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In bicicletta per vivere, scoprire e condividere

Intervista all'ideatrice di 'Cara Biga'

Pubblicato:19-04-2021 09:00
Ultimo aggiornamento:19-04-2021 09:00
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Veronica Santandrea progetto Cara Biga
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BOLOGNA – Abbigliamento tecnico, una folta chioma di ricci biondi, rossetto rosso e gamba scolpita, la protagonista di ‘Cara Biga’ Veronica Santandrea racconta in un’intervista il progetto social che la vede protagonista. Da quando la bicicletta è arrivata nella sua vita Veronica non l’ha più abbandonata. La bici, che a Bologna si chiama ‘biga’ è diventato per lei mezzo di trasporto, via di fuga, valvola di sfogo ma soprattutto uno strumento di socializzazione. E così ha deciso di coinvolgere più persone possibile in questa attività, creando un racconto sui social dove condivide con appassionati e principianti i suoi giri, i menu delle trattorie che le danno ristoro e i baretti che incontra dentro e fuori porta. Non solo: organizza uscite in gruppo, soprattutto prime uscite, con persone che vogliono mettersi alla prova ma preferiscono farlo in compagnia.

Sono più di venti le prime uscite già realizzate principalmente fra donne: “sto coinvolgendo tantissime ragazze– racconta Veronica- che magari sono curiose di sapere come iniziare, con quale bici farlo, in quale momento della giornata, e io sto dando loro tanti consigli ma soprattutto le sto convincendo ad uscire insieme- e conclude- Dà molta soddisfazione questo lato del progetto che da social diventa sempre di più un progetto concreto in cui ci si vede, si esce insieme, si condividono tutte queste cose a livello umano e non solo su Internet”. Racconta anche della sua prima volta e di come oggi si senta sempre sicura, libera e pronta a cavalcare la sua gravel bike. Per chi non conoscesse il mondo del ciclismo e non sapesse da dove iniziare, sui canali Instagram e Facebook di ‘Cara Biga’ Veronica fornisce consigli sui modelli di bici, dritte per principianti e addirittura presta la sua ‘biga’ per fare le prove tecniche prima di lanciarsi in eventuali acquisti avventati.

Un’attenzione particolare è rivolta alle ragazze: “sono ancora poche le donne che intraprendono questo tipo di sport e di avventura– spiega Santandrea- perché il ciclismo spaventa. Molte donne sono curiose ma non sanno come iniziare, non hanno magari il coraggio di farlo e soprattutto preferirebbero iniziare magari in un gruppo con qualcuno e poi successivamente, riuscendo a gestire lo strumento, indipendentemente da da tutto uscire a fare i giri anche in solitaria e in indipendenza”.


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