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Governo, si scongela l’asse M5S-Pd: in campo l’ipotesi Giovannini

Ex ministro del governo Letta, padre del reddito minimo di cittadinanza, apprezzato da dem e pentastellati. Unico neo: brutto rapporto con Matteo Renzi

Pubblicato:19-04-2018 11:49
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:47

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ROMA – Mentre la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati sonda l’asse Centrodestra-Cinque Stelle per verificare la possibilita’ di dare vita a una maggioranza che rispetti l’equilibrio tra i due ‘vincitori’ delle elezioni, nei partiti si ragiona gia’ sul dopo.

In ambienti parlamentari, nelle ultime ore si considera meno plausibile l’ipotesi di un incarico al presidente della Camera Roberto Fico: “Il Quirinale non puo’ entrare a gamba tesa nella dinamica di un partito. Con Di Maio ancora in campo non puo’ dare un mandato al suo competitor interno”, ragionano nel M5s.

Pare piu’ probabile semmai che Mattarella conferisca un mandato esplorativo a Luigi Di Maio, questa volta per consentirgli di verificare l’ipotesi di un accordo con il Pd. A quel punto, si ragiona nel Pd, sara’ Di Maio a valutare l’opportunita’ di fare un passo indietro, visto che sara’ quella la prima richiesta del Pd.


Ma che sia Fico o Di Maio a condurre la trattativa verso sinistra, al Nazareno si ragiona gia’ su un altro nome: quello di Enrico Giovannini. I Democratici non sono disponibili infatti a un’intesa ‘politica’ coi Cinque Stelle, come lascerebbero intendere invece le candidature alla premiership di Di Maio o Fico. Aperture si registrano, invece, sul fronte programmatico. E da questo punto di vista nelle ultime ore, a quanto apprende l’agenzia Dire, al Nazareno si fa con insistenza il nome dell’ex ministro del governo Letta come possibile collante di un governo che veda impegnati M5s-Democratici-Leu e una parte dei moderati piu’ caratterizzati sul piano sociale.

Giovannini ha da questo punto di vista il profilo giusto, viene fatto notare. Quello di un moderato, ex presidente dell’Istat e ministro lettiano, attualmente fondatore dell‘Asvis, l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. In questa veste ha collaborato strettamente con il governo Gentiloni, che ha approvato in consiglio dei ministri la strategia italiana per lo sviluppo sostenibile ed e’ stato l’ospite d’onore del festival italiano dedicato al tema.

Di piu’: in occasione delle elezioni politiche Giovannini ha avviato le sue personali consultazioni con i leader politici, per chiedere a tutti un impegno nell’ottica dell’economia circolare e dei 17 obiettivi che sostanziano l’impegno dell’Italia sul fronte dello sviluppo sostenibile. In questa veste Giovannini ha incontrato prima delle elezioni Luigi Di Maio, Pietro Grasso, Emma Bonino, Giulio Santagata e Angelo Bonelli. Persino il forzista Renato Brunetta, ma non Matteo Renzi.

Considerato un ‘nonrenziano’, Giovannini per il Pd ha visto l’allora vicesegretario Maurizio Martina, oggi segretario reggente e, a quanto pare, tra i piu’ accesi sostenitori di una sua possibile candidatura alla premiership.

Di piu’: l’autore dell'”Utopia sostenibile” come recita il suo ultimo libro per Laterza, e’ in ottimi rapporti coi grillini, al punto da aver scritto la prefazione di “Presi per il Pil”, il libro di Lorenzo Fioramonti, neo eletto deputato M5s e considerato il ministro dell’economia ombra dei Cinque stelle.

Apprezzato dal mondo delle imprese, Giovannini ha tessuto in questi anni una fitta rete di relazioni con le associazioni attive nel settore del welfare e dell’ambientalismo.

L’ex ministro non ha mai nascosto critiche al renzismo. Da palazzo Chigi riusci’ a stoppare il jobs act, perche’ costava troppo e perche’ non dava garanzie sul fronte della trasformazione dei rapporti di lavoro precari in rapporti piu’ stabili. Si e’ invece sempre detto favorevole a misure radicali di contrasto alla poverta’. E’ considerato il padre del reddito minimo di cittadinanza o reddito di inserimento, sul quale avrebbe voluto aprire un dialogo coi Cinque Stelle, prima di essere defenestrato da palazzo Chigi. Il momento per farlo, forse, potrebbe arrivare ora.

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