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Roma, l’ex M5S Grancio: “Uno non vale più uno, è stato un grande inganno”

"La Capitale paralizzata, con i mezzi Ama e Atac vecchi e senza ricambi, le buche su cui è stato evocato il piano Marshall, appalti fermi anche per il verde pubblico e un debito fuori controllo"

Pubblicato:19-04-2018 13:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:47
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ROMA – “Da dove vi parlo e da dove vi continuerò a parlare, che è il posto che era occupato dall’attuale sindaco  quando era all’opposizione, continuerò a fare il mio dovere di consigliere, con una sola variante rispetto a prima: uno non varrà più uno, perché questo è stato solo un grande inganno”. Queste le parole della ‘dissidente’ M5S, Cristina Grancio, intervenendo in Assemblea capitolina in seguito all’espulsione dal gruppo pentastellato per comunicare il suo passaggio al Gruppo misto.

“Come è noto a tutti voi, per me si è chiusa l’esperienza con il gruppo consiliare del M5S ma non con quel M5S di cui faccio ancora parte, che è quello del 2009- ha sottolineato Grancio- A questo gruppo consiliare vanno comunque due ordini di ringraziamenti: il primo per avermi fatto inizialmente condividere il sogno di un disegno amministrativo nel quale credevo, il secondo per avermi sospesa e poi espulsa, perché questa situazione a mio giudizio era diventata una camicia di forza e un abuso di potere per chi crede nel sistema democratico dei comportamenti e delle idee”.

Infatti, ha spiegato la consigliera, “la comunicazione ufficiale del Movimento sulla mia esclusione si conclude così, dicendo che avrei ‘minato la coerenza politica dell’azione del gruppo, incrinandone l’immagine di unità e di compattezza’. Ebbene sì, ho minato la coerenza politica del gruppo cercando di difendere i valori e i patti perimetrali del mandato degli elettori, valore fondamentale nell’attività politica dell’amministrazione della Capitale e ritengo ciò come un’azione personale positiva, utile e collaborativa”.


“Ho incrinato l’immagine di unità e di compattezza del Movimento? La risposta è no, ho semplicemente esercitato il più elementare diritto costituzionale e l’uso universale del significato di democrazia. I fatti raccontano di come l’esercizio del potere sappia inquinare i valori democratici e non lo devo certo ricordare io”, ha concluso Grancio.

CAPITALE PARALIZZATA TRA BUCHE, ATAC E DEBITO

“Ora mi compete un altro risvolto importante della politica di Roma e mi riferisco a una Capitale paralizzata, con i mezzi Ama e Atac vecchi e senza ricambi, le buche su cui è stato evocato il piano Marshall, appalti fermi anche per il verde pubblico e un debito fuori controllo. E aggiungo le indagini della Procura per concorso in bancarotta di Eurnova, proponente dello stadio della Roma a Tor di Valle, i conti in rosso dell’Atac, la questione di piazza dei Navigatori e per finire una delibera sul riordino dell’Ufficio condono, a cui ho lavorato con un gruppo di consiglieri capitolini e municipali, consegnata ormai un anno fa a questo gruppo, al quale non appartengo più, e alla Giunta, ma mai presa in considerazione. Mi domando: forse perché la prima firmataria sarei stata io?”. Lo ha detto la ‘dissidente’ M5S, Cristina Grancio, intervenendo in Assemblea capitolina in seguito all’espulsione dal gruppo pentastellato per comunicare il suo passaggio al Gruppo misto.

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