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Morti per l’amianto, in Emilia-Romagna sono oltre tremila: sindacati in piazza

La manifestazione il 28 aprile a Bologna, in occasione della giornata mondiale per le vittime del lavoro e dell'amianto

Pubblicato:19-04-2022 18:24
Ultimo aggiornamento:19-04-2022 18:50
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BOLOGNA – A inizio anno erano 3.186 le persone morte di mesotelioma in Emilia Romagna, fra cui 1.943 per esposizione professionale. E ogni anno gli “ammalati aumentano in modo drammatico”. Per questo secondo i sindacati “occorre rilanciare l’iniziativa di Governo e Parlamento per accelerare le bonifiche e migliorare la cura e la tutela degli esposti ed ex esposti”, oltre a “fare prevenzione per i lavoratori che possono entrare in contatto con l’amianto. Gli investimenti del Pnrr sono l’occasione per recuperare il tempo perduto”.

L’appello sarà rilanciato il 28 aprile, durante la giornata mondiale per le vittime del lavoro e dell’amianto, con una manifestazione in piazza Nettuno a Bologna a cui parteciperà anche una delegazione dei lavoratori delle Ogr, le officine grandi riparazioni delle ferrovie che tanti lutti hanno vissuto in regione, insieme al sindaco Matteo Lepore. “Ci sono decine di milioni di tonnellate di amianto diffuse nel territorio, che ancora mettono a rischio la salute dei cittadini e dei lavoratori”, ricordano ancora i sindacati nell’invito all’evento, diffuso alcuni giorni fa. “Il sindacato confederale e le associazioni delle vittime dell’amianto chiedono che le tutte istituzioni agiscano con urgenza per affrontare definitivamente il problema amianto e si occupino delle persone a rischio e dei malati”. Alla Regione e all’ispettorato del Lavoro i rappresentanti dei lavoratori chiedono la “piena attuazione del piano amianto”, ma anche “investimenti su ricerca, cura, sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex-esposti ed esposti all’amianto da parte del sistema sanitario regionale”. La richiesta, inoltre, è anche di una “tutela della salute dei lavoratori addetti alle bonifiche”. Ai Comuni invece “chiediamo di completare la mappatura per bonificare, verso un’Emilia Romagna ad ‘amianto zero'” e di “far applicare ai gestori dei servizi di igiene urbana (Hera, Iren …) il sistema del ritiro di piccoli quantità di amianto da chi ristruttura”.

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