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Strage Bologna, chiesto processo per Bellini. Bolognesi: “Ora battaglia per verità sarà super ostacolata”

La Procura generale ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex terrorista di estrema destra per concorso nella strage. La contentezza di Bolognesi, che però avverte: "Ora ne vedremo di ogni per allontanare la verità"

Pubblicato:19-05-2020 12:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:20

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BOLOGNA – La Procura generale di Bologna chiede il rinvio a giudizio per l’ex esponente di Avanguardia nazionale, Paolo Bellini, per concorso nella strage del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna. Dopo l’avviso di fine indagine notificato a febbraio, dunque, ora arriva anche la richiesta di mandare a processo l’ex estremista di destra, che secondo i magistrati bolognesi avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti e ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato.

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Nel provvedimento, firmato dall’avvocato generale Alberto Candi e dai sostituti pg Umberto Palma e Nicola Proto, e vistato dal procuratore generale Ignazio De Francisci, si chiede il rinvio a giudizio anche per l’ex generale del Sisde, Quintino Spella, e per l’ex Carabiniere, Piergiorgio Segatel, entrambi accusati di depistaggio.


Per Domenico Catracchia, responsabile delle società, legate ai servizi segreti, che affittavano gli appartamenti di via Gradoli dove, nel 1981, trovarono rifugio alcuni appartenenti ai Nar, si chiede invece il processo per false informazioni al pm al fine di sviare le indagini.

Le richieste arrivano al termine del primo troncone delle indagini sui mandanti della strage, avocate dalla Procura generale nell’ottobre del 2017.

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“ORA BATTAGLIA PER VERITÀ SARÀ SUPER-OSTACOLATA”

paolo bolognesi“Ora la battaglia per la verità sarà ostacolata in modo sovraumano; inizia una strada difficilissima: non si pensi, come si diceva una volta, che abbiamo raggiunto il socialismo. Abbiamo voluto la bicicletta, ora dobbiamo pedalare“. E’ soddisfatto, e molto, Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage alla stazione di Bologna per la decisione della Procura generale di Bologna di chiedere il rinvio a giudizio per l’ex esponente di Avanguardia nazionale, Paolo Bellini, per concorso nella strage del 2 agosto 1980.

Soddisfatto, ma anche consapevole che questo traguardo inseguito per anni, e “con cui si dimostra che ci sono le carte per fare un processo” sui mandanti, segna anche una ‘fase 2’. Quella appunto in cui si farà di tutto, teme e prevede, per evitare che la verità venga a galla.

Alla vigilia del 2 agosto assisteremo a tentativi di tutti i tipi per confondere l’opinione pubblica” mentre il cerchio sembra stringersi attorno ai mandanti, dice Bolognesi, parlando alla ‘Dire’.

Secondo i magistrati Bellini avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi, tutti deceduti e ritenuti mandanti, finanziatori o organizzatori dell’attentato. Inoltre si chiede il rinvio a giudizio per l’ex generale del Sisde, Quintino Spella, e per l’ex Carabiniere Piergiorgio Segatel, per depistaggio. Per Domenico Catracchia, responsabile delle società legate ai servizi segreti, che affittavano gli appartamenti di via Gradoli dove, nel 1981, trovarono rifugio alcuni esponenti dei Nar, si chiede invece il processo per false informazioni al pm al fine di sviare le indagini.

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“Dagli esecutori, come Cavallini, stiamo salendo a personaggi di ancora più alto livello” e ruolo nei misteri del 2 agosto, rileva Bolognesi. “La cosa importante- prosegue il presidente dell’associazione dei parenti delle vittime del 2 agosto- è che, oltre a Bellini, ci sono tre personaggi collegati ai servizi e siccome le false dichiarazioni e i depistaggi sono del 2019, questo vuol dire che il centro di potere che gestiva queste cose è vivo, vegeto e lotta contro di noi, lotta ancora contro la verità”. Per questo, “oggi siamo molto contenti, ma anche consapevoli che i tempi che verranno saranno durissimi“.

La richiesta di avvio del processo dimostra che “ci sono elementi estremamente consistenti, è una cosa veramente seria” e di questo Bolognesi ringrazia i magistrati “che non hanno guardato in faccia a nessuno e sono andati avanti“, e l’hanno fatto indagando su tentativi di non far sapere la verità che dimostrano come “certi segreti e connubi sul 2 agosto ancora oggi non si devono sapere e si fa di tutto per tenerli segreti”.

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