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Mondo di mezzo, Corte Conti: “Coratti, Gramazio e altri 10 risarciscano a Campidoglio 3 milioni”

Il risarcimento "in relazione alle maggiori spese affrontate dal Comune di Roma per il ripristino dell'efficienza perduta"

Pubblicato:19-04-2021 19:56
Ultimo aggiornamento:19-04-2021 19:56

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ROMA – La sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Lazio ha condannato l’ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti, l’ex capogruppo capitolino del Pdl, Luca Gramazio, l’ex assessore capitolino alle Politiche sociali, Daniele Ozzimo, gli ex consiglieri comunali Pierpaolo Pedetti (Pd) e Giordano Tredicine (PdL), l’ex presidente del Municipio di Ostia, Andrea Tassone, l’ex direttore generale di Ama, Giovanni Fiscon, l’ex caposegreteria di Coratti, Franco Figurelli, l’ex capo del dipartimento capitolino Politiche sociali, Angelo Scozzafava, l’ex funzionario del dipartimento del Verde capitolino, Claudio Turella, l’ex membro del tavolo nazionale di coordinamento sui migranti, Luca Odevaine, ed Emanuela Salvatori, ex vertice del dipartimento Politiche sociali di Roma Capitale, a restituire al Campidoglio quasi tre milioni di euro al termine del processo ‘contabile’ sulla vicenda Mondo di Mezzo.

Nel dettaglio, Coratti, Gramazio, Ozzimo, Pedetti, Tassone e Tredicine dovranno pagare “in solido tra loro” 1.864.398,61 euro “oltre accessori e interessi legali della sentenza e sino al soddisfo”. Mentre Figurelli, Odevaine, Scozzafava, Salvatori, Turella, Fiscon e Salvatori sono stati condannati al pagamento “in favore del Comune di Roma Capitale, in solido tra loro, del medesimo danno da disservizio sino alla concorrenza di euro 932.199,301 euro”. Per quanto riguarda la posizione di Emanuela Salvatori “si terrà conto di quanto già versato da quest’ultima al Comune di Roma (90mila euro complessivi come si legge nella sentenza, ndr) a seguito della transazione stipulata con quest’ultimo”.

Il Collegio giudicante della Corte dei Conti del Lazio ha ritenuto “sussistente il danno da disservizio per ‘maggior costo’, quantificato dal requirente in euro 1.864.398,61, in relazione alle maggiori spese affrontate dal Comune di Roma per il ripristino dell’efficienza perduta è come conseguenza- si legge nella sentenza- della collaborazione prestata dagli uffici comunali alle numerose indagini, inchieste e verifiche (in sede penale, amministrativa e contabile), circostanza che ha inevitabilmente distolto molti funzionari dall’esplicazione delle ordinarie funzioni di ufficio”.


Questa voce di danno “va attribuita interamente ai soggetti appartenenti alla compagine politica- spiega la sentenza- tenuto conto dell’attività illecita svolta, del ruolo assunto all’interno del Comune di Roma, della rilevanza e del maggiore disvalore delle condotte poste in essere (Coratti, Tredicine, Ozzimo, Gramazio, Pedetti, Tassone)”. La meta’ di questa cifra “va attribuita, in via solidale e sino alla concorrenza di tale importo, ai dirigenti e funzionari (Figurelli, Odevaine, Turella, Salvatori, Scozzafava, Fiscon) che hanno compromesso l’aggressione dei settori di rispettiva competenza- prosegue la sentenza- anche dietro percezione di vantaggi illeciti”. Tra gli oggetti dell’inchiesta della Procura regionale della Corte dei Conti, che aveva chiesto un risarcimento danni da 9 milioni, c’erano le gare comunali per il verde e quella di Ama per la raccolta del multimateriale.

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