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Ambiente, Emiliano su recupero acque reflue: “Lavoro che darà vantaggio ad agricoltura e ambiente”

BARI - Un bando rivolto a Comuni, Province, Città Metropolitana, Consorzi

Pubblicato:19-04-2016 16:31
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:35

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emilianoBARI – Un bando rivolto a Comuni, Province, Città Metropolitana, Consorzi di Bonifica, Arif e Enti Parco per il finanziamento e l’attivazione di sistemi di recupero e il riutilizzo in agricoltura delle acque reflue urbane depurate è stato presentato oggi alla stampa dal presidente Emiliano e dagli assessori alle Infrastrutture e alle Risorse Agricole, Giovanni Giannini e Leo di Gioia. Dopo l’approvazione in Giunta ora è il turno degli enti territoriali per arrivare alla strategia delle 4R: Riduzione (di sprechi e consumi), Recupero qualitativo e quantitativo, Riuso delle acque reflue e Rispetto della cultura dell’acqua.
“Il riuso delle acque reflue – ha spiegato Emiliano – era previsto a pagina 18 del programma di governo. Ma già la Regione Puglia ha fatto un grande lavoro in materia. Con interventi come questo risparmiamo le acque irrigue, non depauperiamo le falde che così non si salinizzano ed evitiamo di buttare in mare acque depurate, ma le riutilizziamo. Si tratta di un lavoro complesso, ma che darà vantaggi all’agricoltura e all’ambiente. E sappiamo che il sistema della depurazione pugliese è uno dei migliori in Italia anche grazie al lavoro degli uffici e alla continuità dell’azione politica nel settore“.
“Abbiamo notato – ha aggiunto Emiliano – un aumentato interesse del Governo sulla questione depurazione: crediamo ci debba essere da parte dello Stato una maggiore incentivazione, anche perché la normativa statale per la reimmissione dell’acque in falda è a volte troppo severa e prevede perfino procedure di infrazione europea. La Regione Puglia è già molto avanti e risponde con i fatti, ovvero con bandi come quello di oggi con cui incentiviamo il riuso delle acque depurate secondo tabella 185/2003 anche per pulire strade, innaffiare giardini, raffreddare impianti industriali e in generale per sostituire la preziosa acqua potabile. La Regione sta facendo la sua parte:  se queste pratiche fossero sostenute dal Governo centrale sarebbe tutto più facile, potenzialmente potremmo riutilizzare 100 milioni di metri cubi di acqua da depurare che ci renderebbero autosufficienti in agricoltura”.
“Siamo partiti tre anni fa – ha spiegato Giannini – dopo decenni di sonno. Oggi abbiamo impianti come quelli di Fasano, Ostuni, Gallipoli, Corsano, Trinitapoli e Maruggio e stiamo lavorando per usare le acque del Gennarini-Bellavista  all’Ilva di Taranto, che determinerebbero un risparmio di acqua potabile per 500 litri al secondo. Oggi sappiamo qual è l’offerta di acque, con il bando di oggi vogliamo sapere quale sia la domanda: avremo 14 milioni di metri cubi di reflui raffinati che potrebbero sostituire quasi gratis acqua che finora si paga 50/70 centesimi al metro cubo, arrivando a risparmiare nel settore agricolo 7 milioni di euro l’anno. Con la vecchia programmazione europea abbiamo speso 300 milioni di euro per 55 nuovi o potenziati depuratori, con la programmazione attuale abbiamo disponibili 110 milioni per 20 impianti: in totale abbiamo lavori su 75 impianti”
“L’acqua è uno dei fattori di competitività – ha concluso di Gioia – e il prezzo dell’acqua è talmente differenziato sul territorio regionale a causa di molteplici fattori che così potremmo introdurre un elemento di stabilizzazione. Ci sono interi territori privi di reti che dovremo realizzare e con il nuovo Psr dovremo trascrivere il prezzo dell’acqua in maniera chiara”.

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