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Stadio Roma: nuovo iter in due mesi, voto in aula entro 30/6

ROMA - Entro fine giugno gli

Pubblicato:19-04-2017 12:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:08

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ROMA – Entro fine giugno gli uffici del Campidoglio porteranno a termine l’iter di loro competenza in merito al nuovo progetto dallo stadio della Roma a Tor di Valle, compresi i passaggi nei Municipi e nelle commissioni interessate, e metteranno dunque l’Assemblea capitolina nelle condizioni di approvare entro il 30 del mese la nuova delibera di interesse pubblico. Che potrebbe contenere al suo interno anche la variante urbanistica necessaria, a seconda della conclusione del percorso di apposizione del vincolo della Soprintendenza sulle tribune dell’ippodromo di Lafuente.

A rendere noto il cronoprogramma è Fabio Pacciani, direttore della direzione Pianificazione generale del dipartimento Urbanistica e rappresentante del Campidoglio nelle ultime riunioni della conferenza dei servizi regionale prima della chiusura della stessa, intervenendo durante la commissione Trasparenza di Roma Capitale convocata dal presidente Marco Palumbo (Pd) per fare chiarezza sull’iter del nuovo progetto dell’impianto giallorosso.


“È passato un mese dall’odg dell’Aula approvato il 23 marzo e volevamo sapere a che punto è la situazione, visto che a quanto pare siamo passati da un’opera con 1,7 miliardi di euro di interventi con il 30% di opere pubbliche che poi è stato ridotto a meno della metà con opere pubbliche intorno al 6%: se questa proporzione è vera, noi non possiamo intervenire e fare opere pubbliche al posto di un privato, perché a quel punto saremmo di fronte a opere per i ‘palazzinari’. Ritengo giusto che siano ridotte le cubature ma nella proporzione debita, perché non possiamo passare dal 30 per cento al 6 per cento, non capisco perché la riqualificazione della Roma-Lido la debba fare la Regione con soldi pubblici“, ha detto Palumbo aprendo i lavori della commissione.

Alla seduta però, ha registrato il presidente, “non si sono presentati né l’assessore, per un impegno istituzionale, né il capo dell’Avvocatura, impegnato al Tar, né gli uffici interpellati fatto salvo il dipartimento Urbanistica. Tutto questo nonostante noi avessimo già inviato prima di Pasqua una lettera a tutti i direttori; mi sembra ormai diventata prassi di alcuni dipartimenti quella di non presentarsi, anche concordando le date con le segreterie”.

Entro il 30 giugno, ha spiegato l’ingegner Pacciani, “ovvero nel rispetto dei 90 giorni stabiliti dalla delibera di Giunta, dovremmo arrivare alla conclusione dell’iter che consentirà all’Assemblea capitolina di esprimersi, dopo le consultazioni dei Municipi e delle commissioni capitoline interessate. In base al vincolo architettonico sull’ippodromo dovremmo anche vedere se la delibera dovrà avere valenza di variante urbanistica“.

Ricapitolando la questione, il direttore ha ricordato che “la delibera di Giunta del 30 marzo ha fatto proprie le indicazioni dell’ordine del giorno dell’Assemblea formalizzando di fatto per la prima volta gli accordi scaturiti dalla richiesta dell’amministrazione capitolina di ridurre le volumetrie della superficie utile lorda dell’intervento privato e introdurre criteri di progettazione edilizia volti ai massimi standard qualitativi per la parte dell’edificazione privata, quindi terziario e commerciale, nonché estendere gli interventi di riqualificazione della viabilità con l’unificazione di due strade, Ostiense e via del Mare, per portarle al nodo Marconi, unendole dall’intersezione con il Grande raccordo anulare a Marconi e non fino all’altezza di Tor di Valle come proponeva Eurnova”.

Con la delibera della Giunta Raggi, quindi, “è stata avviata una fase di revisione dell’intervento alla luce dei nuovi indirizzi dell’amministrazione, che dovranno concretizzarsi in un ulteriore passaggio fondamentale che è la delibera di interesse pubblico dell’Assemblea capitolina- ha sottolineato Pacciani- che come la 132 dovrà ridefinire in termini qualitativi e quantitativi l’intervento nel suo complesso individuando le opere di interesse pubblico e le volumetrie assentite al privato. Il proponente Eurnova sta revisionando le sue progettazioni in accordo con le indicazioni date con la delibera di Giunta al fine poi di consentire le valutazioni dell’amministrazione che sfoceranno nella delibera di Assemblea. In questo frangente si è inserita la chiusura della conferenza dei servizi che era centrata invece sul progetto originario, quello con i grattacieli, con esito negativo, rinviando alle controdeduzioni del proponente in merito al procedimento di istituzione del vincolo architettonico sull’ippodromo di Tor di Valle, che se confermato diventerà definitivo e vincolante per tutti e chiunque dovrà rispettarlo”.

Per la consigliera capitolina del M5S, Monica Montella, “ereditiamo una delibera che viene dal passato, quando non si sono mai posti i problemi di vincolo architettonico e idrogeologico che sono usciti improvvisamente dopo. Tutto questo però andrebbe fatto prima di un progetto, tra l’altro un progetto molto consistente in termini sia di fondi privati che pubblici in termini di oneri su opere pubbliche”.

Montella ha poi rivolto due domande al rappresentante dell’ufficio Urbanistica: se il nuovo progetto andasse comunque in deroga rispetto al piano regolatore vigente – “Ovviamente sì, ma non lo scopriamo oggi”, ha risposto Pacciani – e se ci fosse sull’area di Tor di Valle un “vincolo archeologico” – “No, solo architettonico”, la replica del direttore. Quest’ultimo punto, però, è stato colto al balzo dai rappresentanti di Italia Nostra presenti alla seduta della commissione, secondo i quali “l’archeologia preventiva è indefettibile, quanto accaduto con la metro C ci fa capire che il progetto è infattibile se non si ottiene prima il nulla osta della Soprintendenza“.

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