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Amref in corteo per i migranti: “La Ue non crea sviluppo, ma respinge”

Un corteo popolare sfilera' per chiedere il superamento della Bossi-Fini e mandare un segnale di vicinanza a chi fugge da fame e geurra, ma anche alle ong

Pubblicato:19-05-2017 12:16
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:14

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ROMA – “In Italia stiamo perdendo pezzi. La gente non conosce o non comprende tanti aspetti delle migrazioni e questo ci sta facendo perdere il senso della solidarieta’ internazionale. Le accuse alle ong delle ultime settimane ne sono la prova”. A parlare con l’agenzia DIRE e’ Giulia De Ponte, responsabile advocacy per Amref – Health Africa Italia, ong che da 60 anni si occupa di salute in Africa.

La sua e’ una realta’ diversa da quelle che si occupano di salvataggio nel Mediterraneo, ma che pure sta risentendo degli effetti negativi di questa polemica. “Sentiamo la pressione dei media e di un’opinione pubblica a cui viene raccontata solo una parte della storia, senza rispondere a una domanda fondamentale: perche’ le ong intervengono in mare, spingendosi anche molto vicino alle coste libiche?“. E cosi’ ne approfitta per dare la sua spiegazione: “In questo momento sta avvenendo un passaggio di consegne tra la Guardia costiera italiana a quella libica, nel quadro dell’applicazione dell’Accordo Italia-Libia”.

L’accordo di fatto prevede che le autorita’ italiane si ritirino progressivamente dalla zona Sar (‘Search and rescue’, ossia la fascia di ricerca e soccorso attraverso cui passa la maggior parte dei gommoni carichi di migranti).


“Anche le motovedette di Frontex – prosegue De Ponte – si sono allontanate da quell’area, quindi ora c’e’ l’interesse a non avere navi private solidali in quella fascia di mare”.

Ma se da un lato il soccorso istituzionale viene meno, “qualcun altro deve intervenire. Ma piuttosto che raccontare questo, si criminalizzano le ong. E’ un ribaltamento della logica: la priorita’ dovrebbe essere il salvataggio di vite umane“.

La responsabile Amref non parla solo a nome della sua organizzazione: esprime il punto di vista della solidarieta’ italiana, una galassia eterogenea e folta che sta facendo squadra per riportare al centro il valore dell’aiuto.

LA MANIFESTAZIONE A MILANO

Esempio significativo di questo processo e’ l’iniziativa ‘Insieme senza muri’, a cui anche Amref ha dato la sua adesione: un corteo popolare fissato per sabato a Milano – dalle 14.30 a Porta Venezia – a cui si prevedono circa 20mila persone tra semplici cittadini ed esponenti di associazioni solidali laiche o religiose, comunita’ della diaspora, ong, fondazioni – sfilera’ per chiedere il superamento della legge Bossi-Fini e mandare un segnale di vicinanza a chi fugge dalla fame e dalle guerre, ma anche alle ong finite nella bufera della polemica. A preoccupare Giulia De Ponte, responsabile advocacy per Amref, e’ anche un altro fenomeno: il graduale trasferimento – iniziato dagli Accordi della Valletta sulla gestione dei flussi migratori di fine 2015 – dei fondi europei per la cooperazione allo sviluppo al controllo delle frontiere.

“Sono state tolte risorse alla cooperazione tradizionale per potenziare il pattugliamento delle frontiere, o peggio, sono stati dati fondi ai governi in cambio di accordi di riammissione dei migranti. Ma – prosegue De Ponte – e’ creando benessere che si risolve davvero il problema! In Paesi come Etiopia, Niger, Senegal e Libia servono progetti di scolarizzazione, formazione, miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, avvio al lavoro ed empowerment femminile. Le politiche europee di oggi, se da un lato trattengono le persone, dall’altro non evitano che scelgano comunque di partire”.

Amref, come altre no profit, si sostiene con fondi privati ma anche coi fondi europei. Attualmente l’Ue “ha bisogno delle ong sul campo come la nostra per gestire i flussi migratori. Ma essere inseriti in questa dinamica”, che mette lo sviluppo in secondo piano, “a noi non sta affatto bene”.

IL PROGETTO ‘VOCI DI CONFINE’

Dal bisogno di raccontare meglio un fenomeno cosi’ complesso e creare consapevolezza, dall’1 maggio Amref ha anche aderito a ‘Voci di confine’, un progetto finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo – che fa capo al ministero degli Esteri – e che coinvolge in tante attivita’ diverse gli enti locali, tra cui in testa il Comune di Lampedusa e la Regione Puglia, poi il mondo del no-profit, le associazioni di stranieri, e altri organismi della societa’ civile.

“Il tema dei migranti e del viaggio e’ un tema popolare, perche’ tocca le persone – spiega De Ponte – per questo noi, in quanto Amref, abbiamo aderito proponendo momenti di dialogo istituzionale, educazione nelle scuole e nei centri di aggregazione giovanili (come i campi estivi), una campagna di comunciazione radio e social e programmi di formazione per professionisti soprattutto in campo sanitario”.

In calendario anche un incontro a livello europeo, probabilmente a Lampedusa. In base al successo di questa iniziativa, nei prossimi mesi potrebbe partire anche un progetto gemello ma di livello europeo.

“Incrociamo le dita”, conclude la rappresentante Amref.

di Alessandra Fabbretti, giornalista

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