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Firenze, il cinema arriva in piazzale Uffizi: c’è posto (gratis) per 285 persone

"Se l'iniziativa avrà successo siamo pronti a replicarla anche il prossimo anno" promette il sindaco Dario Nardella

Pubblicato:19-06-2017 15:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:26

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FIRENZE – Un ‘rettangolo’ lungo 30 metri da 285 posti a ingresso gratuito delimitato non dalle transenne ma da vasi di fiori e piante forniti dalle serre Torrigiani. Uno schermo 8 per 4,5 metri posizionato 50 metri prima dell’arco che immette sul lungarno, così da salvaguardarne la prospettiva. Il tessuto a coprire, foderandolo, il grosso delle parti in metallo. E’ l’allestimento scelto per “Apriti cinema“, il cinema all’aperto dell’estate fiorentina che quest’anno andrà in scena straordinariamente nel piazzale degli Uffizi. Una prima assoluta, con il sindaco di Firenze Dario Nardella che battezza lo spazio “come la sala cinematografica più bella del mondo“.

Dal 26 giugno, con ‘Fame’ di Giacomo Abbruzzese e Angelo Milano, fino al 19 luglio, ogni sera alle 22 si accenderà la cabina di proiezione posizionata all’altezza di via Lambertesca (solo la sera del 4 luglio l’arena cinematografica resterà chiusa). Da lunedì prossimo “sperimenteremo questa rassegna molto attesa per due motivi”, spiega Nardella. Il primo “far rivivere il centro ai fiorentini in una forma nuova”. Il secondo, aggiunge, “rivitalizzare attraverso la collaborazione tra lo Stato e il Comune uno spazio bello come il piazzale degli Uffizi ma da circa 15 anni anonimo. Se l’iniziativa avrà successo siamo pronti a replicarla anche il prossimo anno”. Quella del cinema “non è un ritorno al futuro, ma al passato”, sottolinea Eike Schmidt, il direttore del museo, “perché gli Uffizi sono stati costruiti da Giorgio Vasari in senso scenografico: le facciate, infatti, si basano su disegni scenografici del ‘500. Di più: insieme alla collezione d’arte dei Medici nacque al primo piano il tetro mediceo”. Il cinema in centro, quindi, “per recuperare questo bellissimo spazio e offrirlo ai fiorentini e ai forestieri”.

di Diego Giorgi, giornalista


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