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Intervista a Giuseppe Maria Morganti, capogruppo di Ssd

  SAN MARINO - Un anno fa, la sua denuncia

Pubblicato:19-06-2017 10:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:26

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SAN MARINO – Un anno fa, la sua denuncia sugli Npl in Consiglio Grande e Generale ha dato la svegliaad un Paese allora sull’orlo della catastrofe. Oggi siamo alla vigilia di una sessione parlamentare in cui si tornerà a parlare di banche per illustrare il piano di consolidamento e rilancio del settore. Giuseppe Maria Morganti, capogruppo del partito leader di Adesso.sm, a distanza di quasi 12 mesi da quell’uscita dirompente, tira le somme sui passi compiuti dal nuovo governo e dalla nuova maggioranza proprio sul fronte che ha rappresentato l’emergenza delle emergenze al loro insediamento. Oggi il Paese ha un progetto preciso per uscire da quel baratro che è stato finalmente esaminato attentamente- racconta nella seconda delle interviste ai capigruppo a cura di SMNA- lAQR non ha solo quantificato valori, ma soprattutto messo in luce errori di gestione e di procedura, evidenziando non solo debolezze, ma anche punti di forza del sistema. Morganti ammette che il sistema bancario ne esce ridimensionatorispetto ad un anno fa ma come dopo una esperta potatura, la pianta ricomincerà a crescere rigogliosa e sana. Anche grazie- restando nella metafora- ad una buona dose di fertilizzante- ovvero capitali- reperiti dallo Stato e dagli altri soggetti-aggiunge- che intendono rimanere nel mondo bancario. Morganti conferma quanto aveva sostenuto all’indomani del risultato elettorale, ovvero che in sei mesi si sarebbe riusciti ad uscire dal tunnel. Ci eravamo presi sei mesi- sottolinea infatti- ed entro giugno la fase più difficile sarà conclusa.

Di seguito l’intervista completa.


A luglio 2016, meno di un anno fa, in Consiglio Grande e generale, da segretario di Stato, ha fatto un’uscita dirompente, rivelando che il sistema finanziario- e il Paese- erano di fronte ad una catastrofe, con 1 miliardo e 900 milioni di euro di crediti deteriorati in pancia. A giugno 2017, molte cose sono cambiate nel sistema bancario: la raccolta si è ulteriormente ridimensionata, ci sarà una banca in meno, il principale istituto di credito del Paese è diventato pubblico e si è conclusa l’Aqr, la radiografia sullintero sistema. Oggi, da capogruppo di maggioranza, può dire che si è ancora di fronte a una catastrofe (lo dicono ora i suoi ex compagni di governo oggi allopposizione) ? Come pensa che sarà il sistema bancario sammarinese tra un anno?

Non si trattava di una rivelazione, ma di una semplice constatazione di quanto ci stavano dicendo il Fondo Monetario e Banca Mondiale. Come ha scritto allepoca il Corriere della Sera, io ho dato solo la sveglia ad un sistema politico e economico che appariva addormentato e impreparato ad affrontare il grave problema che ci trovavamo di fronte. Quando si deve affrontare una difficoltà la cosa più grave è che chi la deve affrontare fa finta di non accorgersene. Quellintervento in Consiglio ha dato il via al cambiamento e ha consentito che una parte della politica, attraverso la forza di tanti cittadini espressa con il voto, si facesse carico del problema. Oggi il Paese ha un progetto preciso per uscire da quel baratro che è stato finalmente esaminato attentamente; lAQR non ha solo quantificato valori, ma sopratutto messo in luce errori di gestione e di procedura e mi risulta che non abbia messo in luce solo debolezze, ma anche punti di forza del sistema.
Evero il sistema bancario ne esce ridimensionato, ma come dopo una esperta potatura, la pianta ricomincerà a crescere rigogliosa e sana. Il polo bancario pubblico rappresenterà il tronco solido del nuovo albero e le banche private i rami più o meno robusti, ma certamente pronti a produrre nuovi frutti. Per far questo occorre però una buona dose di fertilizzante (non chimico, ma organico) e lo Stato farà la propria parte, chiamando anche gli altri soggetti che intendono rimanere nel mondo bancario, a fare la propria. Ci eravamo presi sei mesi ed entro giugno la fase più difficile sarà conclusa.

Con lo Stato farà la sua parte intende nella ricerca di capitali, quindi debito estero e fondi pensione sono due risposte da demonizzare o due ipotesi sostenibili per San Marino?

Dato che risorse proprie lo Stato non ne ha, si dovrà far ricorso al debito, sia interno o estero poco importa, la cosa fondamentale è che le condizioni di credito siano sostenibili. Per quanto riguarda i Fondi pensione, lo Stato di certo potrà fare unofferta al Consiglio di previdenza e, se la riterrà adeguata e con le dovute garanzie, potrebbero alla fine essere utilizzati. Ma questo vale anche per altre possibilità di finanziamento da parte dei sammarinesi che, non dimentichiamo, hanno nelle banche depositi molto importanti. Ad ogni modo, per il ricorso ai Fondi pensione ci vuole l’avvallo del Cdp e quindi delle forze sociali. E’ una scelta importante, anche per questo risulta necessario che il clima da tifoseria che c’è oggi nel Paese lasci spazio a un clima di collaborazione.

Nellultima Commissione consiliare Finanze, un suo ex collega di partito e di governo, Iro Belluzzi, le ha rivolto particolari accuse riferendosi alla nomina di Wafik Grais quale presidente di Banca centrale, ritenendo il suo sostegno di allora determinante per la scelta. Belluzzi e altri ex segretari di Stato, oggi allopposizione, dicono ora che quella nomina è stato uno sbaglio. Lei cosa ne pensa, il sostegno dellattuale maggioranza a BCSM resta immutato dallinizio legislatura?

Evero, ho avuto un ruolo nella scelta dellattuale Presidente di Banca Centrale, scaturita da una qualificata selezione internazionale. Appoggiando lex Segretario alle Finanze Capicchioni abbiamo combattuto la nostra battaglia contro il resto del governo uscente. Grais non solo ha le competenze e lesperienza per fare uscire San Marino dallattuale gravissima crisi, ma ha anche la credibilità internazionale per ottenere lassistenza di istituzioni sovranazionali, indispensabile in questo frangente. Il piano strategico che il Presidente Grais ha presentato prima al governo, poi a tutte le forze politiche già nellottobre scorso, è in piena fase di attuazione. Un piano osteggiato da una parte del vecchio governo, perché era chiaro fin da subito che i poteri costituiti che avevano dominato il mondo bancario sammarinese, responsabili della sua crisi, dovevano essere rimossi. Enaturale che lattuale opposizione- che difende quei poteri- sia critica, ma qui occorre capire da che parte stare: salvare quei vecchi poteri oppure ridare una speranza al Paese. Lattuale maggioranza ha scelto questa seconda opzione e lausilio di Banca Centrale in questo lavoro è indispensabile. Certo lungo i percorsi complessi che seguono a decisioni forti e incalzanti, come quelle che hanno interessato Cassa di Risparmio e altri istituti di credito, qualche errore può essere stato commesso, ma è lobiettivo finale quello che conta: la generazione di un sistema solido, competente, affidabile, in grado di confrontarsi con il resto del Mondo.

Il secondo frontecaldo per governo e Adesso.sm è quello dello Sviluppo, con categorie e sindacati sul piede di guerra e, tra le voci contrarie, anche quelle di deputati italiani, per il progetto di legge già presentato in prima lettura. Non è un progetto in capo ad una segreteria di Stato di Ssd, ma come maggioranza ci metterete la facciaanche voi. Lei lo ritiene una buona proposta anche nella sua versione in prima lettura? Credete che con lopposizione, in particolare la Dc che ha presentato una sua proposta in merito, questa volta si potrà collaborare?

Questa volta il Segretario al Lavoro ha spiazzato tutti. Infatti nessuno credeva che. dopo la prima lettura. il progetto potesse essere riformato ed invece, fatti salvi i principi di fondo, già dopo il primo ciclo di incontri con sindacati e categorie economiche, (ce ne sarà un altro fino alla prima settimana di luglio) molti suggerimenti sono stati esaminati attentamente e accolti. Per quanto riguarda la parte sul lavoro, SSD è particolarmente soddisfatta perché, affermando il principio della liberalizzazione del mondo del lavoro in unottica europea, viene garantita parità di diritti a tutti i lavoratori, ovunque essi risiedano. Ciò significa che le imprese saranno più competitive, che la concorrenza sleale fra lavoratori a contratto superflessibile ( i frontalieri che potevano essere licenziati in qualsiasi momento) e rigido viene annullata e soprattutto, tutti i lavoratori avranno gli stessi diritti, ripristinando nei luoghi di lavoro quella parità di condizioni e di reciproca considerazione, base indispensabile per la democrazia, soprattutto sindacale. Non ultima la sfida sulla disoccupazione: il provvedimento prevede e finanzia listituzione di un fondo per le politiche attive del lavoro a favore dei cittadini residenti. Nel contempo non esiste più alcuna ombra di discriminazione nei confronti dei frontalieri e ciò rappresenta un elemento di grande civiltà per il nostro Paese che porterà di certo frutti positivi. Abbiamo accolto con favore gli orientamenti che i nostri amici onorevoli della vicina Italia ci hanno sottoposto, non dimenticando quale importante ruolo hanno esercitato nel ripristinare nei tempi veramente bui della black list, condizioni di normalità che oggi ci fanno emergere come Paese virtuoso.  

Come maggioranza, ritenete di avere mantenuto la parola spesa con gli elettori in campagna elettorale attraverso il programma dei primi sei mesi? Cosa avete realizzato, in particolare nelle segreterie di Stato guidate da Ssd, cosa poteva essere fatto meglio e cosa resta da fare?

Nei primi sei mesi la maggioranza ha lavorato su quattro piani interconnessi: riforma del sistema bancario, legge sviluppo, sicurezza del bilancio pubblico, piano regolatore. Ognuno di questi interventi è legato strettamente agli altri, si pensi solo cosa significa il nuovo Prg improntato alle ristrutturazioni per il rilancio delledilizia e per la valorizzazione degli immobili. Il bilancio dello Stato dovrà conformarsi alla nuova esigenza di reggere il rapporto con un debito pubblico necessario a ristrutturare il sistema bancario, e la nuova organizzazione del lavoro, senza più lacci burocratici, sarà pronta per rispondere alle esigenze delle imprese. Nei primi sei mesi si è fatto moltissimo in tutte e quattro le direzioni, servirebbero più competenze ed energie da spendere a livello delle Segreterie di Stato, ma la scelta iniziale di ridurre i costi della politica non lo consente.

La sua storia politica personale la lega alla nascita del Psd e all’unificazione di socialisti e democratici, percorso che sarebbe dovuto proseguire nella creazione di un unico soggetto della sinistra sammarinese, di cui oggi raccoglie l’eredità Sinistra socialista e democratica. A che punto è quel percorso? Spera di convincere anche i compagni rimasti del Psd?

Il progetto di una sinistra capace di esprimerne i valori, e quindi una sinistra forte e di governo, è basilare per me e per tutta SSD che proprio in questa prospettiva ha trovato la forza e le motivazioni per unirsi e viaggiare a passi rapidi verso la formazione del soggetto politico che nascerà definitivamente nellautunno prossimo. Una sinistra libera dai condizionamenti, disposta a confrontarsi sui problemi e a trovare le soluzioni, ma intransigente sui valori fondativi: equità e giustizia prima di tutto. Nel frattempo stiamo molto attenti a quanto accade in casa Psd, dove ancora si esprimono idee assolutamente compatibili con le nostre, ma che purtroppo, in questo momento, non riescono ad emergere, soffocate da visioni e strategie assolutamente rivolte al passato. Un appello lo vogliamo però rivolgere a coloro che ricercano il dialogo sui contenuti e condividono la necessità di mettere il Paese di fronte ad ogni altro interesse personale e politico. Con loro il dialogo è possibile.

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