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Il commissariamento di Banca Cis e la proroga del blocco dei pagamenti sono al centro di un lungo e partecipato dibattito odierno in Consiglio grande e generale. I lavori infatti, come da ordine del giorno, partono dalla ratifica del decreto legge “Misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del sistema finanziario” il cui dibattito- ancora in corso- estende la seduta odierna anche nelle ore notturne. Ad introdurlo, il Segretario di Stato per le Finanze, Eva Guidi: con il provvedimento “si introducono strumenti e misure che servono alla nostra Banca centrale per intervenire nelle crisi bancarie, a tutela dei risparmiatori dei lavoratori- spiega- non a caso il titolo “Misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del risparmio”, e la sua finalità prima è proprio quella di salvaguardare e sostenere gli interessi dei risparmiatori e la stabilità del sistema finanziario ed economico del nostro paese”. Le misure sono di tutela “non per la banca- puntualizza- ma per i depositanti e risparmiatori, per sostenere il sistema e, in ogni caso, sono delle misure che vanno a beneficiare e ad avvantaggiare chi interviene nelle operazioni di salvataggio bancario”. Il governo presenta inoltre un emendamento che estende la sospensione dei pagamenti per il Cis. Ai risparmiatori Guidi assicura che si cercherà “ogni modalità per far allentare comunque il blocco e per alleviare i disagi che comporta”.
Nel corso del dibattito, l’opposizione resta critica sul decreto definendolo “Salva Cis”, più che “Salva banche”, sottolineando la differenza di approccio sostenuta rispetto Asset Banca. Ma unanimamente si riconosce la necessità della proroga del blocco dei pagamenti. Marco Nicolini, consigliere di Rete e dipendente-correntista Cis, ammette la dura realtà: “Tutti siamo preocupati per l’indisponibilità dei nostri soldi- manda a dire- ma se si aprissero le casse oggi il Cis sarebbe in bancarotta dopo dieci minuti.” Non solo: “La caduta del Cis farebbe franare l’intero sistema bancario sammarinese, nessun istituto sarebbe al sicuro”. In gioco quindi “non c’è quindi solo la salvezza del Cis- assicura- i posti dei dipendenti e i soldi dei correntisti, ma la sopravvivenza del paese”. Perciò, “mi augurerò sia votato questo decreto- conclude- che è il male minore in un panorama di incertezza”.Dalla maggioranza, Matteo Ciacci, C10, bandisce “schermaglie, tensioni, strumentalizzazioni attacchi di basso profilo” perchè “è il momento di cambiare passo- esorta- la politica deve imparare a rispettare gli organismi, la miglior politica è questa per risolvere i problemi, non fare sterili strumentalizzazioni”. Rifacendosi alla richiesta di più tempo avanzata in commissione Finanze dal commissario straordinario Bonfatti del Cis, invita l’aula ad “aprire insieme una fase che ci consenta di risolvere questa crisi bancaria”.
I lavori proseguiranno fino le 24 per l’esame dell’articolato del decreto.
Di seguito un estratto del dibattito sul decreto “Misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del sistema finanziario”.
Comma 11. Ratifica Decreti Delegati e Decreti – Legge:
Decreto – Legge 25/01/2019 n.16 “Misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del sistema finanziario”.
Eva Guidi, Sds Finanze
Il decreto legge che ci accingiamo a ratificare oggi, messo urgentemente a disposizione di Banca centrale all’indomani della procedura di rigore di banca Cis, riguarda alcune delle misure ritenute immediatamente necessarie per permettere la migliore gestione delle crisi bancarie, misure quali quelle introdotte e già presenti nel nostro ordinamento con il decreto legge 93 del 2017, decaduto a fine 2018. Il decreto legge che ratifichiamo va a sostituirsi a un decreto molto simile a quello del 2017, uguale in molte parti, ma non in tutte, non andando per esempio a contemplare – e lo sottolineo- la misura della convertibilità dal credito d’imposta, che colgo l’occasione per ricordarlo, comunque non è mai stata applicata e andando, invece andando ad introdurre ulteriori passaggi nelle procedure a garanzia delle migliori applicazioni. Ribadisco: si introducono strumenti e misure che servono alla nostra Banca centrale, così come sono strumenti che servono che sono presenti in tutti gli ordinamenti per tutte le Banche centrali per intervenire nelle crisi bancarie, a tutela dei risparmiatori dei lavoratori, non a caso il titolo “Misure urgenti a sostegno di operazioni a tutela del risparmio”, e la sua finalità prima è proprio quella di salvaguardare e sostenere gli interessi dei risparmiatori e la stabilità del sistema finanziario ed economico del nostro paese.
Le misure sono di tutela non per la banca, ma per i depositanti e risparmiatori, per sostenere il sistema e, in ogni caso, sono delle misure che vanno a beneficiare e ad avvantaggiare chi interviene nelle operazioni di salvataggio bancario. Si tratta comunque di un ambito di intervento che non riguarda in alcun modo i profili di ripatrimonializzazione delle banche, ma solo i finanziamenti. Oggi la situazione normativa interna sulla gestione delle crisi bancarie è scarna, prevede l’amministrazione straordinaria, con la sospensione dei pagamenti, e poi immediatamente la liquidazione coatta amministrativa e niente altro. Gli altri ordinamenti si sono dotati di moltissimi altri strumeti che sono alcune musure introdotte dal decreto ed erano state introdotte già dal decreto del 2017, ma è scaduto e si è reso necessario riemetterlo.
La liquidazione- ci è stato detto più volte- è il peggiore scenario per una banca,salvo interventi esterni, e in questi ultimi dieci anni ci sono sempre stati interventi dello Stato a sostegno dell’interesse pubblico. Mell’ambito della liquidazione, si vendono i beni e poi successivamente si soddisfano i correntisti con quello che è realizzato. E per questo motivo rilevo il dispiacere per le strumentalizzazioni che ho letto sulla stampa degli ultimi giorni, che dimostrano che non si sia capita bene la finalità del decreto che è il riuscire appunto a dare degli strumenti in più a tutela del risparmiatore e dei correntisti, strumenti che sono utilizzati in tutte le Banche Centrali del mondo per affrontare crisi finanziarie delle banche e si affiancano alle disposizioni che lo statuto della Banca centrale già prevede per andare a fare dunque delle operazioni di sostegno.
Ed è per questo che oggi con il decreto di ratifica del decreto abbiamo presentato un emendamento che estende la sospensione dei pagamenti, anche se ci rende perfettamente conto di quanto sia pesante per i risparmiatori, ai quali facciamo presente che cercheremo ogni modalità per far allentare comunque il blocco dei pagamenti per alleviare i disagi che comporta. In questo modo si consente più tempo per prevedere la valutazione della situazione più valida per lavorare alla soluzione più efficace. Sono strumenti che servono a superare situazioni di crisi e servono ad evitare il fallimento delle banche. L’iter prevede molti passaggi, la richiesta di una garanzia viene fatta solo nel momento in cui Banca centrale non abbia avuto la possibilità di trovarla all’interno del’azienda bancaria con tutte le modalità possibili.
Su un punto molto dibattuto in quest’ultimo periodo: tutte le regole del diritto internazionale stabiliscono che i soci rispondono per tutto il loro capitale all’investimento fatto, ed è quello che si prevede del nostro ordinamento per le aziende, anche quelle bancarie. Nei provvedimenti di rigore i soci sono portatori di interesse che non vegnono tutelati e rispondono con tutto il capitale impiegato nell’investimento. Accanto a queste disposizioni, nel caso siano state messe in atto comportamenti illeciti, interferenze, o altre azioni da cui soci o amministratori ne abbino tratto indebitamente vantaggio, partono le segnalazioni del commissario che portano ad azioni di responsabilità previste e normate nel nostro ordiamento con azioni di rivalsa. Non si ha alcun intervento di tutela, con questo decreto legge, se non- lo ribadisco ancora- verso i risparmiatori, investitori, correntisti e lavoratori.
Vorrei sgombrare il campo da ricostruzioni fantasiose su fantonatici possibili finanziamenti a favore di particolari correntisti, al momento non sono state prestate autorizzazioni nella situazione straordinaria finalizzata a rendere disponibili, fondi sia sotto forma di prelievo che gli utili di finanziamenti. Chiaro che siamo tutti ben consci ci sono diverse tematiche che investono il sistema bancario finanziario: gestione Npl, tutela fondi pensione, nuova legge che le procedure concorsuali per la vendita degli immobili ai residenti ai non cittadini, ci sono ipotesi di accorpamento. Su tutte queste tematiche, molto più ampie e che riguardano la stabilità del sistema, si è appena aperto un tavolo che avrebbe l’auspicio di vedere interessate tutte le parti del paese per la risoluzione delle eventuali difficoltà e quanto non di competenza dell’autorita di vigilanza.
Pasquale Valentini, Pdcs
Il Segretario ha richiamato il ruolo di Banca centrale, mi viene un po’ da sorridere. Quante volte questo richiamo ce lo siamo dimenticati nel modo in cui si è agito. Che arrivi un provvedimento e si dica che anche Banca centrale lo ha caldeggiato, è un elemento importantissimo e mi auguro sia tenuto presente. Sarebbe perfetto parlare di queste cose a boccie ferme, non in una situazione di emergenza. L’emendameto chiede un’ulteriore proroga del blocco del pagamenti, non mi permetto di mettere in discussione questa richiesta che arriva dal commissario che ha il controllo della situazione, ma faccio presente l’osservazione del Segretario, quando ha detto che la liquidazione coatta è lo scenario peggiore per una banca. E allora bisognava aggiungere che quando si è usata la Lca per Asset non se ne è tenuto in considerazione, ma è stata posta come unica soluzione della situazione. Addirittura quanto il tribunale diceva che non vi erano elementi per giustificarla, si è fatto di tutto per arrivare comunque alla liquidazione coatta. Siamo in una situazione in cui per sentenza del tribunale quella Lca è stata giudicata illegittima. Se non vogliamo mettere in discussione l’indicazione della Banca centrale, augurandomi venga messa nelle condizioni di svolgere il suo ruolo di vigilanza, in piena autonomia, però visto il quadro di emergenza, bisogna che noi forniamo molte più indicazioni.
In passato, si sapeva già dove andavano determinati interventi: con il credito di imposta – fatto al tavolo con le altre banche- sapevamo a chi stavamo dando agevolazioni per la risoluzione del problema. Oggi questo scenario, per quel che ne so io, non è definito. Chiediamo una proroga del blocco ma non perché sappiamo che c’è una soluzione. Il Segretario ha detto che in questo periodo si stanno facendo riscostruzioni fantasiose, mi spiace, ma le ricostruzioni fantasiose vengono fatte qui dentro dai membri del governo. La gravità più grossa è quella di dare scenari fantasiosi a questo Consiglio che dovrebbe uscire di qui con la consapevolezza fino in fondo del perché si fanno certe cose.
Roberto Ciavatta, Rete
Questo non è un decreto a tutela dei correntisti, ma è a tutela di una sola banca, è il “decreto salva Cis” perché ha durata limitata e serve per risolvere solo la situazione di Banca Cis. In sei anni è il secondo decreto che facciamo per quella banca. Il primo è quello di annessione di EuroCommercial Bank grazie al quale ha smesso di pagare i contributi ai dipendenti. La responsabilità è dei soci e della governance ma qui non c’è nulla che preveda qualcosa a riguardo. Potrebbe chiamarsi anche decreto “salva Polo”, per sbloccare gli 8 mln di euro fermi nell’istituto, i primi 8 mln che il commissario riuscirà a recuperare tra i crediti dovranno essere utilizzati per questo credito a discapito dei correntisti e dei fondi pensione. Il Segretario scuote la testa, ma anche Anis in un comunicato dà la stessa interpretazione.
Il decreto dà la possibilità a Bcsm di fare prestiti anche a istituti commissariati e si stabilisce che lo Stato garantisca questi prestiti. Si ha idea di quanto costi allo Stato? E che garanzia dà uno Stato che non ha un becco di un quattrino? Io voglio perseguire i responsabili delle banche, non voglio garantire l’impunità a chi ha gestito la banca per interesse personali, prendiamoci l’impegno e stabiliamo siano eliminati i termini di prescrizione per chi ha gestito la banca per certi reati finanziari.
Noi non siamo nelle condizioni di mettere le garanzie, bisogna che iniziamo a ragionare in termini differenti sulle banche, non possiamo dire ancora che “se una banca è in difficoltà ci pensa lo Stato”. Dobbiamo pensare come non perdere posti di lavoro e non far saltare quello che è rimasto. Credo sia possibile solo se qualcuno ci mette capitali, ma chi può comprare una banca in queste condizioni? Bisogna ragionare piuttosto con un decreto su uno spacchettamento dell’istituto, mettendo da una parte i crediti buoni e i fondi pensione e dall’altra i crediti spazzatura, fare quindi una good e una bad bank. Lasciare la bad bank alla proprietà, assumere la good bank e cercare di piazzarla sul mercato una volta messi a posti i conti. Ma non possiamo fingere che non sia l’unica via di uscita.
Matteo Ciacci, C10
Parte dell’intervento precedente può essere condiviso, ma ho ritenuto sottolineare due passaggi del comunicato di ieri del movimento Rete e cui rispondo. C10-Ssd-Rf non hanno mai fatto nessun tipo di appoggio a nessun tipo di cricca, semmai siamo stati quelli che lavorano e hanno sempre lavorato per fare chiarezza sul sistema bancario e tuteliamo la vigilanza che ha fatto un’ispezione nella banca di Marino Grandoni e si è arrivati grazie ad essa al commissariamento. La cricca la supporta qualcun altro, non Civico 10 e la maggioranza. Non sono per gli attacchi alla proprietà prima che il tutto emerga dalle indagini del tribunale. Per il resto sono d’accordo con voi, siamo stanchi di coprire con i soldi dello Stato le mancanze dei banchieri in difficoltà, ma ci sono delle procedure. Banca Cis, come gli altri istituti, è dei risparmiatori e nostro obiettivo è salvaguardare risparmiatori e depositi. Gli altri istituti di credito ci chiedono in questo momento di fare squadra, anche per il Cis. Schermaglie, tensioni, strumentalizzazioni attacchi di basso profilo li viviamo quotidianamente ma è il momento di cambiare passo, la politica deve imparare a rispettare gli organismi, la miglior politica è questa per risolvere i problemi, non fare sterili strumentalizzazioni. Abbiamo ascoltato tutti il commissario Bonfatti in audizione, al netto di una situazione della banca che deve essere approfondita, serve più tempo. Oggi chiediamo insieme di aprire una fase che ci consenta di risolvere questa crisi bancaria. Se cricca è la cricca, la voglio battere anche io, ma in questa fase dobbiamo lavorare di squadra ed essere più responsabili tutti. Lo spacchettamento in good e bad bank è un’ipotesi, lavoriamoci insieme.
Alessandro Mancini, Ps
Collega Ciacci, il livello della sua maggioranza e del govenro: da 30 giorni Mancini e Bronzetti hanno presentato una interpellanza sulla liquidità dello Stato e il suo Segretario ci ha risposto che deve elaborare i dati. Ma basta aprire i cassetti per vedere se i soldi ci sono o no, e serve trasparenza per mostrare ai cittadini se il problema esiste o no. Lei Ciacci sa quale sarà l’impatto sullo Stato degli interventi negli istituti in crisi? Credo lei non lo sappia, ma per fare squadra ci vogliono i dati e la condivisione. Non si può chiedere di fare squadra a uso e consumo. Il decreto di oggi offre delle possibilità di fare squadra. Il Ps, così il Psd, hanno sostenuto linea di indirizzo politico su eventuali azioni, nei nostri emendmnti chiediamo che qualora ci siano interventi dello Stato a garanzia, devono avvenire con delibera del Consiglio a maggioranza qualificata. Solo con un dispositivo di questo tipo tutti quanti dobbiamo conoscere i dati. La proroga dei 90 giorni: possono essere 90 giorni importanti ma serve la profondità di capire nel frattempo dove si vuole andare. Io non lo so dove si vuole andare in questi 90 giorni. So che in 90 giorni i risparmiatori non vedranno i loro soldi. E al 91° giorno ci ritroveremo a fare un altro dibatitto? Io credo che dopo 90 giorni la politica debba sapere se la banca si salva o no e chi paga in caso. Quell’intervento normativo vola alto, impegna lo Stato non si sa in che cosa, ma saranno interventi robusti e non ne sappiamo l’eventuale ritorno.
Iro Belluzzi, Psd
Il governo dovrebbe avere un atteggiamnto equo nei confronti di tutti i cittadini e delle imprese, di tutte le persone fisiche e giuridiche nel proprio territorio. Cosa non avvenuta per Asset, governo e maggioranza si sono prodigati per far saltare quella banca. Oggi facciamo un decreto per i risparmiatori Cis, poi il Segretario ci dice che occorrerà andare verso la strada delle fusioni. Salveremo quindi i lavoratori di banca Cis, ma faremo perdere il posto ai lavoratori di altre banche? Di quelli di Asset ce ne siamo fregati.
Il decreto non è condivisibile, come non fu condivisibile il 93 del 2017 che dava a Bcsm la possibilità di usare i fondi pensione.
Mariella Mularoni, Pdcs
Del Decreto Salva Banche metto in discussione le soluzioni: in base all’art.3 lo Stato garantirà rimborsi di Bcsm nei confronti di soggeti in liquidazione e in amministrazione straordinaria, senza l’obbligo di restituzione da parte di chi ha gestito la banca che non perderà un centestimo e usufruirà delle garanzie dello Stato. Credo sia una misura troppo onerosa per lo Stato. Preoccupazioni sono state espressa anche da Anis e Csu, ci state portando verso una deriva senza precedenti, è arrivato il momento di dichiarare il fallimento questo governo. La cittadinanza dovrà accollarsi il costo del risanamento delle banche. Per Asset, lo sappiamo tutti, si sono percorse strade diverse, facendo figli e figliastri. Bcsm ha posto Asset in Lca un quarto d’ora prima della discussione di domanda cautelare, senza dare ai soci la possibilità di ricapitalizzazione. Le banche non devono essere salvate dai soldi pubblici ma con il coinvolgiemtno dei privati. Mi chiedo poi se lo Stato ha risorse sufficenti. Sono molto preoccupata per l’immagine sempre più negative del nostro sistema bancario finanziario alle prese con le problematiche degli Npl e con le notizie di attualità. Così come lo avete pensato il decreto non è accettabile.
Oscar Mina, Pdcs
Il riferimento del Segretario Guidi mi è apparso scarso, non ha detto tante cose nei confronti di un decreto così importante. Ha parlato di soluzioni di mercato, di operazioni di sistema o di liquidazione coatta nel caso in qui alcuni istituti dovessero trovarsi in difficoltà. Ho partecipato all’ultima commissione Finanze e, da quanto è emerso, mi colpisce come questo decreto non rientri nelle finalità richieste dal commissario Bonfatti e mi lascia perplesso. Lei dice che il decreto tutela sistema bancario, ma non sarà assolutamento risolutivo per tutti gli istituti in difficoltà e se ricorrerano a questo decreto in modo da diventare una prassi consolidata. Il costo necessario per le garanzie all’indebitamento sono oneri importanti per lo Stato. Sottrarre risorse al bilancio per questi interventi riduce i possibili investimenti.
Dalibor Riccardi, Gruppo Misto
Preferirei che lo Stato si appropriasse di qualcosa che poi dopo deve garantire. Il commissario opera ancora per gli interessi della proprieta di Cis che ha mostrato di non voler ricapitalizzare, né di vendere. Ci troviamo in un loop particolare dove noi, come Stato e come espressione del Consiglio, vogliamo andare a garantire qualcosa che non è nostro e la cui proprietà mostra indifferenza verso possibili soluzioni. Nel decreto si inseriscono proroge che vanno anche a tutelare il sistema, cosa che dobbiamo fare, oltre che tutelare dipendenti e correntisti, o di certo i banchieri. Non posso condividere la modalità con cui il decreto viene fatto. Ha ragione Ciavatta, quando dice che in questo Paese c’è questa bruttissima possibilità: abbiamo per anni dato la possibilità a persone di avere istituti di credito che, se gli andava bene diventavano miliardari, e se andava male erano garantiti dall’amministrazione infedele. Lo Stato si riappropri degli istituti e faccia azioni di responsabilità in caso di amministrazioni infedeli. Ho fatto un’interpellanza sul polo della moda perché nella convenzione c’è una piccola clausola: se non si verificano determinate condizioni lo Stato se ne può riappropriare con 1 euro. E questo deve essere previsto anche per le proprietà degli istituti. Prima cosa da fare è riappropriarsi degli istituti, altrimenti questo decreto aiuta solo chi ha amministrato l’istituto fino adesso.
Alessandro Cardelli, Pdcs
Il Cis non è la prima banca che abbiamo commissariato nell’arco di una legislatura, prima c’è stata Asset e le differenze sono notevoli. L’approccio tenuto da questa banca centrale ma anche dello stesso governo è molto diverso. Questo decreto non è criticato solo dall’opposizione ma anche da Anis. Certamente la proroga è inevitabile, altrimenti la Lca è alle porte. Dal momento in cui sono stati dati 3 mesi, in questi mesi quali sono le soluzioni prospettate? Ad oggi non ce ne risulta nessuna. I problemi del decreto: si continua a dare la possiiblità a Banca centrale senza alcun tipo di garanzia e di limite. La politica consegna carta bianca a Bcsm di potersi indebitare senza limite. Condivido quanto dice Anis: se lo Stato deve dare garanzie, quanto meno lo decidano i 2/3 della commissione Finanze. Altrimenti rischiamo di dare un potere enorme a Banca centrale.
Davide Forcellini, Rete
Rilevo che la maggioranza non sta intervenendo, a parte l’intervento del consigliere Ciacci. Mi preoccupa un po’ perché si tratta di un decreto importante. Credo sia fondamentale un’ottica di sistema soprattutto quando si trattano queste materie, anche alla luce di un articolo di oggi del “Fatto Quotidiano” dove non facciamo tutti una bella figura e si dice che mentre il Paese va a rotoli facciamo tutti solo bagarre politica.
Non è che qui- almeno credo- ci sia chi ce l’ha con un istituto bancario piuttosto che un altro, bisogna adottare un’ottica di sistema, è l’unico modo responsabile con cui la politica deve approcciarsi a questo tipo di problema altrimwnti si ricade nella consueta bagarre e lo stato di diritto va a farsi friggere. Ho diversi punti che non mi tornano sul decreto che arriva solo quando una banca è in crisi. Se l’obiettivo del decreto è l’intero sistema finanzario, perché all’articolo 2 si fa riferimento a istituti con crisi di liquidità. Se si deve fare un decreto per tutte le banche, se tutte cadessero insieme in crisi di liquidità, avete fatto i conti se questo decreto potrebbe mandare in default completo le finanze dello Stato?
Roberto Giorgetti, Rf
E’ stato detto che questo è il decreto “salva Cis” e non “salva banche”, ma è una palese falsità. Questo è un decreto salva banche. In pancia alle banche stanno i soldi di terzi che li affidano alle banche che poi li vogliono avere indietro, di qui la percezione di tutela rispetto a chi si affidano i propri soldi. Senza l’opera delle banche l’economia, qualunque economia, sarebbe messa in difficoltà, perché le imprese si rivolgono a loro per finanziamenti, e così le persone per avere mutui per esempio. Una parte importante del ruolo centrale che svolgono le banche è legato alla percezione di garanzia data ai clieeti. Nel momento in cui una banca dovesse fallire e i risparmiatori si vedessero privati dei loro depositi si avrebbe ripercussione negativa su tutto il sistema.
Non è novità a San Marino che si intervenga nelle banche in crisi e per evitare vadano in default e guai peggiori. La stessa operazione Asset non è stata fatta implodere. È stato predisposto un accorpamento in Cassa di risparmio che ha dovuto far fronte ai rapporti di debito che la banca si trovava in pancia. L’alternativa sarebbe stato un defaul con molta probabilità del sistema bancario e si sarebbe tirato dietro anche il bilancio dello Stato. Quindi smettiamola con questa sciocchezza del “decreto salva Cis”. Si inteviene per salvare il nostro sistema bancario, come sempre è stato fatto in passato.
Sono state dette inesattezze: si è teorizzato che la proprietà della banca la venderà a un acquirente e lascerà i debiti allo Stato. Banca Cis non è più governato dai proprietari precedenti, pieni poteri ce li ha il commissario straordinario nominato dalla vigilanza di Banca centrale. Non raccontiamo cose che non stanno né in cielo, né in terra, per sostenere il teorema della cricca. Il problema non è quello di evitare che qualcuno faccia il furbo, ma di mettere in campo soluzoni per evitare che la situazione della banca si traduca in un danno per tutto il paese.
La proroga del blocco dei pagamenti mi pare di capire che per molti sia una soluzione accettabile: certo è spiacevole per chi ha i propri risparmi in quella banca, ma l’alternativa è che il 23 aprile si aprino gli sportelli e ritirino i risparmi le prime 30 persone e per gli altri ‘chi si è visto, si è visto’. In commissione Finanze abbiamo chiesto un quadro chiaro sulla situazione patrimoniale, su altre responsabilità ci penserà il tribunale.
Che cosa centra il Polo della moda qui? C’è la par condicio per i creditori, vale per tutti, è un teorema destituito da ogni fondamento. I soldi degli imprenditori del polo della moda sono bloccati come per altri.
Marco Nicolini, Rete
Pur essendo direttamento coinvolto negli affetti di questo comma ho deciso di intervenire. Mi asterrò dalle votazioni. Mi trovo insieme ai colleghi di banca Cis in un limbo di insucurezza e scarsa fiducia nel futuro. Si è detto di tutto e di più su Banca Cis, su tutte le recriminazioni di chi si sia trovato con i conti bloccati. Oltre alle giuste lamentele si sono apprezzate sonore stupidaggini: la responsabilità di tutti i dipendenti su una supposta gestione criminale dell’istituto. sulla cessione di titoli considerati tossici a Banca centrale…etc…Tra i dipendenti Banca Cis, come in ogni azienda, vi sono i furbetti, gli incensatori, i ruffiani, ma la stragrande maggioranza è costituita da persone che fanno il loro dovere e che percepiscono stipendi assolutamente normali. Il dipendente di Banca Cis è anche correntista. Spesso ha convinto parenti e amici a portare in buona fede i loro risparmi in Banca Cis. Tra tutti i correntisti e con lo spettro della disoccupazione, il dipendente del Cis è in una situazone davvero difficile. Ci sono tra i correntisti situazioni al limite del dramma, ci sono persone con un solo conto corrente. Il Prof. Bonfatti ha tenuto fede ai propri propositi con un blocco piuttosto pesante, ma probabilmente non vi era alternativa. A tutti salta agli occhi il diverso atteggiamento con Asset, ma si spera qualcuno non voglia ripetere errori che costeranno alla Repubblica tanti denari. Si rincorrono voci di trattive. La strada della cessione pare l’unica percorribile. Tutti siamo preocupati per l’indisponibilità dei nostri soldi, ma se si aprissero le casse oggi basterebbe un assegno a inchiodare il tutto. Nessuna banca può far fronte alla totale richiesta di prelievo, il Cis sarebbe in bancarotta dopo dieci minuti. E la caduta del Cis farebbe franare l’intero sistema bancario sammarinese, nessun istituto sarebbe al sicuro. In gioco non c’è quindi solo la salvezza del Cis, i posti dei dipendenti e i soldi dei correntisti ma la sopravvivenza del paese. Se c’è speranza di salvezza, mi augurerò sia votato questo decreto che è il male minore in un panorama di incertezza e affinché Bonfatti valuti le offerte ricevute e la solvibilità degli acquirenti. Se offerte dovessero esserci e le si rifiutasse per puntare al rialzo si impedirebbe la salvezza dei soldi di migliaia di correntisti e la sopravvivenza stessa della Repubblica. Mi appello a governo, segretario, commisario e Bcsm affinché tutto sia fatto con coscienza, onestà e libertà, nell’interesse dell’istituto, del tessuto economico sammarinese, di correntisti e dipendenti e dei sammarinesi.
Alessandro Bevitori, Ssd
Rispetto al commissariamento di Banca Cisa chi sta vivendo come il collega Nicolini e i suoi colleghi tale situazione va la nostra vicinanza e come Ssd raccogliamo il richiamo alla correttezza e al rispetto delle regole e alla tutela di dipendenti, correntisti e depositanti, unico fine che ci deve guidare in questa vicenda. Che è delicata e non è la prima. Abbiamo un’economia che su vari aspetti sta dando segnali molto positivi, con altrettanta onestà intelettuale dobbiamo riconoscere che abbiamo da anni un fardello che riguarda il settore bancario finanziario. Le difficoltà come sappiamo tutti bene qua dentro nascono dalla finanza leggera, dall’assenza di regolamenti, da banchieri-bancari improvvisati, dai crediti facili, da affidamenti senza dovute verifiche agli amici degli amici, al’amico del politico…, questo ce lo trasciniamo oggi, questo governo, quello che c’era prima e che ci sarà. Mi sento tutelato da chi opera in questo intervento straordinario in banca Cis, oggi abbiamo una Banca centrale che ha tutta la nostra fiducia, il commisario Bonfatti sta concludendo il suo lavoro, ha fatto un’audizione in Commissione Finanze ed è giusto che si sappia che il suo provvediemento di rigore sta arrivando a completamento dell’intervento che è necessario per capire quello che sta succedendo nella banca, sta facendo una ‘diagnosi’. Qualche collega che mi ha preceduto ha avanzato proposte, auspico all’interno dell’Aula la possibilità di poterne parlare serenamente insieme, di poter trovare una soluzione con tutta l’Aula e le forze politiche solo nell’interesse dei correntisti della banca della Repubblica di San Marino.
Gian Carlo Venturini, Pdcs
Ho ascoltato l’intervento del Segretario, ma non emerge niente di nuovo rispetto alle poche righe della relazione che accompagnano il decreto. Soprattutto non ha detto quanto costa allo Stato e ai cittadini questo atto. Risulterà molto oneroso per lo Stato, come scrive Anis, senza fare alcun riferimento sul perché si è arrivati a questa situazione. Ho partecipato alla serata Csu a Domagnano, e il collega Giorgeti in quell’occasione ha detto che la situazone Cis è stata determinata dalla sfiducia alimentata da interventi diffamatori sulla stampa, non credo siano spiegazioni sufficienti. Con il decreto, lo Stato garantirà imprese che non hanno garanzie per accedere ai finanziamenti di Bcsm, e nessuno in maggioranza si sofferma su queste problematiche. Altra criticità, l’articolo 3 dove a Bcsm viene data la possibilità di cercare finanziamenti esteri per banche in difficoltà con la sola garanzia dello Stato, quindi dei cittadini. Quindi la proroga blocco pagamenti. Sottolineo la differenza del trattamento di Asset, dove non è stata neanche presa in considerazione tale proroga. Se questo provvedimento serve per salvare posti di lavoro, nessuna contrarietà, ma ci piacerebbe sapere dal segretario se ci sono possibilità di rilancio della banca e un piano di intervento. Ci pare che per evitare una possibile Lca, l’unica cosa da fare era prorogare di ulteriori 90 giorni il blocco per uscire da una situazione critica. Si ha però l’impressione di guadagnare tempo per trovare un acquirente e poter riavviare la banca. Ci sembra che il governo non abbia proposte per salvarla. E ci sembra opportuno trovare modi diversi dalla semplice garanzia dello Stato sui fondi pensione presenti nella banca.
Gian Matteo Zeppa, Rete
Questo decreto è fatto per una contingenza precisa ed è ascrivibile a quell’istituto, di fatto questo governo e maggioranza hanno optato per un decreto e non per pdl, ponendo una linea di demarcazione da altri istituti. Due pesi e due misure rispetto al caso Asset, quando si voleva affossare una banca. Qui ci si rende conto che non ci si può permettere più che un altro istituto bancario possa fallire, probabilmente ciò coinciderebbe con la fine dello Stato di San Marino. Non ci possiamo più permettere un’altra crisi di un istituto, alla luce dei numeri dei costi di Cassa. In Cis ci lavorano 80 dipendenti e 80 famiglie che non sanno nulla del loro futuro, se non dell’eventuale proroga. Anche noi siamo in favore della proroga, ma non significa essere a favor tout cour su come sia stato fatto il decreto.
Chi tocca il Cis, muore, evidentemente quella banca non deve essere toccata. Chi ha spinto quel famoso bottone rosso di cui hanno scritto le forze di opposizione? Stranamente la crisi mediatica su San Marino avviene quando si tocca quella banca. Nei vostri emendameni dovete mettere che le figure che hanno gestito quella banca devono pagare, non si può aspettare la magistratura. Nei nostri emendamenti prevediamo misure di sostegno non comulabili con altre misure analoghe ricevute negli anni precedenti, e che le fidejussoni siano accordate dalla maggioranza qualificata del Consiglio grande e genrale.
Luca Boschi, C10
C’è qualcuno in quest’Aula che vuole che il Cis fallisca, che i dipendenti perdano il lavoro e i depositanti falliscano? Io credo di no. A noi interessano le banche, non i banchieri. Sono orgoglioso di impegnarmi per la salvaguardia di un nostro istituto e che in questi anni nessun sammarinese abbia perso un euro, malgrado le difficoltà. Salviamo Cis, salviamo tutte le banche del Paese, poi affrontiamo in maniera seria i banchieri e proprietari banche. Bonfatti ci ha detto che la Lca è la peggiore delle ipotesi. In aula si è fatto un parallelo con le difficoltà Asset e Cis, anche noi abbiamo rilevato tante differenze positive nella gestione di questa crisi bancaria, ma ricordiamo che anche in quell’altro caso l’azione del governo è stata volta a non far perdere un centesimo a tutti i risparmiatori.
Giovanna Cecchetti, Gruppo Misto
Senza proroga, succederebbe la liquidazione di un altro istituto di credito. Il problema non è oggi concedere o meno la proroga del blocco pagamenti, il nocciolo è che cosa succederà dopo questi 90 giorni, se il commissario non sarà in grado di trovare una soluzione. Sarà in grado la politica di salvare il salvabile? E far pagare ai responsabili la conseguenza della loro gestione? Fino ad oggi questa maggioranza ha cercato di portare avanti la crisi del settore finanziario da sola, a colpi di maggioranza. Qesta legislatura ha visto due crisi bancarie, una crisi Asset guidata, ma in questo caso la maggioranza chiede di fare sistema. Ma Asset è stata svuotata di liquidità, lo vogliamo ricordare che i soci volevano ricapitalizzare l’istituto, ma non è stato possibile? L’avete chiusa senza pensare alle conseguenze. Questo il passato, oggi ci troviamo di fronte a un provvedimento obbligato senza alternativa alla proroga del blocco. Dopo 90 giorni cosa succederà? Toccherà ai cittadini prendersene carico?
Stefano Canti, Pdcs
Collega Boschi, visto che dite che voi volete salvare le banche, perchè non avete salvato Asset Banca? I soci di Asset volevano ricapitalizzare la banca, qui in Cis non vogliono ricapitalizzarla. E altra domanda: con che soldi salviamo banca Cis? Il decreto prevede un finanziamento attraverso Banca Centrale alle banche dove nei fatti non abbiamo contezza di quanto serva finanziare per poter salvare banca Cis o il sistema finanzario ad oggi. In mancanza di questo dato, dentro l’Aula, voi della maggioranza come fare a sostenere questo provvedimento? E’ insostenibile.
Gian Carlo Capicchioni, Psd
E’ un decreto salva Cis, salva banche e salva sistema e possiamo concordare tutti quanti che va sostenuto. Va messo al primo posto il salvare i depositanti i risparmiatori, non possiamo permetterci che ci dicano che a San Marino non è più sicuro il risparmio. Non deve essere così. Questo decreto è necessario, purtroppo, soprattutto per la parte dove viene prorogato il termine del blocco dei pagamenti perché metterebbe a rischio la banca. Su questo aspetto possiamo concordare. Ma come ha detto il collega, noi non sappiamo nulla, non ero in Commissione Finanze, ma mi pare che il Commissario non abbia detto nulla della situazione patrimoniale e dello sbilancio patrimoniale della banca. Il commissariamento arriva dopo un intervento della vigilanza di Banca centrale e dobbiamo dare atto che se la vigilanza ha disposto il commissariamento, doveva essere posto in essere. Non abbiamo dati, non c’è un progetto, mi auguro che dopo la proroga il commissario ci porti dati e proposte di soluzione. Se il commisario ci chiede più tempo speriamo, riesca però a inquadrare perfettamente la situazione di banca Cis.
Elena Tonnini, Rete
In questo decreto non si è neanche provato a farlo sembrare un intervento di sistema è un decreto per banca Cis. Se uniamo i contenuti dell’articolo 2 con durata del decreto- fino 2020- è ovvio che si parli di un’unica banca, ovvero banca Cis. Quali banche si trovano nela condizione di usare entro il 2020 le misure del decreto? E’ chiaro sia Banca Cis. Il vero obiettivo del decreto è fornire liquidità utilizzando risorse pubbliche all’unica banca che ne ha bisogno. Il Cis ha già ottenuto il credito di imposta con l’opzione di scontare anche contributi i propri dipendenti, che vale solo per il Cis. Paghiamo due volte, con il credito di imposta e oggi con ulteriori finaziamenti. Senza pensare a tutte le difficoltà di coloro che hanno provato negli anni a mettere sotto controllo la banca. E’ normale l’intervento dello Stato in banca privata su cui i soci non vogliono investire? I dipendenti si trovano con un futuro incerto ma la banca è dei soci non loro. E’ normale che lo Stato si prenda tutti i rischi di una banca di cui non conosce la situazione? E quanto costa l’intervento? Quanto aumenterà il debito del Paese? Si mette a disposizione di un’unica banca in crisi l’intero sistema senza conoscenza nel merito. E il decreto non tutela, ma usa come specchietto per le allodole depositanti e correntisti e dipendenti. Prima della clientela e dei fondi pensione, hanno diritto ad essrre restituiti i prestiti concessi al Cis da Bcsm, i correntisti sono messi in secondo piano. Noi vogliamo ragionare di spacchettamento e di lasciare in una bad bank i titoli spazzatura di cui devono rispondere i soci non i cittadini. Se non accoglierete i nostri emendamente salvate insieme al Cis i loro banchieri.
Giuseppe Morganti, Ssd
Sono da respingere le teorie che questo intervento sia in favore di qualcuno in particolare. Nel momento in cui ci sarà la fideiussone per una banca in crisi, quel momento potrà essere motivato solo se non ci saranno altre garanzie nell’istituto, che non ci sono più patrimoni reali a garanzia del finanziamento di Banca centrale. Significa che i soci non hanno più nulla dell’istituto quindi non hanno pù capitale sociale e non sono più proprietari loro dell’istituto, i reali portatori di interesse sono depositanti e dipendenti.
Di fronte alla proroga del blocco dei pagamenti siamo qui a tergiversare. Ma siamo pazzi?
Oggi siamo impegnati a dare stabilità al sistema. Il commissario ci dice che oggi non può ancora parlare di soluzioni, ma chiede assolutamente la proroga, se no, non può che chiedere la Lca. Qualcuno qua dentro può auspicare che ciò avvenga?
Banca centrale ha proposto il decreto che è della Segreteria finanze ma fatto in stretta collaborazione con Bcsm. Il problema è sapere se il patrimonio regge o se c’è un ammanco fondamentale: questa la questione, ci saprà dire il commissario entro 90 giorni se ce la faremo o meno. Ma Banca centrale, oltre alla proroga, ci ha proposto un’altra cosa e non credo sia il governo a proporla, non gli fa nessun piacere, ma si vede che è necessaria, E’ uno strumento di cui si devono dotare: è la proposta dell’articolo 3 del decreto, che lo Stato favorisca una fideiussone alla banca in difficoltà.
Le motivazioni che vengono indicate dal decreto sono chiare, se le vogliamo migliorare c’è disponibilità per farlo. Una risposta ai piccoli risparmiatori che non hanno disponibilità di accesso ai propri depositi va data, qui bisogna fare un’operazione di sistema sostenendo con la liquidità la possibilità di una piccola apertura del blocco dei pagamenti per le famiglie più bisognose perchè possano prelevare piccole cifre.
Su quali obiettivi occorre orientarsi? Il piano A, vendere l’istituto, non può essere messo in campo, se non quando si conoscerà il suo stato patrimoniale, ed è quello di trovare un eventuale investitore. E finché non è finita l’analisi patrimoniale dell’istituto, non è possibile avere qualcuno che possa investire in esso. Ci auguriamo possa accadere al più presto e si possa trovare qualcuno disposto a intervenire. Ma il commissario deve avere anche un piano B, a garanzia della tenuta del sistema e sono sicuro che stia succedendo. Sull’incontro di venerdì scorso in sede Csu di fronte ai dipendenti del Cis: tutte le forze politiche presenti, soprattutto quelle dell’opposizione, così il sindacato stesso, hanno si sono spesi favorevolmente sul provvedimento che stiamo per approvare, perché la platea delle persone di allora diversamente avrebbe perso il lavoro. Il giorno dopo la Csu fa un comunicato allucinante dove sembra che si facciano chissà quali disastri con il provvedimento, altre forze ribadiscono lo stesso concetto. Io non ci sto a questo, nel momento in cui ci si assume la responsabilità, la responsaiblità si tiene, anche se si soffre.
Denise Bronzetti, Ps
Con quali soldi vorrà esplicare gli effetti il decreto che state proponendo a quest’Aula? Lo Stato non è in grado di fornire garanzie. Possiamo per favore per una volta non utilizzare i dipendenti e i risparmiatori di Banca Cis come scudo? Quella banca era tecnicamente fallita da anni, per cortesia non nascondiamoci dietro chi vive momenti di difficoltà e va tutelata, ma di fronte a situazioni insanabili si corre ai ripari diversamente. Non si può far passare questo decreto dicendo che è stato fatto a tutela di risparmiatori, lavoratori e depositanti, è una sonora bugia. Siamo in grado di ripristinare, Segretario, la verità?
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