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(Foto Ferrari)
ROMA – La Formula 1 torna in Europa ancora in hangover. Le paillettes di Miami, il contesto sguaiato, la vipperia accessoria: tutto alle spalle. A Barcellona si torna in confort zone: circuito tradizionale, pista da test e sviluppi. È come una ripartenza dopo cinque round, per il Mondiale. Già sede dei primi test precampionato, il Circuit de Barcelona-Catalunya è un punto di svolta, perché al Gp di Spagna scendono in pista gli aggiornamenti tecnici, una fase “nuova” del campionato.
La Ferrari arriva in Spagna dopo la doppietta sul podio di Miami e con Carlos Sainz che cerca, in casa, la sua prima vittoria in F1: ci saranno 3.500 tifosi tutti per lui, assiepati su una tribuna dedicata, la cosiddetta “Grada CS55”. La parola d’ordine è dieta, per la Red Bull come per le Rosse. La F1-75 dovrebbe perdere grammi per migliorare la gestione gomme, e montare un nuovo fondo e aggiornamenti su alettoni e pance. La RB18 di Max Verstappen, che nelle ultime due gare ha rosicchiato il vantaggio di Leclerc fino a ridurlo alla “miseria” di 19 punti, porta in Spagna un upgrade da -7 kg, con nuova componentistica di parti aerodinamiche e telaistiche, su fondo e diffusore. Insomma una piccola rivoluzione.
Il layout del tracciato – con curve da alta, media e bassa velocità, cambi di direzione, ondulazioni e il lungo rettilineo d’arrivo – è infatti un impegnativo banco di prova anche per l’ormai famigerato “effetto suolo”. Nel corso degli anni il Circuit de Barcelona-Catalunya s’è guadagnato la nomea di pista complicata per i sorpassi. Se il copione dovesse cambiare, vorrebbe dire che la F1 ha centrato l’obiettivo, con le nuove regole. A Barcellona il vento è una componente tradizionale: la maggior parte delle vetture adotteranno una configurazione aerodinamica a medio-alto carico. Due le zone Drs: una sul rettilineo principale, che porta alla prima chicane, e un’altra dopo la curva 9 sul rettilineo di ritorno. Da percorrere ci sono 66 giri da 4.675 metri: un viaggio da 308,424 chilometri totali.
Dov’è finita la terza incomoda? La Mercedes corre, per ora, con la zavorra di un Hamilton fuori dalla lotta per il titolo. Il team di Brackley continua a lavorare sul porpoising che tanto affligge il pluri-iridato e George Russell. Il nuovo pacchetto che la W13 dovrebbe montare a Barcellona dirà tantissimo del destino cui è atteso il resto della stagione: ci sarà un nuovo fondo, alettoni anteriori e posteriori aggiornati.
C’è attesa anche per una eventuale “rinascita” dell’Aston Martin di Vettel e Stroll, per la rinnovata competitività della Haas VF-22 di Magnussen e Mick Schumacher, e soprattutto per la Alpine di Fernando Alonso. Lo spagnolo ha vinto la sua ultima gara proprio a Barcellona, la bellezza di nove anni fa. Dopo il nono posto nella tappa d’apertura in Bahrain, il due volte campione del mondo ha raccolto problemi tecnici, incidenti, penalità e strategie un po’ naif. Dice che “in F1 l’età non conta”. Che è “più forte adesso di quando avevo 25 anni”. E che preferirebbe avere “un alettone nuovo piuttosto che tre anni in meno”. Barcellona è casa anche per lui. Sainz e Alonso, il doppio volto generazionale della Spagna in pista. In Catalogna si riparte, tutti, ma loro di più.
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