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Nardella: “Bene le riaperture, ma è un rischio ragionato da gestire con cautela”

Il sindaco di Firenze sta lavorando alla distribuzione di mascherine ffp2 a tutti gli studenti che utilizzano i mezzi pubblici

Pubblicato:19-04-2021 12:09
Ultimo aggiornamento:19-04-2021 18:58
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dario Nardella firenze Zaki
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FIRENZE – Fissare la roadmap per un progressivo ritorno alla normalità è la strada giusta, tuttavia “nell’area fiorentina sabato abbiamo avuto dieci morti in un giorno. Dobbiamo sapere, quindi, che di fronte a noi c’è il momento più difficile: quello delle riaperture che deve andare di pari passo con i controlli, la responsabilità di ciascuno, perché la pandemia c’è ancora, e l’accelerazione delle vaccinazioni. Tutte queste situazioni devono essere governate insieme”. Lo spiega il sindaco di Firenze, Dario Nardella, a ‘Omnibus’, su La 7.

“Draghi- aggiunge- ha parlato di un rischio ragionato“. In sostanza “il rischio c’è ancora e dobbiamo gestirlo con grande cautela, con senso di responsabilità, perché non vorrei ritrovarmi con le polemiche opposte: troppe attività aperte e troppe persone per la strada”. Con questa mossa il governo ha raggiunto “un risultato, quello di stabilire un programma e un calendario che dia certezze e rassicurazioni a cittadini e imprese. Però non sono d’accordo con l’idea di buttare sempre la palla in avanti: ogni volta che il governo decide una cosa, rimetterla in discussione il giorno dopo”. In questo senso la scelta di calendarizzare le riaperture, progressivamente, “è la vittoria del buonsenso, non di Salvini o qualcun altro”.

Tuttavia, osserva, “Enrico Letta da segretario del Pd ha detto due cose, ripartire con le aperture e un decreto imprese per dare una mano concreta alle attività economiche. Non ho visto nessuna opposizione ideologica alle chiusure: siamo soltanto per riaperture ragionate e prudenti, come ha detto Draghi. Se qualcuno, invece, vuole il bomba libera tutti lo dica, ma se ne assuma responsabilità e rischi”. Il Pd, “anche con la spinta di noi sindaci, ha avuto sempre una posizione molto chiara: bene le riaperture graduali, ma tenendo conto che ancora la pandemia è tra noi”.


“STIAMO LAVORANDO PER DISTRIBUIRE MASCHERINE FFP2 AGLI STUDENTI SUI MEZZI PUBBLICI”

“Sto lavorando nell’area fiorentina per avviare la distribuzione delle mascherine ffp2 agli studenti che utilizzano i mezzi pubblici“, perché “sono le uniche che danno la maggior garanzia possibile” contro “il contagio nei luoghi chiusi. Quindi anche nei mezzi di trasporto”. La valutazione sulla novità è in corso, rivela il sindaco Dario Nardella, intervenendo a ‘Omnibus’, su La 7.

Ma è troppo tardi per riaprire al 100% in presenza già lunedì? “No, credo che correndo si possa fare” e ricorda: “Come sindaco metropolitano ho messo in campo un piano su tutta la provincia di Firenze dove abbiamo più di 40.000 studenti. Con la prefettura abbiamo stabilito un piano speciale per il trasporto pubblico e lanciato un programma molto innovativo: studenti formati dagli operatori della protezione civile” così da farli diventare “tutor per i loro compagni di classe sul rispetto delle regole essenziali” in classe e all’ingresso degli istituti. Inoltre “siamo impegnati nella gestione dei flussi sui mezzi di trasporto con gli scaglionamenti degli orari”. Il tema, infatti, “non è solo mettere” in strada “più mezzi ma scaglionare ingressi e uscite per allentare la pressione in alcune fasce orarie. Paghiamo, poi, un servizio di steward che stanno alle fermate più importanti per aiutare i ragazzi a scegliere il mezzo giusto”. In sostanza “se il governo e le Regioni corrono ce la possiamo fare”. Anche perché “quando si parla di riaprire praticamente tutto, ristoranti, bar, teatri, musei, fiere internazionali, lo si deve fare a maggior ragione per le scuole”.

Il punto, quindi, “è tornare a scuola in sicurezza” e qui “il nodo dei trasporti pubblici è fondamentale. Su questo lo Stato e le Regioni non si dividano: mettano in campo uno sforzo corale per garantire le risorse economiche necessarie. Dobbiamo introdurre meccanismi e azioni che consentano che questa riapertura di scuole e attività economiche sia irreversibile”.

“SERVIREBBERO 25.000 EURO AL GIORNO PER COPRIRE LA POPOLAZIONE STUDENTESCA”

Dotare gli studenti di mascherine ffp2 non è uno scherzo. Servirebbero “dai 20.000 ai 25.000 euro al giorno per coprire la popolazione studentesca della Città metropolitana. Il punto è economico”, spiega il sindaco di Firenze Dario Nardella, che, dopo aver svelato questa ‘pezzo’ del piano per il rientro in classe al 100%, ne rivela anche i costi. “Da soli non ce la facciamo“, ammette. Così “se la Regione e il governo ci aiutano a reperire queste mascherine, come sindaco metropolitano mi assumo la responsabilità di pianificare e di distribuire le mascherine ai ragazzi, insieme alla prefettura, gli altri sindaci del territorio e all’ufficio regionale scolastico”.

In questo modo “riduciamo drasticamente il rischio di contagio, non solo nelle classi ma soprattutto nei mezzi pubblici”. Perché entrarci “con una mascherina normale, peraltro a distanze inferiori di un metro da un’altra persona, non garantisce assolutamente dal rischio contagio. Non lo dico io, ma gli esperti”. L’ffp2, invece, “potrebbe essere una soluzione efficace, da affiancare a tutte le altre”. Per Nardella, infatti, “non possiamo assistere ora alla tentazione di chiudere le scuole solo perché ci rendiamo conto quanto sia complicato garantire il trasporto pubblico, i test rapidi negli istituti e gli ingressi in sicurezza”. Servono quindi le risorse pubbliche, quelle che devono mettere in pista il governo e la Regione, ragiona.

Vale per la scuola e vale anche per il commercio e la ristorazione: “Il governo– prosegue Nardella- deve stare con i piedi per terra e aiutare noi sindaci a gestire situazioni di grande complessità e tensione. Ci deve supportare con regole chiare, strumenti e risorse“. In questo senso “più volte ho lanciato la proposta per poter riaprire non solo con il passaporto vaccinale, ma anche con un certificati di tampone negativo nelle 48 precedenti”. Il rischio, altrimenti, “è dividere gli italiani in cittadini di seria A o di B”, consentendo mobilità e accesso ai locali pubblici solo a chi si è già vaccinato.

Tuttavia resta la domanda, chi paga per i test? “C’è un problema economico“, osserva, “perché il tampone costa e su questo lo Stato deve intervenire attraverso abbattimenti e riduzioni a tutti gli istituti e laboratori che fanno i tamponi. Oppure con convenzioni tra le autorità sanitarie e i laboratori, o con le imprese che” su test “hanno bisogno di numeri importanti”.

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