aiutare e accogliere i bambini sradicati. Spero che l’interesse superiore dei bambini rifugiati e migranti sia considerato primario nella applicazione delle procedure e delle leggi statunitensi in materia di asilo”.

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