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Brexit, Ue va avanti: elezioni anticipate non cambiano i piani

Mogherini: "la ricetta è semplice, anche se applicarla è faticoso: la ricerca costante di soluzioni comuni"

Pubblicato:19-04-2017 09:43
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:08

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ROMA – Le elezioni anticipate nel Regno Unito, annunciate ieri a sorpresa dalla premier Theresa May per l’8 giugno, “non cambiano i piani” dell’Unione europea circa il negoziato per la Brexit. Il messaggio che giunge da Bruxelles è chiaro: le elezioni britanniche sono un “fatto interno” e dunque non possono interferire con il negoziato che interessa gli altri 27 Stati aderenti all’Ue. Resta quindi valida la data del 29 aprile, in cui il Consiglio europeo discuterà il mandato negoziale e le tappe delle procedure di Brexit.

Non si spegne tuttavia il dibattito, sia a Londra che nel resto d’Europa, sulla sfida elettorale voluta da May per rafforzare la posizione del proprio partito, i Conservatori, così da avere un mandato negoziale più ampio rispetto ai partner europei. La premier intende anche dimostrare all’Ue che il suo Paese è unito dinanzi alla scelta di lasciare la “casa comune”, nonostante il fatto che nel referendum dello scorso anno sulla Brexit i “sì” superarono di pochissimo i “no”.


MOGHERINI: PACE NOSTRO PRIMO OBIETTIVO

La pace all’interno dei nostri confini resta la principale conquista dell’Europa unita, un obiettivo raggiunto grazie all’integrazione europea dopo secoli di guerre tra di noi. E la pace resta l’obiettivo da raggiungere al di fuori dei nostri confini, dalla Siria alla Libia, dalla Palestina all’Africa”. Federica Mogherini commenta per il Sir la situazione internazionale, che è chiamata ad affrontare come Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune e vice presidente della Commissione europea.

Per costruire la pace, osserva, di fronte agli innumerevoli conflitti in corso, alla minaccia del terrorismo, alla sfida delle migrazioni, “la ricetta è semplice, anche se applicarla è faticoso: la ricerca costante di soluzioni comuni, di punti di contatto, di vie d’uscita che consentano non a una parte di vincere contro l’altra, ma a tutti di trarre un beneficio dalla fine della guerra”.

È questa, a suo avviso, “la lezione europea: cooperare è più conveniente che combattersi. E poi, c’è l’attenzione prioritaria alle persone e alla loro vita, alle comunità: la prevenzione dei conflitti, l’investimento in aiuti umanitari, la cooperazione allo sviluppo, la promozione dei diritti. La pace non è solo assenza di guerra, si costruisce”.

da www.agensir.it

 

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