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Bologna. I 4 candidati a Rettore dell’Alma Mater contro Renzi: “Telecontrollo del lavoro è lesivo”

[caption id="attachment_11710" align="alignleft" width="300"] I 4 aspiranti

Pubblicato:19-06-2015 08:17
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:24

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I 4 aspiranti Rettore di Bologna

I 4 aspiranti Rettore di Bologna

BOLOGNA –  Secondo round dei candidati rettore dell’Alma Mater di Bologna contro il Governo Renzi. Ed è sempre il Jobs act il bersaglio, in particolare il decreto applicativo sul telecontrollo dei lavoratori. Tutti e quattro gli aspiranti successori di Ivano Dionigi alla guida dell’Università si rifiutano di applicarla nel caso vengano eletti.

“Il controllo a distanza è una lesione pura e semplice dei diritti delle persone- va dritto al punto il prorettore Gianluca Fiorentini- per fortuna quello sciagurato decreto non pone l’obbligo di rispettarlo, è facoltativo, e io mi impegno a non applicarlo”. Della stessa idea è anche l’ingegnere Francesco Ubertini. “Il controllo a distanza è lesivo dei diritti dei lavoratori- afferma- se sarò rettore, non lo applicherò”. Per l’esperto di scienze aziendali, Maurizio Sobrero, quel decreto “improvvido non va bene non solo per l’Ateneo, ma per tutto il Paese. E’ contro ogni elemento di base di un vero convivere civile”. Si inalbera addirittura il prorettore Dario Braga. “Ma di cosa stiamo parlando?- afferma il candidato rettore- quel decreto è una forma degenerativa del sistema, non lo applicherò se sarò eletto”.


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